CONCLUSO IL PROCESSO DI SILVANA DE MARI

CONCLUSO IL PROCESSO DI SILVANA DE MARI

Le dichiarazioni della scrittrice cattolica e l’intervista al suo avvocato parlano delle luci e delle ombre della sentenza che l’ha assolta da quasi tutte le accuse
di Andrea Zambrano

«Nessun trionfalismo, ma anche nessun disfattismo. Il principio fondamentale della libertà di espressione però è stato salvaguardato». E’ la posizione più che realista tenuta dall’avvocato Mauro Ronco che nel processo di ieri a Torino contro Silvana De Mari ha commentato la sentenza del tribunale che condanna il medico per uno solo dei capi di imputazione che le venivano contestati mentre la assolve per tutti gli altri, compresa quell’intervista alla Zanzara che la proiettò tra i casi mediatici più rilevanti.
In sostanza, con la sentenza del giudice Eugenia Melania Cafiero la De Mari dovrà pagare una multa di 1.500 e una provvisionale di 2.500 euro al Coordinamento Torino Pride e a Rete Lenford per aver legato l’attività dei gruppi Lgbt allo sdoganamento della pedofilia. Per tutte le altre accuse invece è stata assolta.
E’ errato dunque cantare vittoria come hanno fatto i giornali della causa Lgbt, ma lo sarebbe anche da parte di chi ha sostenuto la battaglia di Silvana De Mari gridare al pericolo scampato perché una condanna, anche se relativa a un fatto specifico, c’è stata ed è su questa che la difesa presenterà il suo ricorso.
«Nel momento in cui dico che gli uomini che fanno sesso con altri uomini hanno rischi maggiori di contrarre malattie e tumori, è documentato. Se non ci fossero questi dati questo sarebbe un sacrosanto processo», ha commentando dopo la sentenza la De Mari, secondo cui «nel momento del pride le malattie sessualmente trasmissibili aumentano». Il coordinamento Torino Pride parla di una sentenza storica, mentre il difensore della dottoressa, l’avvocato Mauro Ronco, annuncia ricorso.
Ma andiamo con ordine. Il legale della dottoressa-scrittrice ha commentato con la Nuova BQ la sentenza.
Avvocato Ronco, come stanno le cose? Chi ha vinto?
Nessun trionfalismo né disfattismi. Grazie a Dio si è trovato un giudice che ha cercato di sviscerare i problemi e ha messo in evidenza le critiche serie nei confronti dei comportamenti omosessuali riconoscendo che la De Mari non ha attaccato personalmente nessuno.
Perché allora ci sono reazioni così contrastanti?
Perché questa sentenza va inquadrata. E’ una sentenza che assolve la De Mari da tutte le dichiarazioni che concernono malattie relative a persone omosessuali e da un certo punto di vista le dà una sorta di riconoscimento che non ci sono persone offese e d’altra parte non possono essere offesi perché lei non ha accusato nessuna persona, ha parlato da medico. Su questo versante è una grande vittoria.
Perché allora le associazioni gay esultano?
Perché tra i capi di imputazione vi era anche un frase sostenuta dalla mia assistita sul suo blog in cui diceva che il movimento Lgbt vuole imbavagliare la libertà di espressione e diffondere la pedofilia. Ebbene: su questa frase che riguarda l’accusa mossa è stata ritenuta diffamatoria del movimento Lgbt. E’ comunque l’unico capo di imputazione per cui è stata condannata.
Lei può dirsi contento?
No, perché noi puntiamo all’assoluzione anche per questo capo di imputazione. E lo sosterremo nel ricorso.
Come?
Prima mi permetta di esprimere comunque apprezzamento per il comportamento del giudice. E’ stata molto seria, ha sviscerato gli aspetti che costituiscono libertà di pensiero dagli aspetti che, rivolgendosi a un movimento particolare Lgbt, potrebbero ripercuotersi sulla sua onorabilità pubblica. Il tutto in un contesto fortemente polarizzato come è stato questo processo. Ma la De Mari è uscita a testa alta perché la sua visione così politicamente scorretta è stata riconosciuta.
Torniamo all’appello. In sostanza rimane solo l’accusa per diffamazione non sulle malattie, ma sul sostegno alla pedofilia da parte delle associazioni Lgbt.
Esatto. E noi su questo avremmo preferito un passo avanti ulteriore da parte del giudice perché siamo di fronte ad una critica culturale e politica, non a un dato scientifico.
In che senso?
