Si insedia il "governo del cambiamento" alla prova dei fatti


di Matteo Castagna
Si insedia il governo Lega-Movimento 5 Stelle. Molti non ci speravano più. Anzi, dopo la remissione del mandato da parte di Giuseppe Conte e la salita al Colle di Cottarelli, i più vedevano all’orizzonte l’ennesimo governo tecnico. Forse alcuni avevano già iniziato a consigliare ai due leader l’assai più comodo e meno responsabilizzante ruolo di tribuni della plebe.
Invece qualcosa è cambiato, proprio in quella fase. A dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, che nella politica della cosiddetta “Terza Repubblica” sono saltati tutti gli schemi, oltre ai consolidati rapporti e prassi istituzionali. Ieri il Prof. Avv. Giuseppe Conte è tornato al Quirinale con la squadra dei Ministri e c’è stato il giuramento. La prossima settimana ci sarà l’ultimo passaggio della fiducia parlamentare, che non riserva particolari preoccupazioni e sarà maggiore alla Camera e più ristretta al Senato.
Cos’è cambiato nell’arco di una settimana? C’è stato un compromesso con l’Europa per poter governare. Abbiamo toccato con mano che chi prova a formare un esecutivo, con tanto di premier, programma e maggioranza riceve il “niet” dell’ Ue tramite le figure istituzionali di garanzia, se non rassicura i mercati, ovvero l’asse Parigi-Berlino che comanda a Bruxelles attraverso le sue banche, le sue lobby e le sue agenzie di rating. Salvini, ma non solo, ha, quindi,  concluso che siamo un Paese “a sovranità limitata”. E’ oggettivo. Se non trovi almeno un metodo di convivenza, anche da divorziati in casa, con loro, vai a casa. Tutto il resto è sterile propaganda da rosiconi. Quanto accaduto ne è la prova evidente, anche per coloro che, eventualmente, avessero voluto non vedere. Il nuovo governo ha rassicurato in merito alla permanenza nell’Eurozona, in cambio di una politica sovranista in tema di immigrazione e fisco. Già ieri, però, autorevoli esponenti del governo hanno detto che l’Italia farà anche quelle cose che qualcuno nell’ Ue potrebbe non gradire. Sarà vero? Parleranno i fatti e su quelli giudicheremo, perché un conto è la diplomazia, un conto è la realtà. Un conto sono le frasi di circostanza, un conto sono le politiche effettive.
Dicono che sarà un governo di transizione, che durerà poco, perché ha tutti (quelli che “contano” nel mondo) contro e tanto mi basta per provare simpatia verso Conte e i suoi 18 Ministri (sebbene due grillini mi preoccupino in particolare, per le loro posizioni “euro-prone”, fin qui espresse). Quei “tutti”, sono anche i miei nemici pluriventennali. Ma può essere che la durata del governo non sia lunga. In politica, tutto può essere, tutto varia e cambia così rapidamente, da lasciare spesso interdetti. A mio avviso ce ne accorgeremo sempre dai fatti, ovvero dal tasso di eventuale litigiosità irrisolvibile tra i due partiti di maggioranza e da un altro fattore: le nomine nelle grandi Aziende di proprietà dello Stato. Qualche conoscenza tra gli esperti della vita istituzionale italiana mi suggerisce che un governo metta veramente solide radici quando sa trovare la quadra nei posti chiave dell’apparato. Non a caso, un banco di prova interessante sarà costituito dalle nomine RAI.
Oltre alla consolidata prassi istituzionale, questo nuovo governo, sulla carta eterogeneo, è riuscito a trovare una sintesi in un programma condiviso, che se applicato, anche solo in minima parte, potrebbe costituire una novità, che già fa schiumare di bile i poteri forti sovranazionali e locali, i kompagni, ridotti ai minimi termini sotto ogni punto di vista, le cariatidi di Stato, i media mainstream.
Salvini e Di Maio, piaccia o non piaccia, hanno rotto definitivamente gli schemi “destra-sinistra” di stampo novecentesco e, come dice il Prof. Becchi, ci hanno portati in un’ottica che divide, esemplificando, tra sovranisti ed europeisti, con tutte le sfumature, i distinguo e le precisazioni del caso, sia dall’una che dall’altra parte. Dal fronte europeista massimalista, ovvero quello completamente servo dei diktat Ue, di Junker o della Merkel, rappresentato, in italia, soprattutto dai rimasugli del Pd giungono le frasi che maggiormente ricordano il secolo scorso. Questi signori, che oggi scendono in piazza contro i “fascisti” al potere, appaiono fermi al periodo antecedente la caduta del muro di Berlino, in una forma di ’68 perenne, ove anziché difendere i lavoratori e promuovere politiche per il lavoro, perseverano nei loro fallimenti, continuando a rincorrere presunti diritti di minoranze, senza rendersi conto che esse hanno contribuito al loro minimo storico. Sì, perché il pensionato della Coop e il metalmeccanico oggi votano Lega o Movimento 5 Stelle non perché si siano risvegliati improvvisamente omofobi e razzisti, quanto perché non si sentono rappresentati da chi non fa più neppure finta di tutelarli, dimostrando di avere nei suoi pensieri solamente immigrati ed omosessuali. E’ lo stesso ragionamento, terra terra, che fanno molti cattolici osservanti della Chiesa ufficiale, che si sentono totalmente disorientati dai Bergoglio, dai Galantino e dai Bussetti, perché non sentono più parlare di Gesù Cristo e della Salvezza eterna ma dell’accoglienza indiscriminata e dell’uguaglianza forzata, persino forzando la natura voluta da Dio e stravolgendo il Dogma, la Tradizione e la disciplina ecclesiale.
La contingenza politica, oggi, ci insegna un certo pragmatismo nell’approccio e a non chiudersi nei ghetti che odorano di muffa, per non far la fine del soldato giapponese cui nessuno ha detto che la guerra è finita o per non rendersi ridicoli come quell’ottuso che si ostina a correre in salita su una scala mobile che va in discesa. La politica è l’arte del possibile, senza  dover rinunciare alla propria storia, identità, cultura, esperienza che vanno, altresì portati nella politica per migliorarla, per tamponare i danni, per limitare l’avanzare della sovversione dell’ordine naturale e cristiano, col realismo della persona intelligente e matura. Con la scaltrezza del serpente, come dice il Vangelo ai figli della Luce. Con Fede. E’ la Fede in Cristo Re che ci differenzia dagli altri, anche sovranisti, che non prendono in considerazione il dato fondamentale per cui senza la restaurazione del Papato non sarà possibile alcun cambiamento radicale del Sistema temporale. Noi preghiamo ogni giorno per questo. Ma non basta.
Ricordiamo, infine, il vecchio detto dei nostri nonni: “aiutati che il Ciel ti aiuta”, un aneddoto di Giulio Andreotti che non passa mai di moda: “il potere logora chi non ce l’ha” e una frase emblematica di Tom Wolfe, rivolta ai politici: “Il successo dipende da tre cose: da chi parla, da cosa dice e da come lo dice. E di queste tre, il cosa dice è la meno importante.” Aspettiamo i fatti concreti.
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E Verona ha il suo Ministro. Alla Famiglia e disabilità: l’ On. Lorenzo Fontana, amico da 22 anni, cattolico tradizionalista, identitario. In bocca al lupo! Come sempre, noi ci siamo. Ecco la piacevole svolta, il dato comunque storico, in controtendenza rispetto agli ultimi 20 anni:

