Identità, fede e famiglia: così Salvini ha convinto i cattolici

Salvini, anche in questa tornata elettorale, ha potuto contare su una “base cattolica”. L’analisi sui perché di questi consensi
Non è stato un mero caso. Durante la passata tornata elettorale, Matteo Salvini ha potuto contare, ancora una volta, sui consensi di molti cattolici.
C’è chi ha votato Lega per difendere l’identità occidentale, chi per la linea restrittiva in bioetica, specie rispetto ai tentativi aperturisti dei grillini, e chi per il rosario e le invocazioni.
Certo, non tutti coloro che si professano credenti hanno scelto di sostenere la causa sovranista. Sappiamo come la pensino le gerarchie ecclesiastiche del Vaticano e non possiamo non sottolineare come è dai tempi della fine Democrazia Cristiana che non esiste più compattezza nel voto catolico. Qualcosa però è successo. Su La Stampa si legge di un'”opa sulla base dei credenti” e di una moltiplicazione dei voti in cui emerge “l’identikit dell’elettore catto-sovranista forgiato a marzo nell’infuocato Congresso delle famiglie a Verona”. Costituisce un ottimo punto di partenza. Indagare non è poi complesso: basta porsi in ascolto delle voci di chi fa parte di questo insieme o di quelle di chi è in grado di analizzare il fenomeno.
Non sappiamo se le persone sentite abbiano votato Lega – non glielo abbiamo chiesto – , ma tutte sembrano concordare su un dato: il leader leghista ha convinto perché la sua piattaforma è aderente a un certo sistema di valori. Partiamo dal professore universitario Eugenio Capozzi, già autore di numerosi libri essenziali per l’approfondimento storico-politologico: “Vedono in Salvini una risposta alle loro preoccupazioni (riferito ai cattolici, ndr)”. Ma quali sono queste “preoccupazioni”? “Perdità dell’identità, immigrazione incontrollata, islamizzazione e disgregazione della famiglia”. È un quartetto simbolico e disvelativo. Poi il professore approfondisce, sostenendo come questi stessi cattolici abbiano la sensazione che quelle tematiche non vengano prese sul serio dalla Chiesa cattolica.
Di sicuro curiosa risulta essere la riflessione di un consacrato, don Alfredo Morselli, che a IlGiornale.itdichiara che questi consensi derivano pure dal fatto che: “Autorevoli esponenti della Cei” hanno espresso posizioni “a favore di partiti anticristiani”, quelli “che lottano a favore dell’aborto”. Il don procede con un elenco delle istanze: “Unioni civili, eutanasia, ideologia gender, triptorelina per adolescenti, divorzio facile, immigrazionisno senza regole e ingenuità dinanzi alla invasione islamica”, dice. Quasi come se molti cattolici, preferendo l’opzione Salvini, avessero voluto mandare un messaggio preciso ai vertici episcopali italiani. Un monito che suonerebbe come una richiesta: porre fine all’appiattimento sulle battaglie promosse dal Partito Democratico o da Emma Bonino.
Filippo Savarese, di CitizenGo Italia e tra gli organizzatori dell’iniziativa scaligera, la fa un po’ più complessa: “Negli anni scorsi è nato un nuovo attivismo laicale ispirato all’umanesimo cristiano – premette – , ma non legato alla Cei”. Un movimentismo “che ha dato vita a due importanti Family Day e migliaia di convegni in tutta Italia”. Quindi segue una puntualizzazione: “Il messaggio era chiarissimo: per i cattolici i temi della vita, della famiglia e della libertà educativa non possono mai passare in secondo piano, e restano nettamente prevalenti su altre questioni, pur importanti, come economia, immigrazione e giustizia sociale”. Va aggiunto almeno che Savarese non prende in considerazione solo la Lega, ma pure Fratelli d’Italia. Interessante è anche l’opinione di Chiara Chiessi, degli Universitari per la Vita, che evidenzia, tra le varie questioni sollevate, la sottoscrizione da parte di alcuni esponenti della Lega del manifesto dell’organizzazione Pro Vita e Famiglia. A dirla nella maniera più efficace possibile ci pensa Maria Rachele Ruiu, che è un’altra nota attivista pro life: “L’Italia ha punito chi ha sbeffeggiato i valori e premiato chi ha difeso mamma e papà”.
Insomma, la polemiche sull’uso del rosario o sui “porti chiusi”, dalle parti della base cattolica, non sembrano aver attecchito poi molto. Ci sarebbe la distinzione tra “cattolici tradizionalisti” e “cattolici adulti”, che magari a qualcuno risulta utile per spiegare qualche “perché” mal digerito, ma non sembra spendibile per l’analisi dei flussi elettorali. Si potrebbe concludere che Matteo Salvini ottiene consensi tra i cattolici anche perché, in maniera diversa dalle alte sfere ecclesiastiche, non solo non colpevolizza l’uomo occidentale per il mancato impegno nel campo dell’accoglienza dei migranti, quello stesso mancato impegno che è piuttosto complicato da dimostrare, ma soprattutto perché, come ha spiegato ancora il professor Eugenio Capozzi: “I cattolici hanno sempre votato in base a quelle che sentivano come priorità economiche o politiche” e, di rimando, “non hanno mai seguito pedissequamente e acriticamente le prescrizioni della Santa Sede”.
Gli avvertimenti lanciati dai pulpiti, in sintesi, possono poco, specie rispetto a quelle che i cattolici percepiscono come battaglie campali dei nostri tempi: tutela e difesa dell’ identità, della vita e della famiglia.
Fonte – http://m.ilgiornale.it/news/2019/05/29/identita-fede-e-famiglia-cosi-salvini-ha-convinto-i-cattolici/1703225/

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