Germania, rivolta anti immigrati a Chemnitz: "Fuori dalle nostre città"

Berlino, 28 ago -Ennesimo flop per la Germania multiculturale ed accogliente targata Merkel. A Chemnitz, cittadina della Sassonia, sono giorni di passione (e di rivolta). Dopo l’accoltellamento (con conseguente decesso) di un 35enne tedesco, reo di difendere la moglie da molestie, la cittadinanza è in piena rivolta dalla scorsa domenica. Più di mille manifestanti sono scesi in piazza con lo slogan “fuori gli stranieri“: difatti gli indagati sono un immigrato iracheno ed uno siriano. Promotori dell’iniziativa, Pegida (acronimo di “Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente”) congiuntamente a AfD (Alternativa per la Germania): partito politico sovranista, fondato nel 2013 da Bernd Lucke.

Grande l’imbarazzo di Merkel e colleghi: la situazione fuori controllo è sotto gli occhi di tutti. E non solo degli esasperati tedeschi. Ciononostante, il portavoce della cancelliera Steffen Seibert, così commenta l’accaduto: “È importante per il governo, per tutti gli eletti democratici e, penso, per una vasta maggioranza di popolazione, dire chiaramente che questi raggruppamenti illegali e questa caccia collettiva a persone di apparenza o origine diversa, o ancora i tentativi di seminare l’odio nelle strade, non hanno posto in Germania”. Negare l’evidenza, evidentemente, è sport in cui eccelle non solo la sinistra italiana.

VIDEO
fonte – https://www.ilprimatonazionale.it/primo-piano/germania-rivolta-anti-immigrati-a-chemnitz-fuori-dalle-nostre-citta-91975/

Condividi

Salvini smaschera la Caritas: "Accogliete solo per fare quattrini?"

3 Maggio 2019

Il Viminale taglia i fondi e la Caritas non partecipa più ai bandi per l’accoglienza dei migranti. Salvini: “Lo fate solo per soldi”

Non appena Matteo Salvini ha deciso di tagliare i fondi per l’accoglienza, in molti si sono tirati indietro dal business per spartirsi i disperati che sbarcano sulle nostre coste. Tra questi c’è anche la Caritas italiana che da settimane ha deciso di non partecipare più ai bandi per l’accoglienza diffusa. “Viste le limitazioni imposte all’accoglienza dal decreto Salvini è l’unica strada rimasta”, ha lamentato in una intervista al Corriere del Veneto monsignor Corrado Pizziolo, presidente dell’istituto di carità dei vescovi, spiegando, senza troppi giri di parole, che senza un adeguato sovvenzionamento dalle case pubbliche, la Chiesa non è più “disposta a sostituirsi allo Stato”.

Continua a leggere

Condividi

Orban porta Salvini al confine ungherese: ​"Così ci difendiamo dai migranti"

 

Il faccia a faccia per tessere una nuova alleanza in Europa. Orban porta Salvini a Roeszke: “Ecco come difendiamo i confini dai migranti”

Un Partito popolare europeo che distolga lo sguardo da sinistra, stracciando l’alleanza degli ultimi anni con i socialisti e che si rivolga invece verso destra, verso il nuovo gruppo sovranista a cui sta lavorando Salvini. A quella che sembra una missione impossibile, visti gli orientamenti attuali a Strasburgo e Bruxelles della dirigenza del Ppe, mirano il leader del Carroccio e un peso “massimo” dei futuri equilibri europei come Orban, recentemente sospeso dal Ppe proprio per le sue posizioni estremiste. Oggi Salvini è appunto in visita istituzionale a Budapest e, in qualità di ministro dell’Interno, avrà un bilaterale con l’omologo Pinter. Ma non è un mistero che il vero motivo del viaggio è mettere sul tavolo del leader di Fidesz le future alleanze in vista del voto del 26 maggio.

Ieri, nel corso di un comizio elettorale a Tivoli, Salvini ha spiegato che la visita da Orban servirà “a costruire un’Europa diversa che protegga i confini e la nostra cultura”. “Dipende dagli elettori, dipende da come voteranno i cittadini italiani – ha continuato il vice premier – se scelgono la Lega, quello che stiamo facendo in Italia lo faremo in Europa ovviamente alleandoci con tutti tranne che con la sinistra”. L’ultimo incontro ufficiale tra i con il premier ungherese risale allo scorso agosto, a Milano, nella sede della prefettura. “Salvini ha un ruolo politico importante, noi abbiamo interesse a consolidare con lui un buon rapporto – ha spiegato ieri Orban in una intervista alla Stampa – la gente qui lo vede come un compagno della stessa sorte, subiamo entrambi attacchi, ma lui è l’eroe che ha fermato per primo le migrazioni dal mare, noi sulla terra”.
Con Salvini Orban non ha parlato “solo di temi bilaterali”, ma “anche di affari di partito”. E per questo lo ha portato a Roeszke, al confine con la Serbia, dove gli ha fatto vedere come gli ungheresi difendono la frontiera. E anche su queste tematiche (il controllo dell’immigrazione di massa e la difesa dei confini) che dovrebbe stringersi la nuova alleanza tra Lega e Fidesz, portando così il primo partito di Budapest fuori dall’alveo del Partito popolare europeo. “Il Ppe – ha accusato Orban – si sta preparando a compiere un suicidio, vuole legarsi alla sinistra e così andare insieme a fondo. La verità è che non abbiamo successo, abbiamo sempre meno primi ministri del Ppe e avremo anche meno seggi”.
fonte – http://m.ilgiornale.it/news/2019/05/02/orban-porta-salvini-al-confine-ungherese-cosi-ci-difendiamo-dai-migran/1687579/

