Baget Bozzo, prima che la sinistra divenisse manifestamente migrazionista, aveva già compreso i pericoli corsi dalla nostra civiltà a causa del buonismo
Qualche giorno fa, di preciso lo scorso 8 maggio, ricorreva il decimo anniversario della morte di Don Gianni Baget Bozzo.
Sono apparse così una serie di riflessioni tese a rileggere e reintepretare il suo pensiero. Perché il sacerdote sceso in politica nella metà degli anni 80′ con il Partito Socialista, per poi passare con Forza Italia prima e con il Popolo della Libertà poi, aveva in qualche modo pronosticato l’avvento della cosiddetta ideologia migrazionista, che è tipica di certa sinistra.
Più di qualche passaggio, tra quelli a opera di Baget Bozzo sul tema, è approfondibile su Altantico Quotidiano. C’è un pezzo a firma di Anna Bono, che ben sintetizza come il presbitero di Savona possa essere considerato, oggi, un analista con ottime capacità previsionali. Tanto che si parla di quei “brani” in termini “profetici”. Don Gianni, in sintesi, aveva capito come la sinistra italiana stesse per fare del migrazionismo un mantra strutturale e come la colpevolizzazione dell’uomo occidentale, con tutto quello che ne consegue culturalmente, stesse per essere sposata dai leader progressisti che poi si sarebbero seduti sui tavoli che contano di lì a pochi anni.
Vedendo la differenza con quello che oggi sostengono le gerarchie ecclesiastiche, sembra si stia diffondendo questa prassi: quella di rivalutare quello che gli ambienti ecclesiastici ‘predicavano’ fino a qualche anno fa. Per quanto Baget Bozzo – come detto – abbia inciso anche come uomo politico. Basterebbe questo virgolettato riportato dalla fonte citata: “L’ethos di chi fa opinione in Italia è dominato dal terzomondismo comunista e dal mondialismo cattolico. Ne viene la tesi dell’esistenza di un diritto naturale all’immigrazione e ogni posizione diversa è qualificata come etnicismo e razzismo”.
Baget Bozzo, insomma, aveva avvertito tutti dei rischi comportati dall’immigrazione di massa e dall’islamizzazione della società occidentale, segnalando come il “politicamente corretto” potesse svolgere un ruolo centrale in quella che Joseph Ratzinger definisce alla stregua di una relativizzazione valoriale. Quella che sta facendo tremare i pilastri della nostra civiltà.
fonte – http://m.ilgiornale.it/news/2019/05/11/lideologia-immigrazionista-e-la-sintesi-del-cattocomunismo/1692865/