Sri Lanka: bombe uccidono 300 Cristiani, ora nuovo allarme in aeroporto

Ennesimo caso di ‘terrorismo religioso’.
Trecento morti e più di cinquecento feriti. E’ un bilancio drammatico quello della Pasqua nello Sri Lanka. Ieri il paese è stato teatro di una terribile strage, dove ad essere colpiti sono stati ancora una volta i cristiani. In una Chiesa, durante le celebrazioni pasquali, sono esplose otto bombe, causando morte e distruzione.
Da allora è stato allarme in tutto il paese, perché secondo le prime ricostruzioni offerte dal governo locale, si sarebbe trattato di un atto di terrorismo religioso. Già nelle scorse ore ben tredici persone sono state fermate come sospettati. Coinvolti nell’esplosione anche trentacinque stranieri, ma dalla Farnesina confermano che non ci sarebbe nessun italiano.
Intanto, nelle ultime ore il paese del sud est asiatico sembra essere piombato nuovamente nel caos. Un altro ordigno sarebbe stato individuato nel principale aeroporto di tutto lo Sri Lanka, a Bandaranaike.
fonte – https://vocecontrocorrente.it/sri-lanka-bombe-uccidono-300-cristiani-ora-nuovo-allarme-in-aeroporto/

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Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono “adoratori di Pasqua”

“Adoratori di Pasqua”. Come se il termine “cristiani” fosse una parolaccia. Così vengono definite le oltre 290 vittime della strage compiuta in Sri Lanka, perpetrata tramite esplosioni in diversi luoghi di culto. A questo sono arrivati i dem americani, da Hillary Clinton a Barack Obama, per non dimenticare l’ex membro del gabinetto di governo Jùlian Castro.
Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono "adoratori di Pasqua"
Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono "adoratori di Pasqua"
Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono "adoratori di Pasqua"
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"Erdogan arma gli estremisti". Il sultano entra nel caos della Libia

Lo scontro in Libia sembra farsi più duro giorno dopo giorno. I bombardamenti delle scorse ore ne sono una lampante dimostrazione: le vittime civili causate dai missili piovuti su Tripoli, per le cui responsabilità si assiste adesso anche un reciproco scambio di accuse tra le parti in causa, testimoniano l’intensità raggiunta da una battaglia prossima oramai ad entrare nella sua seconda settimana. E ad aggiungere maggiori polemiche è anche il dito puntato diretto contro la Turchia da parte di Haftar, con Ankara accusata di introdurre dall’esterno armi per i miliziani più estremisti.

Le accuse di Ahmed Al Mismari

Così come riportato dal sito AddressLibya, nel corso di una conferenza stampa tenuta martedì sera a Bengasi il portavoce dell’Lna, Ahmed Al Mismari, chiama in causa in modo esplicito e piuttosto pesante la Turchia. Secondo i responsabili dell’esercito di Haftar, in particolare, il governo del presidente Erdogan in questi giorni sta finanziando e donando armi alle milizie rimaste fedeli al governo di Al Sarraj. Al Mismari specifica che Ankara starebbe appoggiando in particolare proprio quelle milizie ritenute, all’interno della galassia delle forze in questo momento impegnate nella difesa di Tripoli, le più estremiste. Le armi, secondo sempre il portavoce dell’Lna, arrivano in Libia tramite il porto di Zuwara, località vicina il confine tunisino lungo la costa in mano ai gruppi fedeli all’esecutivo di Tripoli. Nonostante tra questa cittadina e la capitale buona parte del territorio risulti in mano all’esercito di Haftar, le armi riuscirebbe ugualmente a giungere nelle mani delle forze di Al Sarraj.  Continua a leggere

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L'ultima terrorista in cattedra Balzerani in tour da scrittrice

