Com’è umano lei

A statue of first Israeli prime minister David Ben Gurion seen at the departure hall of Ben Gurion International Airport. October 05, 2016. Photo by Nati Shohat/FLASH90 *** Local Caption *** 
Segnalazione del Centro Studi Federici

Nello stato  d’Israele, che si definisce “esclusivamente ebraico” (legge approvata alla Knesset il 19/7/2018), dopo molte opposizioni ed esitazioni è stato concesso ai non ebrei uno spazio di preghiera all’aeroporto di Tel Aviv (seppur con una cartellonistica discreta per evitare atti di vandalismo da parte degli ebrei ortodossi).
 
Sale di preghiera per cristiani e musulmani all’aeroporto di Tel Aviv
In una nuova ala del Terminal 3 dell’aeroporto internazionale israeliano sono state aperte due sale distinte per la preghiera dei non ebrei
 
Due mani aperte nel gesto della preghiera, sopra una scritta in ebraico, in arabo e inglese. Nella nuova ala E del Terminal 3 dell’aeroporto Ben Gurion – l’aeroporto internazionale di Israele – un cartello semplice e non confessionale indica da qualche settimana le «stanze della preghiera». Ambienti semplici, aperti senza troppo clamore, ma che segnano un gesto importante: il debutto di uno spazio pubblico pensato per la vita spirituale dei non ebrei in un ambiente tra i più frequentati di Israele.
Esisteva ovviamente già una sinagoga nell’aeroporto Ben Gurion, come in tutti i più importanti luoghi di incontro israeliani. Ed era già dal 2006 che l’autorità aeroportuale aveva parlato dell’idea di aprire nel nuovo Terminal uno spazio per la preghiera non ebraica, anche in ragione del fatto che musulmani e cristiani rappresentano insieme quasi il 20% della popolazione israeliana e frequentano come tutti gli altri l’aeroporto. Questo progetto si era perso però nei meandri della burocrazia, finché a rilanciarne l’esigenza è stato un incidente singolare: nel 2015 nel giorno di Simchat Torah – una festività ebraica, durante la quale gli ebrei religiosi non viaggiano – una famiglia di turchi musulmani in transito dall’aeroporto ha scambiato la sinagoga completamente vuota per una moschea e si è messa lì a pregare, utilizzando addirittura i tallit (i manti della preghiera della tradizione ebraica) come tappeti. Quando qualche passante se n’è accorto e glielo ha fatto notare la famiglia ha immediatamente interrotto la propria preghiera scusandosi, mostrando così di essere in buona fede e di non aver avuto alcun intento provocatorio. Ma le immagini erano comunque troppo ghiotte per non circolare sui social.

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Il Corriere della Sera si schiera: "L'islamismo uccide la nostra civiltà"

http://www.secoloditalia.it/files/2018/02/gori-vuole-il-patto-con-lislam.png

l’analisi del rapporto con i cittadini islamici che vivono in Italia, dalle colonne del Corriere del professor Angelo Panebianco, centra la questione Islam

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Resistenza, l'Anpi alla comunità islamica: "Tra i partigiani anche numerosi musulmani"

https://www.piacenza24.eu/wp-content/uploads/2018/04/incontro-anpi-comunit%c3%a0-islamica-piacenza-11.jpg

“La storia ci insegna” è il titolo dell’incontro tenuto ieri presso la sede della Comunità Islamica di Piacenza. Ad…

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https://www.piacenza24.eu/resistenza-lanpi-alla-comunita-islamica-tra-i-partigiani-anche-numerosi-musulmani/ Continua a leggere

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Savona, statua censurata per non offendere i musulmani

Nel Savonese un drappo rosso sul nudo di Epaminonda durante il convegno interreligioso. I musulmani: “Non l’abbiamo chiesto noi”
di Chiara Sarra
La statua è troppo nuda, offende i musulmani. Proprio come nel gennaio 2016 – quando i Musei capitolini velarono i nudi per non indignare il presidente iraniano Rohani in visita in Italia -, una statua di Epaminonda è stata coperta con un drappo rosso e un quadro raffigurante una donna nuda di spalle intenta a lavarsi è stato spostato per non irritare le associazioni musulmane.
A denunciarlo è Mario Capelli Steccolini il pittore e scultore autore delle opere in mostra a Cairo Montenotte, nel Savonese. “Alla faccia di chi ha detto che era una mia trovata pubblicitaria; hanno coperto Epaminonda!”, ha scritto sulla sua pagina Facebook. E poi ha aggiunto: “Sia chiaro, Epaminonda è stato coperto dai musulmani per esigenze loro cerimoniali. Il quadro l’ho tolto io a loro richiesta. L’Amministrazione non ha colpe”. Continua a leggere

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