Cent'anni dalla parte sbagliata

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Segnaliamo un’intervista che Bruno Segre ha rilasciato al quotidiano “La Stampa” per il suo centesimo compleanno. Nelle risposte emergono gli errori del laicismo e dell’anticlericalismo che in modo trasversale (come le sette massoniche che hanno sempre professato e diffuso questi errori) sono presenti nei programmi di diversi partiti italiani, dall’estrema sinistra all’estrema destra.
Sono gli errori che hanno combattuto e rovesciato il regno sociale di Cristo, l’unico riferimento che un cattolico dovrebbe avere in ambito politico e sociale. Nell’intervista Segre difende il divorzio, l’eutanasia e le unioni civili, accusa la Chiesa Cattolica di “privilegi inammissibili” e auspica una scuola pubblica sempre più forte (contro le scuole confessionali). L’avvocato termina l’incontro con una meschina espressione blasfema. L’augurio che gli rivolgiamo è di mettersi dalla parte giusta almeno negli ultimi giorni della sua vita, per evitare l’eterno abbraccio mortale con quel Satana che, nella sua lunga vita, ha contribuito a far regnare nello stato italiano.
 
Bruno Segre: “Le mie battaglie per i diritti nella Torino dai mille volti”. I cent’anni dell’avvocato, una vita di impegno politico e civile (intervista di Alberto Sinigaglia, La Stampa del 3/9/2018, pag. 25)
 
Intervistò la Magnani e Totò, Josephine Baker nuda e la «maestrina dalla penna rossa» vestita: Bruno Segre sognava di fare il giornalista, gli parve un bel mestiere. Ma scelse di fare l’avvocato e fu il primo a difendere un obiettore di coscienza. Avviò nel 1949 vent’anni di battaglie che avrebbero sancito quel diritto. Poi, a fianco di Loris Fortuna, operò all’introduzione del divorzio. Domani compie cent’anni d’una vita ad alta intensità: l’amicizia con Natalia Ginzburg al liceo, gli incontri con Pavese, la laurea con Luigi Einaudi, le umiliazioni delle leggi razziali, l’antifascismo, due arresti, la fuga, la pallottola fermata dal portasigarette, la galera nel mattatoio politico di via Asti, il libero pensiero come fede e come missione. Quante cose ha visto cambiare? Energico e lucido, comincia da Torino, dove fu consigliere comunale eletto nel 1975 nelle file del Psi, quando per la prima volta votarono i diciottenni. Obiettivi raggiunti: Settembre Musica, Punti verdi, Estate ragazzi. Obiettivi sognati: due linee di metropolitana.

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Centro Studi Federici: due pellegrinaggi e due conferenze

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8 settembre 2018: pellegrinaggio al Volto Santo di Manoppello (PE)
 
28-29-30 settembre 2018: pellegrinaggio a Lourdes
 
Modena, 20/10/2018: “Non serviam: il ’68 contro il principio dell’autorità”
 
Milano, 17/11/2018: “Tutti Santi… Da “san” Giovanni XXIII a “san” Paolo VI, ovvero la canonizzazione del Concilio Vaticano II”

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Viva San Pio X!

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Pur non aderendo alla Tesi di Cassiciacum, come ampiamente risaputo, il Circolo Christus Rex condivide e si riconosce nelle osservazioni di questo articolo in ogni affermazione anti-modernista
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 63/18 del 3 settembre 2018, San Pio X
Celebriamo la festa di san Pio X pubblicando l’editoriale dell’ultimo numero della rivista Sodalitium (n. 69, luglio 2018), che indica la linea dottrinale antimodernista da seguire per rimane fedeli all’insegnamento del santo pontefice.
Editoriale della rivista Sodalitium, n. 69 luglio 2018
“Lo iato tra le affermazioni dei Papi del XIX secolo e la nuova visione che inizia con la Pacem in terris è evidente e su di esso si è molto dibattuto. Esso sta anche al cuore dell’opposizione di Lefebvre e dei suoi seguaci contro il Concilio”. Non è la prima volta che Joseph Ratzinger esprime la sua opinione sull’inconciliabilità tra l’insegnamento della Chiesa (“le affermazioni dei Papi del XIX secolo”) e quello moderno (Dignitatis humanæ o – come qui – Pacem in terris): ne abbiamo già parlato a proposito del suo discorso augurale alla Curia Romana del 22 dicembre 2005, su Sodalitium n. 59, pp. 41-43. Lo iato (nel senso figurato di “interruzione”, “soluzione di continuità”) è quindi “evidente”, cioè immediatamente e totalmente comprensibile.