L’ex Br presenta il libro in una sala comunale a Milano I precedenti: pergamena a Curcio, il corso con Faranda.
C’è aria pesante. E i cattivi maestri tornano in cattedra o si prendono pulpiti immeritati. Così a Milano, in una sala pubblica di un quartiere difficile come Bruzzano, nell’ambito di un ciclo di incontri letterari viene chiamata a presentare il suo libro la ex brigatista Barbara Balzerani, che ha saldato – è vero – il suo debito con la giustizia, ma continua a pontificare in modo insopportabile, e doloroso per le vittime del terrorismo.
E a qualcuno non sta bene. «Un’ex brigatista rossa membro del commando che ha rapito Moro che presenta il suo libro in uno spazio comunale, senza contraddittorio – dice Deborah Giovanati, assessore alla Scuola del Municipio 9 – Questo è un ulteriore schiaffo nei confronti delle vittime dei terroristi rossi. Che cosa dirà ancora? Recentemente ha affermato che fare la vittima è un mestiere. Sono veramente indignata. Il sindaco deve rispondere del grave fatto accaduto nel mio territorio». Fra gli ultimi militanti br a essere arrestati, la «primula rossa» fu condannata a diversi ergastoli, anche per aver fatto parte del commando che prese in ostaggio Aldo Moro in via Fani, dove fu massacrata la scorta del leader dc. Ottenuta la libertà condizionata, non ha mai compiuto un percorso di dissociazione o «pentimento», anche se non rientra nel novero degli irriducibili. Nel 2018, quando ricorrevano i 40 anni dalla strage di via Fani, prima ha ironizzato cinicamente («Chi mi ospita oltre confine per i fasti del quarantennale?») poi con autentico disprezzo ha parlato delle «vittime», lamentando il loro «monopolio». «C’è una figura, la vittima – ha detto – che è diventata un mestiere». «Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te».
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Immigrazione e razzismo

“Chi dice che deve vendicare i suoi fratelli colpendo i nostri figli mette in chiaro che per lui esistono un noi, un voi e una guerra in cui ci sarebbero colpe collettive da vendicare. Non è odio ideologico o di partito altrimenti sarebbe diretto altrove. È odio etnico e razziale, un odio che supera i timbri dei certificati anagrafici.”
VIDEO DI PIETRO FERRARI

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Benzina, fascette, armi: ecco il piano infernale dell'attentatore senegalese

Milano, 21 mar – Ousseynou Sy, il senegalese che voleva dar fuoco a un pullman pieno di bambini per vendicare le morti in mare, aveva pianificato il suo piano infernale in ogni dettaglio. Aveva comprato due taniche con 10 litri di benzina e delle fascette da elettricista per legare le vittime. Aveva anche pubblicato su Youtube un video per dire basta ai troppi naufragi nel Mediterraneo. “Non ce la faccio più a vedere i bambini morire mangiati dai pescecani e le donne incinte affogare”, si sente nel messaggio delirante. Per il terrorista 47 enne, padre di due figlie, diventato cittadino italiano nel 2004 dopo aver sposato una ragazza di Crema da cui poi si era separato, l’”Africa doveva rialzarsi” e i suoi connazionali non dovevano più partire per l’Europa, da punire per le sue “politiche criminali sulla migrazione”.

Il piano omicida

Ecco perché ha deciso di dirottare lo scuolabus con cui accompagnava 51 studenti, due professori e una bidella, dalla palestra alla scuola media Vailati di Crema e ha cercato di raggiungere Linate, da dove “avrebbe voluto prendere un aereo per tornare in Senegal“, hanno spiegato il capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili e il pm Luca Poniz che in serata hanno interrogato Sy per un paio d’ore. Continua a leggere

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Siria, Isis annuncia: 'Abbiamo ucciso un crociato italiano'

Si tratta di Lorenzo Orsetti, da un anno e mezzo nel paese come volontario, per combattere a fianco dei curdi.

“Abbiamo ucciso un crociato italiano”. L’annuncio arriva direttamente dalla Siria e a comunicarlo sono gli stessi esponenti dell’Isis. Attraverso Telegram, l’organizzazione terroristica ha diramato i documenti (carta di credito e tessera sanitaria) della vittima: si tratta di Lorenzo Orsetti, trentadue anni e impegnato da un anno e mezzo a fianco dei combattenti curdi. L’uomo aveva abbracciato tale causa convinto dagli ideali che la ispirano: “Una società più giusta e più equa, l’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia”.
La morte del volontario fiorentino sarebbe avvenuta nella roccaforte di Baghuz, sita nel nord est del paese.A confermare la notizia arriva un comunicato di “Site”, il sito americano che monitora l’attività jihadista.
fonte – https://vocecontrocorrente.it/siria-isis-annuncia-abbiamo-ucciso-un-crociato-italiano/