Storicamente nel mondo americano le associazioni Lgbt sono state vicine alla pedofilia, ora, cambiati molti contesti, si possono sollevare obiezioni, ma dal punto di vista storico-filosofico questo si può affermare.
Come farete a sostenerlo?
Dicendo che le sigle Lgbt devono accettare in un confronto democratico anche la critica e qui la critica non è che favoriscono la pedofilia, ma che si sono inserite in un movimento di carattere mondiale in cui le tendenze di liberalizzazione della pedofilia sono state forti. Noi faremo rilevare la tendenza storica e sono fiducioso che in appello questo venga riconosciuto.
Su quali basi storiche?
Abbiamo  dimostrato che il movimento gay negli anni ’80 era associato alla pedofilia, poi hanno preso le distanze per motivi di carattere utilitaristico. Oggi sono passati trent’anni e tengono una posizione più equilibrata. Noi li abbiamo accusati un una prospettiva storico-filosofica, ma non giuridica.
Il tema della pedofilia però è connesso strettamente anche all’altro procedimento contro la De Mari, la querela a Roma del Circolo Mario Mieli.
Qui da un certo punto di vista sarà più semplice perché abbiamo un vantaggio nel senso che il Circolo Mario Mieli si richiama proprio a Mario Mieli che vaticina il favoreggiare della pedofilia. E’ un’accusa che riguarda il Mari Mieli specificamente e non il movimento Lgbt tout court.
Torniamo all’assoluzione: quest’estate all’avvio del processo proprio alla Nuova BQ diceva che con questo processo erano in gioco tre delle principali libertà fondamentali dell’uomo: di espressione, di ricerca scientifica e di religione. E’ ancora così?
Quei tre principi sono stati ribaditi e bisogna essere contenti di questo. E per certi versi la sentenza fissa dei paletti precisi anche nella possibilità di esporsi e criticare certi comportamenti che come vediamo sono anche strumentalizzati ideologicamente e politicamente.
Quanto ha giocato il ruolo esercitato non solo dalle reti Lgbt, ma anche della De Mari che ha chiamato a raccolta un mondo di sostenitori che l’hanno supportata?
La De Mari è una persona che si esprime in libertà in modo acuto e intelligente, ma non deve essere strumentalizzata per battaglie di quartiere.
Nota di BastaBugie: Silvana De Mari nell’articolo seguente dal titolo “Quale diffamazione? È stato un puro processo politico” spiega di essere stata assolta da tutte le accuse riguardanti offese alle persone con un comportamento omoerotico. Quindi, ad esempio, non è stata considerata reato dal tribunale l’intervista pubblicata su La Nuova Bussola Quotidiana e da noi rilanciata.
Inoltre la De Mari è stata condannata per due affermazioni sul movimento LGBT. Come si vede bene il suo è stato in tutto e per tutto un processo politico, non un banale processo di diffamazione. Un esempio? Durante il processo moltissime persone sono andate a sostenerla in aula, ma il pubblico ministero li ha stigmatizzati e ha dichiarato di trovarli disdicevoli.
Ecco l’articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 dicembre 2018:
Quando sono entrata in campo sapevo che sarebbe stata una maratona, non i 100 metri. La prima puntata di una guerra lunga è terminata. Me la sono cavata con la condanna su due imputazioni solo, e ho guadagnato parecchio. Le mie idee stanno rimbalzando dappertutto, e per necessità di cronaca, anche giornali non simpatizzanti per queste idee.
Le mie idee sono esattamente le stesse che l’ex gay e psicoterapeuta Richard Cohen riporta nella prima pagina del suo bellissimo libro Riscoprirsi Normali libro dove tra l’altro spiega che gli ex gay sono più numerosi dei gay.
– Nessuno nasce con un orientamento omosessuale
– Non esiste alcun dato scientifico a sostegno di una base genetica o biologica dell’attrazione verso individui dello stesso sesso.
– Nessuno sceglie di provare attrazione per individui dello stesso sesso.
– Tale attrazione è la conseguenza di traumi infantili irrisolti che conducono alla confusione dell’identità sessuale.
– Gli individui possono scegliere di cambiare e di passare da un orientamento omosessuale a un orientamento eterosessuale.
– L’attrazione per individui dello stesso sesso non è congenita.
– Ciò che si è imparato può essere disimparato.