Condividi

Saviano si fionda sul business migranti

L’ultima sua “fatica” letteraria è un libro di foto. Che non ha scattato lui
Ah, il business dei migranti! In Italia non si parla d’altro, come fossero la soluzione di ogni problema mentre l’Italia affonda economicamente: un tweet su due di Matteo Salvini è sui migranti bloccati grazie a lui, ma ormai anche un libro su due è sui migranti, di chi pensa che non vadano mai bloccati.
Sono due retoriche che da una parte portano voti, e dall’altra guadagno. Con il migrantismo e l’antimigrantismo non ci perde mai nessuno, una figata.
Essere pro o contro i migranti da noi è la topica più mainstream ci sia. E dove c’è mainstream non poteva mancare Roberto Saviano, che dopo aver fatto diventare la lotta alla mafia un best seller e una serie Netflix, ora trasforma il problema dei migranti in un libro fotografico, titolo In mare non esistono taxi, editore Contrasto, le foto non sono le sue ma «l’autore dialoga con la fotografia come testimonianza della realtà». Una meraviglia, questo dialogo, sicuramente commovente, strappalacrime, praticamente un Harmony illustrato in mare aperto. Perché «in mare aperto basta lo schiaffo di un’onda per ribaltare un’imbarcazione, in mare aperto non c’è nessuno e non c’è nessun taxi da chiamare».

Che verità profondissime, io non ci avevo mai pensato che in mare aperto non ci fossero i taxi, magari è possibile anche che ci spieghi che in centro a Milano o a Roma non ci sono squali. Come quando dice che «raccontare tutto questo è difficile, smontare le menzogne è difficile, ma contro la bugia non c’è altra pratica che la testimonianza». E quando la testimonianza non basta c’è lui, Saviano, che te la commenta. Perché lui vede quello che altri non vedono e anche se uno te lo mostra con una foto lui te la fa vedere meglio.

Non state lì a chiedervi quali soluzioni serie vengano proposte per i flussi migratori, di certo non sono quelle di Salvini, ma neppure quelle di chi sarebbe pronto a far sbarcare tutta l’Africa in Italia, oltre un miliardo di persone. Non state a chiedervelo perché le soluzioni sono complesse, ma il business è semplice, più semplice è e meglio è, e Saviano ha sempre saputo quello che fa, non per altro io come scrittore sono potuto entrare in Mondadori solo quando se ne andò Saviano (quando Saviano si accorse che la Mondadori era di Berlusconi), a causa delle mie critiche ai romanzi di Saviano (quando nessuno osava toccarlo). Al mio amico Antonio Franchini chiesi: «Ma cos’è, una mafia?», mi rispose «no, purtroppo è il mercato».
Il mainstream è un potere, è farsi il giro di tutte le trasmissioni importanti con il proprio prodotto confezionato, è andare da Fabio Fazio e essere trattato come se tu fossi Jean Paul Sartre, è questo struggente libro dove si dialoga con delle foto, senza neppure essere andato lì a scattarle tu, perché mica è un fotografo, Saviano, lui dialoga, ci apre gli occhi e ce li inumidisce, ci fa battere il cuore come neppure Liala. Dal 9 maggio in libreria, dall’11 maggio a Torino, preparate i soldi. Io a questo punto ci vedrei bene una nuova serie Netflix. Così, tanto per arrotondare le entrate. Non dei migranti, ma del proprio conto in banca.
fonte – http://m.ilgiornale.it/news/2019/04/30/saviano-si-fionda-sul-business-migranti/1686513/

Condividi

Immigrati, ecco le carte: una toga allertava Lucano

L’idolo dei buonisti e dei cattocomunisti
Scandalo accoglienza, un giudice dava suggerimenti all’ex sindaco di Riace eroe della sinistra: “Non parlare al telefono”

M immo Lucano ha avuto molti amici al suo fianco, da quando è stato investito dall’indagine che l’ha portato prima agli arresti domiciliari e poi al divieto di risedere a Riace, nel Comune che ha trasformato in un simbolo planetario dell’accoglienza.

