Segnalazione di www.unavox.it
Il miserrimo presepe esposto nella Basilica di Fatima Notizia tratta dal sito Tradition in action
La foto sopra riproduce la miserevole natività piazzata recentemente nella Basilica di Fatima, in Portogallo. Essa è opera dell’“artista” contemporaneo portoghese Paulo Neves, incaricato per la bisogna dai preti della Basilica.
Osservare tale scultura significa rendersi conto di trovarsi al cospetto di un piano preordinato volto a banalizzare e a sabotare in termini modernisti e progressisti lo spirito del Natale. Se ne traggono le seguenti considerazioni: Primo: le due sculture hanno fattezze essenzialmente simili, di tipo chiaramente femmineo, tale che si può considerare che intendano esprimere implicitamente la moderna concezione femminista. Poste a comporre la scena del presepe, esse appaiono come un’espressione moderna del lesbismo che propugna le pseudo famiglie omosessuali composte da lesbiche che pretendono tuttavia di poter adottare un bambino. Non v’è dubbio che in questo modo si intende strumentalizzare il Natale per realizzare la demolizione della dottrina cattolica. Secondo: le due sculture hanno fattezze volutamente inusuali, soprattutto in riferimento a Fatima e al Portogallo, tali da non richiamare due personaggi umani, in questo caso una donna e un uomo, bensì due figure idolatriche del tipo di quelle presenti nell’Isola di Pasqua, che si trova dall’altra parte del globo e comunque senza alcun rapporto né col Portogallo, né tampoco col Natale. Così presentata, la scena finisce col rappresentare un improbabile mito pagano, tra l’altro noto solo allo scultore e forse ai suoi committenti, piuttosto che l’incarnazione di Dio. In ogni caso, il richiamo, invece che natalizio, è piuttosto tribale. Terzo: a partire da questi presupposti, è manifesta la totale mancanza di sacralità nella scena. Non solo le fattezze delle sculture non richiamano neanche lontanamente la compenetrazione soprannaturale e la tenerezza naturale dei due santi genitori del Figlio di Dio venuto a farsi Uomo per noi, ma il contesto suggerisce una sorta di indifferenza di fronte ad un evento che non è neanche tale alla vista di quella culla anonima che tutto sembra tranne che la mangiatoia sulla quale venne adagiato il Bambino Gesù, posto sulla paglia, simbolo del mondo vegetale, e riscaldato-adorato dal bue e dall’asinello, simboli del mondo animale. Un moderno “capolavoro” esposto su una piazza di Parigi Quinto: la fattezza delle sculture è tale da suggerire ancora una volta il pauperismo caratteristico del nuovo andazzo papale, come se il Natale di Cristo non avesse un minimo splendore terreno e come se la stessa Natività dovesse sottostare all’abbrutimento sentimentaloide a cui si vorrebbe ridurre tutta l’arte sacra elaborata dagli artisti cristiani per mostrare ai fedeli la maestà, la bellezza e la magnificenza del divino. |