Giugno 2015, Arsenale di Verona: Manifestazione fortemente voluta dal nostro Circolo Christus Rex in collaborazione di tutte le rappresentative di tutte le forze identitarie scaligere. Due anni dopo, giugno 2017, buona parte di chi partecipò risulterà vittorioso nell’amministrazione attuale, anche con ruoli di primo piano. Da ieri c’è anche un Ministro. Proprio alla Famiglia, a dimostrazione di quanto sia sentita la tematica.

Ecco un po’ di titoli di ieri e oggi:
Lorenzo Fontana: le famiglie gay non esistono. Ora meno aborti:
https://www.corriere.it/politica/18_giugno_02/lorenzo-fontana-famiglie-gay-non-esistono-ora-piu-bambini-meno-aborti-abc3cae2-65d4-11e8-b063-cd4146153181.shtml
Lorenzo Fontana, il ministro per la Famiglia contro le unioni gay:
https://www.vanityfair.it/news/politica/2018/06/01/lorenzo-fontana-ministro-famiglia-gay-aborto-gender

INTERVISTA AL NEO MINISTRO FONTANA

“Natalità, flat tax e home schooling: ecco i miei primi atti per la famiglia” “Flat tax subito per i nuclei con almeno tre figli …Leggi tutto »

IL DELIRIO DEI VINTI CHE SI ACCORGONO DI ESSERLO:
https://www.maurizioblondet.it/il-delirio-dei-vinti-che-si-accorgono-di-esserlo/

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