Riserve auree Cina e Russia: una minaccia per dominio Usa

oroSegnalazione Wall Street Italia
La montagna di oro accumulata da Cina e Russia fa parte della strategia dei due paesi di prendere le distanze dal commercio internazionale denominato in dollari USA. È l’opinione dell’esperto di metalli preziosi Ronan Manly di BullionStar, che in un’intervista al sito RT ha spiegato che è possibile che i due paesi stiano accumulando oro per legare le loro monete al metallo prezioso e quindi indebolire il dominio globale del dollaro USA.

“La Cina e la Russia hanno accumulatin maniera aggressiva le loro riserve auree negli ultimi 10 – 15 anni“, ha detto, aggiungendo che solo un decennio fa le riserve di ciascuno dei due paesi si aggiravano intorno alle 400 tonnellate. “Ora entrambi i paesi detengono complessivamente  3.670 tonnellate di oro” ha spiegato Manly, aggiungendo che “è interessante notare come sia la Russia che la Cina rendono pubbliche le loro riserve di oro e fanno riferimento al metallo prezioso come risorsa monetaria strategica. Sul fronte opposto, invece, gli Stati Uniti minimizzano costantemente il ruolo strategico dell’oro. “

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Dalio: “Recessione fomenterebbe rivolte in Usa”

Dalio: Segnalazione di Wall Street Italia
di Daniele Chicca
In caso di recessione economica negli Stati Uniti, si rischia un aggravamento delle tensioni sociali, con la prima potenza economica e geopolitica al mondo che potrebbe assistere a sommosse e rivolte. È quanto teme Ray Dalio, gestore del grande fondo da 150 miliardi di dollari Bridgewater Associates.
In un paese che è stato teatro delle proteste di Occupy Wall Street contro il cosiddetto 1% della popolazione privilegiata, in un contesto di stipendi stagnanti e tagli alle tasse per multinazionali e ricconi, alcune fette della popolazione si sentirebbero infatti relegate ai margini.
Il paese non è mai stato tanto polarizzato come lo è da quando è stato eletto un presidente controverso come Donald Trump. Inoltre, come sottolinea il gestore del fondo hedge più grande al mondo, il 60% delle famiglie non esce avvantaggiato dalla maxi riforma fiscale che aumenta il deficit e premia i più benestanti. Se l’economia frena saranno guai.

Se gli Stati Uniti piombano in una fase di recessione i problemi non si limiterebbero infatti soltanto al campo economico: “Se subiremo un rallentamento della fase di espansione dell’economia”, dice Dalio in un’intervista al Wall Street Journal, “temo che salteremo gli uni addosso agli altri“.
Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/fondo-hedge-recessione-causerebbe-rivolte-in-usa/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter:+WallStreetItalia&utm_content=04-01-2018+dalio-recessione-fomenterebbe-rivolte-in-usa+primo-piano

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Mercati emergenti: chi spiccherà il volo nel 2018

Borse: Tokyo sfiora i massimi di quasi due anniSegnalazione Wall Street italia
di Mariangela Tessa
Singapore e Taiwan sono probabilmente le opportunità di investimento più interessanti nel 2018. Ne è convinto Jason Pidcockgestore del fondo Jupiter Asia Pacific Income (SICAV), che in una nota odierna mette in evidenza come i due paesi beneficeranno della crescita strutturale nel lungo termine di settori come viaggi, turismo, intrattenimento o healthcare. Il gestore ha aggiunto che la produzione di hardware tecnologico rimarrà probabilmente un fattore chiave per la regione.

“Nei prossimi dodici mesi è probabile che la crescita degli utili e dei dividendi prosegua in tutta la regione e il panorama politico dovrebbe essere più stabile”dice il gestore in una nota, specificando i due paesi risultano interessanti sia dal punto di vista delle valutazioni sia dal punto di vista dei bilanci solidi

Da un punto di vista macro, Pidcock sottolinea che: Continua a leggere

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Parte male il 2018 del Bitcoin: prezzi sotto $14 mila. Stockman: “finirà con un enorme crash”

Segnalazione di Wall Street Italia
di Mariangela Tessa

Parte male il 2018 per il Bitcoin. Nelle contrattazioni di ieri, la regina delle criptovalute ha esteso le perdite dal record di $19,511 toccato lo scorso 18 dicembre. Secondo i dati Bloomberg, ieri la divisa virtuale è scesa sotto la soglia dei 14 mila dollari (-4,8% da venerdì) a $13,624.56.
Non si arrestano intanto le critiche nei confronti del boom delle criptovalute che si sono lasciate alle spalle un anno, il 2017, da record. In un’intervista alla Cnbc, David  Stockman, ex Direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio degli Stati Uniti, ha ammonito gli investitori dicendo chela crescita spettacolare dei prezzi delle criptovalute finirà male. Anzi malissimo.
Stockman non ha risparmiato le sue critiche nei confronti di chi investe in questi asset, definendoli “stupidi speculatori convinti che gli alberi crescono fino al cielo”.
Per Stockman, la febbre per i bitcoin si concluderà con un “crash spettacolare”. Ma le profezie negative di Stockman non riguardano solo il Bitcoin ma si estendono anche alle azioni. Ripetendo quanto già affermato lo scorso settembre, quando aveva anticipato un crollo tra il 40 e il 70%, l’economista ha detto di aspettarsi “una tempesta enorme finirà per travolgere l’azionario”.
Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/parte-male-il-2018-del-bitcoin-prezzi-sotto-14-mila-stockman-finira-con-un-enorme-crash/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter:+WallStreetItalia&utm_content=02-01-2018+parte-male-il-2018-del-bitcoin-prezzi-sotto-14-mila-stockman-finir-con-un-enorme-crash+primo-piano

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