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E' in rete il n. 69 della rivista Sodalitium, dell'I.M.B.C. (Istituto Mater Boni Consilii)

Segnalazione del Centro Studi Federici

E’ in rete il n. 69 della rivista “Sodalitium”: 
 
Novità libraria: “La vergogna della tradizione”

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Terra Santa: l’acqua non è uguale per tutti

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Palestina assetata
Avere l’acqua corrente in casa nei Territori Palestinesi non è affatto scontato e normale.
Né in Cisgiordania né nella Striscia di Gaza. Per molteplici ragioni. Alcune testimonianze da Betlemme.
 
Osservando il paesaggio nei dintorni di Beit Sahour, centro urbano ad est di Betlemme, le cisterne in cima alle case permettono di distinguere le abitazioni palestinesi dagli edifici che fan parte degli insediamenti ebraici. Lo spiega la gente del posto che ogni giorno fa i conti con il problema della carenza idrica. Le cisterne sulle case servono, infatti, a conservare l’acqua o a raccogliere la pioggia, ma non tutte le abitazioni ne hanno bisogno. In Cisgiordania l’acqua è distribuita in maniera diversa da casa a casa, a distanza di pochi metri l’una dall’altra. Per sopperire ai disagi dell’emergenza idrica, la popolazione si ingegna come può, ma il problema della gestione delle risorse rimane una ferita aperta che non accenna a guarire, anzi è «un ostacolo alla pace», come lo ha definito la Bbc.
Secondo l’Autorità palestinese per l’acqua, il 95 per cento delle riserve idriche palestinesi si trova nelle falde acquifere (sono tre i bacini sotterranei). L’acqua di superficie, di cui teoricamente si potrebbe disporre, proviene invece dalle piene dei wadi (i torrenti stagionali), dall’eventuale desalinizzazione delle acque del Mar Morto e dal fiume Giordano. Nessuna di queste risorse, tuttavia, è di fatto utilizzabile dai palestinesi.

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Quelli del solstizio…

Segnalazione del Centro Studi Federici

Il Grande Oriente festeggia il Solstizio d’Estate
Celebriamo, secondo un’antica e consolidata tradizione il solstizio d’estate, una delle ricorrenze che rivestono per la Libera Muratoria una particolare rilevanza per l’alta valenza esoterica che accompagna il significato e gli effetti dell’alternarsi del buio e della luce sia nella perfezione cosmica che nel nostro incessante lavoro iniziatico.
In questa particolare giornata che segna il trionfo della luce, il suo momento di massimo fulgore, di massima intensità nell’eterno ciclo di rivoluzione che la Terra compie intorno al sole, noi massoni possiamo ammirare la più grande e bella espressione dell’armonia e della perfezione che accompagna il lavoro del sole che produce frutti copiosi per la necessaria rigenerazione della natura e al tempo stesso dell’uomo che e’ parte integrante e trae vita e forza da essa.
Anche noi, dopo aver lavorato intensamente ed incessantemente alla semina col lavoro rituale fatto nei mesi invernali, ci prepariamo a raccogliere la luce, l’energia e il calore, l’amore e la conoscenza necessari alla prosecuzione della nostra interminabile opera in questo giugno che favorisce la feconda maturazione del grano.
Forti del nostro impegno e del nostro tenace lavoro d’officina ci apprestiamo quindi a goderne i frutti alla luce del sole, prima della pausa estiva che ci vedrà impegnati a recuperare le energie in vista della ripresa dei nostri architettonici lavori dopo il XX Settembre.
Carissimi fratelli, continuiamo a guardare il sole e diventiamo anche noi dei piccoli splendenti soli per la nostra Obbedienza e per l’Umanita’.
Buon solstizio!
 

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Salvate il soldato Mohamed

Segnalazione del Centro Studi Federici

Ecco chi sono gli ‘intoccabili’ gruppi ribelli dell’enclave di Daara
La maggior parte delle milizie ribelli presenti nel sud della Siria nel governatorato di Daara (1400 km quadrati ed 1 milione di persone),  fanno capo ad una ‘sala di regia’ chiamata “Fronte meridionale” (o Shoutern Front – SF) è stato costituito il 14 febbraio  2014 per opera degli Stati Uniti ed è sostenuta anche dai paesi europei, nonché dall’Arabia Saudita e dalla Giordania. La coalizione (che raggruppa circa 49 milizie oltre a sale operative locali ), ha una sala operativa principale ad Amman (che nient’altro è che  la filiale del ‘Centro di operazioni militari’ (MOC) degli Stati Uniti per la Siria).
Mentre l’appartenenza del Fronte Meridionale controversa – perché seppure cade sotto l’egida dell’esercito siriano libero (FSA) , si è generalmente dissociata dall’opposizione politica, la Coalizione nazionale siriana (SNC) –  ciò che è certo che è finanziata dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. Le proprie milizie ricevono aiuto a partire dalla Giordania mentre – come sappiamo – al governo siriano in questo modo è precluso in ogni modo di far valere si propri diritti o ovviamente agire in alcun modo in Giordania.
Shoutern Front si avvale di un’attivita’ molto potente e ramificata sui media mainstream  e  da molte fonti (tra cui l’organizzazione non -governativa  ‘Carter Center’ fondata dall’ex presidente Jimmy Carter),  è giudicata come una entità che raggruppa gruppi ‘moderatamente religiosi’ e laici . Questo giudizio però confligge con la provata  correlazione di molti suoi membri  con il gruppo al Nusra e con la jihad finanziata dai sauditi.
Il Fronte Meridionale agisce nelle provincie di Daara , Kuneitra e Suwaida ed alcuni giorni fa è stato difeso dal portavoce del Dipartimento di Stato Americano che ha minacciato l’esercito siriano di serie conseguenze, in caso di continuazione su grande stile dell’offensiva su Daara e zone limitrofe.
Come avversari il Fronte Meridionale ha  nell’enclave di Daara  lo Stato Islamico tramite una fazione che si chiama “Jaysh Khalid bin al-Waleed” (anche per questo a questo gruppo è precluso l’ingresso in Giordania ed ogni tipo di aiuto tramite i canali attivati da Amman).
Sebbene molti militanti provengono dagli stessi clan e a volte dalle stesse famiglie estese, al Fronte Meridionale si contrappone il gruppo Hay’at Tahrir al-Sham. Inoltre, nella zona di Daara esiste anche la fazione denominata  Jund al-Malahem che è nata nel 2015 da una rottura con Jabbat al Nusra , affiliata ad al Qaeda. Il suo leader era un emiro di Jabhat al-Nusra a Deraa. Attualmente i militanti di questo gruppo non ricevono più stipendi  e la propria attività è molto limitata.
Attualmente sia gli USA che Southern Front ritengono che la tregua concordata nell’area di de-escalation sia a tempo indeterminato e conferisca la facoltà permanente di fondare un feudo finanziato dall’occidente sottratto alla sovranità del governo siriano. Invero le cose stavano diversamente, l’area di de-escalation doveva fungere per un allentamento della tensione per avviare negoziati in cui tutte le parti avrebbero trovato un accordo per la riunificazione , dietro specifiche ed eque garanzie.
Invece Southern Front continua a puntare gli occhi su Damasco che si trova a 100 km dall’enclave di Daara e i suoi leader non nascondono che il conflitto non avrà termine con la riconciliazione ma con la vittoria finale contro Assad.
A marzo 2018 le ostilità sono riprese fino ad arrivare all’imminente offensiva dell’esercito siriano. Ogni chance di negoziato è stato puntualmente respinta dal Fronte Meridionale.
Mentre il governo siriano ha cercato di negoziare un possibile accordo per allentare la situazione nella parte meridionale del paese, per tutta risposta i gruppi militanti locali si sono attivati lanciando una battaglia preventiva contro l’esercito siriano.
 