Ma uno di questi amici è stato più amico di altri, fornendogli sottobanco preziosi consigli su come togliersi dai guai. Erano consigli assai autorevoli, perché questo amico è un magistrato in servizio alla Corte d’appello di Catanzaro, ripetutamente intercettato dalla Guardia di finanza mentre parla con l’ex sindaco o gli manda messaggi e mail. Il tema è sempre quello: l’indagine in corso da parte della Procura di Locri, quella terminata l’11 aprile scorso con il rinvio a giudizio di Lucano e di altre ventisei persone per associazione a delinquere, truffa, corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il giudice dà i suoi consigli, insulta gli avversari di Lucano, e soprattutto dà all’amico un avvertimento prezioso: «Non parlare al telefono». In pratica, lo avvisa che può essere intercettato.
Il giudice si chiama Emilio Sirianni, e ha rischiato di pagare caro l’aiuto a Lucano. La Procura di Locri, dopo essersi imbattuta nelle sue intercettazioni, ha deciso di aprire un’inchiesta. Prima un fascicolo esplorativo, poi, di fronte alla mole di elementi che emergevano, iscrivendo Sirianni nel registro degli indagati per favoreggiamento. Al termine delle indagini preliminari, la Procura ha chiesto di archiviare l’indagine. Ma nel medesimo provvedimento gli inquirenti hanno parole pesanti per il collega: «Il contegno mantenuto – scrivono – è stato poco consono a una persona appartenente all’ordinamento giudiziario, la quale peraltro era consapevole di parlare con persona indagata»; e ricordano che «in svariate occasioni il dottor Sirianni ha allertato il Lucano a parlare di persona con lui evitando comunicazioni telefoniche».

Condividi

Guerra civile in Libia? La maggioranza degli italiani è favorevole alla chiusura dei porti

Il ministro della Difesa Trenta pensa che arriveranno molti “profughi” dalla Libia, ma gli italiani hanno le idee chiare. Il 56,7% degli italiani pensa che sia giusto chiudere i porti italiani per impedire l’arrivo dei clandestini, contro il 43,3% che è contrario. A sostenere l’embargo sono il 90,1% degli elettori della Lega; il 68,5% degli elettori di Fi e il 61,9% di quelli del M5S; mentre sono contrari l’86,4% degli elettori del centrosinistra. E’ il quadro che emerge da un sondaggio Quorum – Youtrend per Sky tg24. Secondo il 76,1% degli intervistati inoltre la crescita sensibile del peso dei partiti sovranisti all’interno del Parlamento Europeo non aiuterà l’Italia a difendere i propri interessi in Europa, contro il 23,9% di chi, invece, lo considererebbe un aiuto. A tal proposito il 14,8% degli italiani si ritiene sovranista contro l’85,2% che invece non si ritiene sovranista. In particolare a ritenersi sovranista è il 51,2% degli elettori della Lega, il 6,3% di quelli del M5S e nessun elettore del centrosinistra.
leggi tutto
fonte – https://www.secoloditalia.it/2019/04/guerra-civile-in-libia-la-maggioranza-degli-italiani-e-favorevole-alla-chiusura-dei-porti/

Condividi

Danimarca, guerra multietnica: 23 arresti. Media in silenzio

Siamo in Danimarca. E’ possibile che un gesto provocatorio scateni una guerra multietnica? A quanto pare sì. Un libro caduto a terra. un Corano, sacro per qualcuno, logicamente meno importante per altri. Gesto provocatorio quello di Rasmus Paludan, avvocato e attivista di un partito di destra, Stram Kurs, che lotta dalla sua fondazione contro l’immigrazione di massa. Gesto magari criticabile, sicuramente un po’ sopra le righe.
Ma di violenza non c’è traccia. Quella la scatenano i “danesi di importazione”, mettendo a ferro e fuoco la città, incendiando 70 automobili, distruggendo vetrine. Naturali gli scontri con la polizia, che ha dovuto reagire in vari modi, utilizzando i lacrimogeni e arrestando 23 persone.
 