– Quando le ferite vengono guarite e vengono colmati i bisogni insoddisfatti, si sperimenta l’identità sessuale e viene alla luce il desiderio eterosessuale.
– Non siamo di fronte a una cosa buona o cattiva, ma a un disturbo affettivo nei confronti di individui dello stesso sesso.
– Non c’è nulla di “gaio” nello stile di vita omosessuale; è caratterizzato da molte delusioni e il più delle volte da una incessante ricerca d’amore attraverso relazioni codipendenti.
– Non è una cosa cattiva provare attrazione per individui dello stesso sesso, poiché ciò rappresenta uno stimolo a guarire un bisogno d’amore insoddisfatto. Tuttavia, agire in base a tale desiderio provoca frustrazione e sofferenza.
– Ci si trova di fronte a un disturbo affettivo nei confronti di individui dello stesso sesso per cui l’individuo non riconosce la propria mascolinità o femminilità e cerca disperatamente di colmare la lacuna unendosi a qualcuno dello stesso sesso.
Sono stata assolta da tutte le accuse riguardanti offese alle persone con un comportamento omoerotico. Quindi ora sappiamo che possiamo affermare che la condizione maschile omoerotica passiva è gravata da un tasso di malattie sessualmente trasmissibili venti volte superiore al resto della popolazione. (ma in uno studio eseguito a New York City è 140 volte di più)
Possiamo dire che la sodomia, sia che sia fatta contro un uomo o contro una donna mette in circolazione batteri fecali che sarebbe stato meglio non uscissero dalla strada maestra Intestino, water closed, sciacquone e via per sempre, e quindi è anti-igienica perché i batteri fecali sono la seconda causa di morte per infezione, seconda solo alle infezioni respiratorie, e in più ci sono i virus, tra cui quello dell’ epatite A che si è quintuplicato nella popolazione gay negli ultimi anni.
Possiamo impedire che ai nostri figli venga insegnato che l’erotismo anale è qualcosa di normale, e possiamo dichiarare ad alta voce che ci ripugna. Possiamo dire che il comportamento omoerotico è reversibile.
Il mio è stato in tutto e per tutto un processo politico, non un banale processo di diffamazione. Il comune di Torino si era costituito parte civile, fortunatamente rifiutato. Durante il processo moltissime persone sono venute a sostenermi: hanno affrontato il freddo e viaggi lunghi. La loro presenza è stata bellissima e fondamentale. Hanno insistito per sostenermi in tutti i modi, incluso vendendo i miei libri. Il pubblico ministero ha trovato questo gravemente disdicevole, e ha trovato disdicevole che queste persone mi sostenessero, ha trovato disdicevole che “facessero parte delle Sentinelle in piedi o di Alleanza Cattolica. “. Ignoro se ci fossero Sentinelle in piedi o appartenenti ad Alleanza Cattolica, personalmente non sono inscritta a nessuno di questi due movimenti, ma che un pubblico ministero in un aula di tribunale li stigmatizzi, è un segno di politicizzazione.
Sono stata condannata per due affermazioni sul movimento LGBT : il movimento LGBT sta intralciando la libertà di parola, tra le altre cose citavo il “decalogo” per i giornalisti che ho riportato in un precedente articolo, e i rapporti che il movimento LGBT ha con gruppi pedofili e citavo tra l altro i rapporti tra ILGA, il movimento a cui sono affiliati tutti i gruppi LGBT e il NAMBLA, Nord America Men Boy Lovers Association (trovate tutto su Google se digitate queste due sigle), e la presenza in Italia di un circolo, finanziato con denaro pubblico intitolato a Mario Mieli: cercate su Wikipedia chi è questo signore.
Se sono stata condannata vuol dire che non è vero. Non è vero che il movimento LGBT vuole imbavagliare la libertà di parola? Evviva! Quindi possiamo considerare decaduto l’assurdo decalogo LGBT ai giornalisti che imbavaglia la libertà di stampa? Non è vero che il movimento LGBT non prenda le distanze dalla pedofilia? Evviva! Quindi domani tutti i movimenti LGBT di Italia prenderanno le distanze da Mario Mieli e dal suo libro?
Sicuramente sì, perché una sentenza non può sbagliare.
In fiduciosa attesa.

Titolo originale: De Mari, salve le libertà. Ma sulla pedofilia ricorreremo
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15-12-2018

fonte: http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5455

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *