Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 37/19 dell’8 maggio 2019, Apparizioni di San Michele
Dio li benedica tutti, li protegga e porti loro la vittoria contro la peste terrorista che è stata portata loro dai mostri in Occidente e dai tiranni loro alleati che sono la Turchia, gli Stati del Golfo e Israele”.
Sulla linea del fronte di Idlib, le città cristiane si preparano con coraggio e fede alla sfida del terrorismo
Sono appena tornata a Damasco dopo aver trascorso quasi 4 giorni nelle città cristiane siriane di Al Skeilbiyyeh e Mhardeh. Durante la mia permanenza ad Al Skeilbiyyeh, la città è stata attaccata da Hayat Tahrir Al Sham (già Fronte al Nusra / Al Qaeda). Il 24 aprile, 16 missili Grad lanciati dai terroristi hanno preso di mira case di civili nella città, causando ingentissimi danni materiali, ma per fortuna niente martiri o feriti.
Le Forze di Difesa Nazionale (NDF) hanno risposto vigorosamente e le mie foto mostrano il successo dei bersagli sulle enclavi terroristiche nella Cittadella di Madiq – l’edificio bianco più alto (una ex fabbrica di grano e centro di stoccaggio) è ora occupato da una combinazione di Elmetti Bianchi e Fronte Al Nusra, secondo i soldati delle NDF.
Più tardi nella stessa notte, gli attacchi si sono intensificati considerevolmente, le forze terroriste del Fronte Al Nusra si sono avvicinate a meno di 200 metri dalla città e ci è stato chiesto di tornare in luoghi riparati. Il lancio di missili da parte delle NDF è stato un suono gradito, conoscendo la vicinanza del Fronte Al Nusra ai civili di questa città risoluta e resiliente. Un razzo del Fronte Al Nusra è esploso a meno di 10 metri da dove mi trovavo, secondo i soldati (e il suono dell’esplosione). Mentre le NDF intensificavano il loro fuoco difensivo sulle posizioni terroristiche, un caro amico, Wissam Sliman, mi ha inviato i seguenti messaggi che era riuscito a raccogliere tra i combattenti terroristi: Primo terrorista: “Giuro su Dio, senti come se la terra si spezzasse con ogni razzo che atterra”. Secondo terrorista: “Bastardi! Loro (NDF) stanno sparando 4 o 5 proiettili simultaneamente”.
La strategia determinata dal comandante delle NDF, Nabel Alabdalla, era quella di mirare agli avvicinamenti di Al Nusra verso la città di Al Skeilbiyyeh, per respingere i terroristi che avanzavano e costringerli a rientrare nelle loro tane nella Cittadella di Madiq. Le NDF hanno avuto successo: dopo alcune ore di scambi di fuoco, divenne chiaro che i vigliacchi terroristi si erano ritirati, sopraffatti dal superiore coraggio e dall’intelligenza delle forze delle NDF che hanno difeso la loro città e il loro popolo negli ultimi otto anni. I terroristi non sono mai stati in grado di entrare a Skeilbiyyeh durante tutto questo tempo.
La mattina seguente, i jet russi Sukhoi si potevano udire sopra la testa, e un certo numero di aree occupate dai terroristi a Hama e Idlib sono tutt’ora il loro obiettivo.
Il giorno seguente era il Venerdì Santo e i civili si sono riversati nelle strade di Al Skeilbiyyeh per la processione della bara di Gesù Cristo. La chiesa era gremita, le persone in piedi nei corridoi per la cerimonia, nonostante il pericolo che avevano appena affrontato. La fede in Nabel Alabdalla e nei suoi soldati è qualcosa che viene espressa da tutti i cittadini di questa città, le persone si sentono al sicuro perché sanno che saranno protetti da ogni tipo di male che possa minacciarli, da questi giovani uomini e donne coraggiosi senza paura.
Dal più vecchio cittadino, il novantanovenne Abdullah Elias Farouh (fotografato con Nabel Alabdalla), al più giovane, tutti si sono riuniti nella chiesa, nelle strade e poi nei ristoranti in questo giorno di lutto per la morte di Cristo.
Abbiamo trascorso del tempo prezioso nella campagna di Al Skeilbiyyeh, tra i campi di grano ora incolti, gli uliveti, i pistacchi che si estendono tutti in lontananza dove le montagne incombono sui campi verdeggianti e sui paesaggi assolati.
Cavalli che pascolano liberamente sul ciglio della strada sotto il forte sole primaverile. Un momento di natura sublime tra il caos e il disordine creato dall’Occidente che ha infranto la pace e la semplicità di questa antica terra e della sua gente.
Nabel Alabdalla si è fermato sul ciglio della strada per salutare Umm Firdaus, vestita tradizionalmente nelle foto. Umm Firdaus ha manifestato un profondo amore e ammirazione per Nabel mentre conversavano: il suo viso avvolto di sorrisi e di gioia.
L’arazzo multicolore di cui è fatta la Siria si riflette nelle città di Skeilbiyyeh e Mhardeh: la diversità, l’unità, la solidarietà sono espresse attraverso la parola e l’azione senza esitazione. Quando ho riferito riguardo al razzo che aveva preso di mira la casa di Maha Asaad e la sua figlia disabile di 25 anni, Amal, la risposta è stata immediata, la gente ha iniziato a chiamare i funzionari della città e a chiedere cosa potevano fare per aiutare. Il razzo era entrato dal tetto dell’edificio in una stanza dove Maha e sua figlia e altri due civili si stavano riposando, miracolosamente nessuno è rimasto ferito. In una città in cui la comunità è così importante, nessuno sarà lasciato senza aiuto o supporto. Questa è la Siria.
A Mhardeh ho intervistato le famiglie dei martiri più recenti, uccisi durante gli attacchi terroristici missilistici: Yousef Habib Najjar di 42 anni, padre di due figli, e il 22enne Majed Monif Qiddeeseh. Pubblicherò queste interviste a breve. Era straziante condividere il dolore e la perdita di queste famiglie, ma la luce della resistenza bruciava ancora così intensamente nelle loro parole, nei loro occhi e nella loro determinazione a rimanere nella loro terra e nel loro rifiuto di permettere che il lutto li portasse a lasciare le loro case. Mi sono sentita profondamente umile davanti alla fermezza che queste persone gentili e generose mostrano attraverso le loro lacrime e i ricordi di un figlio o di un padre / fratello / marito che non avrebbero mai dovuti essere loro rubati.
La nonna di Majed mi ha detto che lui rideva e scherzava sempre, che l’avrebbe abbracciata ogni giorno rassicurandola che l’avrebbe tenuta al sicuro durante gli attacchi terroristici.
Il fratello di Yousef, Dr. Noni, è un neurochirurgo. Quando Yousef è stato ferito dalle schegge del missile che ha anche preso la vita di Majed, è stato il Dr. Noni che ha dovuto operare il proprio fratello. La scheggia era entrata nel cervello di Youssef dalla nuca e nonostante tutti gli sforzi del dottor Noni per salvare la vita di suo fratello, non è stato in grado di farlo.
A volte mi sento sopraffatta dal dolore e dalla sofferenza che queste persone eroiche devono sopportare, ma è la loro resistenza e dignità che dovrebbe incoraggiarci tutti a combattere più fortemente per loro, a negare ai nostri governi la vittoria che stanno cercando – spezzare gli animi di queste persone nobili con tutti i mezzi a loro disposizione, militari, economici, psicologici – … Queste persone non meritano queste tenebre, meritano di essere lasciate vivere in pace.
Ho voluto scrivere solo queste parole stasera, perché sono fresche nella mia mente e nel mio cuore. Ne aggiungerò altre molto presto, ma per ora vi lascio con queste immagini di questa bellissima regione e della sua bella gente. Dio li benedica tutti, li protegga e porti loro la vittoria contro la peste terrorista che è stata portata loro dai mostri in Occidente e dai tiranni loro alleati che sono la Turchia, gli Stati del Golfo e Israele.
Articolo di di Vanessa Beeley (figlia di un diplomatico britannico), traduzione Gb. P. OraproSiria
fonte – http://www.centrostudifederici.org/siria-testimoni-non-imbavagliati/
Questi sono gli articoli che dovrebbero circolare OGNI GIORNO in Europa, per gli europei, per capire e ricordare che c’è chi muore per guerre provocate dai soliti adoratori di satana che da centinaia di anni riversano il loro odio contro gli umani ! Avessero gli europei, debosciati, simile coraggio e capacità di morire ! Gli silamici immigrati rimarrebbero ammirati e si convertirebbero a migliaia…
Grazie molte alla redazione.