La tragedia di un popolo

Risultati immagini per deicidioSegnalazione del Centro Studi Federici

“(…) La risposta di Gesù è la seguente: non ho trovato tanta fede, una fede così grande, in tutto il Regno d’Israele. Ed ecco che i figli del Regno, cioè gli Ebrei, saranno cacciati fuori, nelle tenebre esteriori dove è pianto e digrignare di denti, mentre invece verranno a sedere alla mensa con i Patriarchi, nel banchetto celeste del Paradiso, gli uomini che vengono dal mondo intero, dai quattro angoli del mondo. Ecco, questo passo del Vangelo ci ricorda ancora una volta questa tragedia, che è la vera tragedia, del popolo di Israele che una volta era stato il popolo eletto, che ha dato all’umanità il Messia. In questa settimana la propaganda dei giornali, della televisione, della radio, vi dirà che la tragedia di questo popolo è quella che è avvenuta una sessantina di anni fa, durante l’ultima guerra; ma non è così. La vera, terribile, tragedia che pesa ancora su di loro è di avere nella loro maggioranza rinnegato il Messia, di avere rinnegato il Figlio di Dio, di avere perso Gesù. Questo è il vero male, la più grande delle sofferenze. 

Ed ecco allora che noi, seguendo l’esempio di san Paolo, non dobbiamo avere dell’odio nei confronti del nostro nemico, ma della Carità e, se l’occasione si presentasse, dare da mangiare al nostro nemico che ha fame e dare da bere al nostro nemico che ha sete, cioè perdonare e fare del bene; e desiderare veramente il grande Bene che li liberi da questo peso che ancora li schiaccia, ovverosia di trovare la Fede. Quella Fede che trovarono, invece, i Pagani: rappresentati da questo centurione romano, anche se non la trovarono subito, anche se non la trovarono senza dei conflitti e senza che fosse versato del sangue (…)”. 
 (21 gennaio 2018, III domenica dopo l’Epifania: omelia di don Francesco Ricossa nella chiesa San Luigi Gonzaga di Albarea, Ferrara).
 
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