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Oggi si incontrano i parenti delle vittime di Battisti: ricordiamo i nostri cari 40 anni dopo

 
Adriano Sabbadin, Alberto Torreggiani e Maurizio Campagna si riuniranno oggi a Caltana, frazione di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, a 40 anni dagli omicidi di Lino Sabbadin, Pierluigi Torreggiani e Andrea Campagna, per i quali è stato condannato Cesare Battisti.
E’ la prima volta che i familiari delle tre vittime degli anni di piombo si incontrano dopo l’arresto dell’ex terrorista. Sarà un “momento di riflessione”, anche “per fare il punto sulla storia italiana di questi anni”, ha detto Maurizio Campagna, fratello di Andrea, anche perché “vogliamo capire chi lo ha protetto in Italia”. In base all’esito delle condanne nell’omicidio dell’agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, Cesare Battisti sparò materialmente mentre nell’uccisione del macellaio Lino Sabbadin, a Mestre il 16 febbraio del ’79, l’ex terrorista fece da copertura armata al killer Diego Giacomini. Infine nel caso dell’omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del ’79, Battisti venne condannato come coideatore e coorganizzatore.
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fonte – http://www.secoloditalia.it/2019/02/oggi-si-incontrano-i-parenti-delle-vittime-battisti-ricordiamo-i-nostri-cari-40-anni-dopo/

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Oltraggio antifascista a Norma Cossetto

 

norma cossetto foibe
Trento, 6 feb – Non cessa l’offensiva di Anpi e sigle o siglette antifasciste varie. A pochi giorni dalla Giornata del Ricordo, sembrano tutte capillarmente impegnate nel vilipendio e nello sfregio della memoria di coloro che furono vittime della pulizia etnica ad opera dei macellai titini. Ieri sera è toccato al cinema Astra di Trento, «reo» di avere proiettato in data unica il film sulle Foibe «Red Land – Rosso Istria». Sui muri e sulle vetrate della sala di proiezione sono comparse le scritte vigliacche «Norma Cossetto era fascista» e «Nessun ricordo per i fascisti di ieri né spazio di quelli di oggi».  Continua a leggere
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L'ultima indecenza dell'Anpi: «Le Foibe sono un'invenzione dei fascisti»

 «È sconcertante e allarmante vedere come un’associazione che si vanta di tramandare la storia e la memoria neghi pubblicamente, attraverso i social, una tragedia immane come quella delle Foibe in nome di un’ideologia seguita ormai da pochi nostalgici bolscevichi» Così Luciano Sandonà, Consigliere regionale del gruppo Zaia Presidente, risponde tramite una nota ”alle polemiche sollevate da un post su Facebook pubblicato dalla sezione Anpi di Rovigo, in cui l’associazione dei partigiani rodigina ha parlato delle Foibe come “un’invenzione” dei fascisti utilizzata per far sparire i partigiani jugoslavi.

«Basovizza è una fandonia»

“L’Anpi di Rovigo ha citato la Foiba di Basovizza, parlandone come di una ‘vergognosa fandonia’ – continua Sandonà – non solo quindi ha negato una tragedia ancora oggi troppo poco conosciuta e condannata, ma ha calpestato in m«odo vergognoso la memoria delle vittime innocenti barbaramente trucidate negli inghiottitoi carsici e di tutti quei cittadini di origine italiana del Venezia Giulia, Istria e Dalmazia costretti a lasciare le loro case per evitare l’atroce persecuzione delle truppe del maresciallo Josip Broz Tito“. “Un dramma, quello degli infoibati, vergognosamente ‘dimenticato’ per motivi politici dalle nostre istituzioni per troppi decenni, fino alla doverosa creazione del Giorno del Ricordo. Preoccupa vedere come il negazionismo sia ancora così forte – conclude il Consigliere di Zaia Presidente – e che, pur di proteggere un’ideologia politica, non ci si faccia scrupolo di passare sopra le 11mila persone che hanno trovato la morte in quelle foibe da loro definite ”invenzione storica””.

fonte – http://www.secoloditalia.it/2019/01/lultima-indecenza-dellanpi-le-foibe-sono-uninvenzione-dei-fascisti/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

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