Guarda caso il luogo di questo meraviglioso teatro di pace tra popoli è un quartiere multiculturale: Nørrebro, nella capitale Copenaghen, in cui un abitante su 6 non possiede il passaporto danese. Niente di paragonabile a Malmoe o ad altre comunità della Svezia o del Belgio, ma diciamo che si stanno facendo significativi passi avanti.
In ogni caso, Paludan voleva ripetere il gesto, ma è stato frenato dalla polizia che lo ha intimato ad evitare ulteriori provocazioni. Ovviamente, silenzio totale sui media italiani, che tacciono sulla vicenda. Sarà il caso di Notre Dame a concentrare tutte le attenzioni? Può darsi, ma siamo convinti che qualche naufragio al di fuori delle acque di competenza italiane sarebbe stato lanciato sul web con una certa decisione.Danimarca, guerra multietnica: 23 arresti. Media in silenzio
FONTE – https://oltrelalinea.news/2019/04/16/danimarca-guerra-multietnica-23-arresti-media-in-silenzio/

Condividi

Mimmo Lucano. Nuovi guai per il paladino dei migranti

Mimmo Lucano. Oltre il nuovo avviso di garanzia a Riace c’è un’altra indagineRinviato a giudizio ma oltre all’avviso di chiusura indagine con l’accusa di truffa a Riace è scattato il sequestro del Parco…di Antonio Amorosi

Il caso Riace si allarga. Nelle scorse ore una nuova tegola è caduta su Mimmo Lucano, il sindaco di Riace (ora sospeso), e sulle cooperative coinvolte nella gestione locale dei migranti. Ma non basta, un ulteriore sequestro potrebbe aprire un ennesimo capitolo sulla vicenda che sta portando una luce diversa sulla cittadina calabrese diventata famosa nel mondo per l’accoglienza
Dopo il rinvio a giudizio per il processo “Xenia”, Lucano risulta anche indagato per truffa aggravata.
Due giorni fa l’ex sindaco è stato raggiunto da un nuovo avviso di chiusura indagini, atto notificato dai carabinieri. Il caso, sempre relativo alla gestione dei migranti, si baserebbe su una contestazione di circa 134.000 euro di denaro pubblico erogato impropriamente.

leggi tutto
fonte – http://www.affaritaliani.it/cronache/mimmo-lucano-oltre-il-nuovo-avviso-di-garanzia-a-riace-c-e-un-altra-indagine-599458.html

Condividi

Libia, Salvini avverte: "Migranti? I porti restano chiusi"

Il ministro degli Interni, Salvini, rifiuta l’ipotesi di un aumento dei flussi migratori verso l’Italia: “In Italia si arriva con il permesso”
Matteo Salvini manda un messaggio chiaro sulla crisi in Libia. Il ministro degli Interni rifiuta l’ipotesi di un aumento dei flussi migratori verso l’Italia e di fatto pone già dei paletti che potrebbero mettere a riparo il Paese dall’arrivo di migranti dalla Libia.
“Non cambia nulla sulle politiche migratorie per l’Italia: in Italia si arriva con il permesso, coloro che scappano dalla guerra arrivano in aereo come stanno facendo. Ma i barchini, i gommoni o i pedalò in Italia, nei porti italiani non arrivano”, ha affermato il titolare degli Interni a margine della gara di Formula E.
Poi il ministro ha puntato ancora una volta il dito contro la Francia: “Stiamo lavorando perchè in Libia le cose non peggiorino, speriamo che tutti i Paesi occidentali facciano lo stesso e non ci sia qualcuno che come in Passato giochi alla guerra per motivi economici, in passato la Francia lo fece e spero non stia rifacendo lo stesso scherzetto perchè poi ne pagano le conseguenze”. Di fatto Salvini ha il sospetto che dietro la crisi libica e l’avanzata di Haftar verso Tripoli possa esserci proprio lo zampino dell’Eliseo. Un sospetto questo che ha trovato spazio anche tra i libici di Tripoli che sono scesi in piazza indossando i gilet gialli contro Macron. Infatti proprio ieri n gruppo di manifestanti libici ha protestato nella capitale denunciando le ingerenze di Parigi nella crisi ed il sostegno all’avanzata del generale Khalifa Haftar. I manifestanti avevano con se anche cartelli con su scritto “giù le mani dalla Libia” e “Macron, il petrolio non vale il mio sangue”.

fonte – http://www.ilgiornale.it/news/politica/libia-salvini-avverte-migranti-i-porti-restano-chiusi-1679015.html?mobile_detect=false

Condividi

Svezia, il paradiso umanitario ostaggio degli immigrati

L’inchiesta del Messaggero racconta il naufragio del modello “porte aperte” nel paese dei sessanta ghetti impenetrabili da autorità e polizia Luglio 2017: Dan Eliasson, capo della polizia svedese, rompe il muro di omertà del governo e si rivolge ai cittadini con un appello in tv: «Aiutateci, aiutateci!». Eliasson racconta che le aree sfuggite al controllo dell’autorità di Stato e “vietate” alle forze dell’ordine sono ormai …

Leggi tutto.

fonte – https://www.maurizioblondet.it/?email_id=2733&user_id=13803&urlpassed=aHR0cHM6Ly93d3cubWF1cml6aW9ibG9uZGV0Lml0L3N2ZXppYS1pbC1wYXJhZGlzby11bWFuaXRhcmlvLW9zdGFnZ2lvLWRlZ2xpLWltbWlncmF0aS8&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions

Condividi
1 2 3 4 5 9