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I 150 anni della basilica di Maria Ausiliatrice


Segnalazione del Centro Studi Federici

Esattamente centocinquanta anni fa
9 giugno 1868: solennissima consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice
 
I preparativi della festa 
A metà di marzo l’arcivescovo Riccardi fissò la consacrazione della chiesa per la prima quindicina di giugno. Tutto era ormai pronto: i due campanili della facciata sormontata da due arcangeli, la grande statua dorata sulla cupola già benedetta dall’arcivescovo, i cinque altari di marmo con i rispettivi quadri, fra cui quello meraviglioso di Maria Ausiliatrice con il bambino in braccio, circondata da angeli, apostoli, evangelisti, in un tripudio di luce e colori. 
Scattò allora un piano eccezionale per la preparazione. Anzitutto si trattava di trovare il vescovo consacrante; poi di contattare vari vescovi per le solenni celebrazioni della mattina e della sera di ogni giorno dell’ottavario; inoltre di diramare gli inviti personali a decine di insigni benefattori, sacerdoti e laici di tutta Italia, molti dei quali da degnamente ospitare in casa; infine di preparare centinaia di ragazzi sia a solennizzare con canti i pontificali e le cerimonie liturgiche, sia a partecipare ad accademie, giochi, sfilate, momenti di gioia ed allegria. 

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I cattolici perseguitati nella Cina capital-comunista

Segnalazione del Centro Studi Federici

Nuove persecuzioni del regime capital-comunista cinese contro i cattolici, senza nessuna reazione dei farisei dell’Occidente e in particolare dei radical-chic italiani.
Cina, continua la persecuzione: abbattuta Via Crucis
 
Un sito popolare tra i cattolici delle province di Henan, Hebei e Shanxi è stato abbattuto di notte. Si vuol “permettere al cattolicesimo di esistere ma non di svilupparsi”
 
Le autorità di Anyang, provincia di Henan (Cina), hanno fatto demolire le 14 stazioni della Via Crucis collocate lungo il sentiero che conduce al più antico luogo di pellegrinaggio della zona, il santuario di Nostra Signora del Monte Carmelo a Tianjiajing, un sito popolare tra i cattolici delle province di Henan, Hebei e Shanxi, che era stato fatto costruire dal sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere padre Stefano Scarsella, allora vicario apostolico del nord Henan (tra il 1903 e il 1905).
I pannelli di ardesia, che rappresentavano vari momenti della Passione di Cristo, corredati da disegni e graffiti realizzati con lo stile cinese e arricchiti da commenti devozionali, sono stati abbattuti con bulldozer e martelli pneumatici, alcune settimane dopo che i funzionari cinesi avevano detto al Vescovo Joseph Zhang Yinlin di Weihui (Anyang) di smantellare la Via Crucis senza specificarne il motivo.

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La riparazione al Sacro Cuore

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Estratto dell’ Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI sull’atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù
 
(…) Il misericordiosissimo nostro Redentore, dopo aver recato la salvezza al genere umano sul legno della Croce, prima di salire da questo mondo al Padre, per consolare i suoi mesti apostoli e discepoli, disse: « Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » [1]. Queste parole, in verità assai gradite, sono motivo di ogni speranza e sicurezza. Esse Ci vengono facilmente alla memoria, Venerabili Fratelli, tutte le volte che — per così dire — da questa più alta specola guardiamo tutta l’umana famiglia afflitta da tanti gravi mali, e la Chiesa pure, tormentata senza tregua da assalti e da insidie. Infatti, tale divina promessa, come dapprima sollevò gli abbattuti animi degli Apostoli e, così animati, li accese fervidamente a spargere per la terra i semi della dottrina evangelica, così in seguito guidò alla vittoria la Chiesa contro le potenze dell’inferno. Sempre, certamente, il Signore Gesù Cristo assistette la sua Chiesa; ma con più valido aiuto e protezione specialmente quando fu travagliata da pericoli e sciagure più gravi, dando proprio quei rimedi che erano i più adatti alla condizione dei tempi e delle cose, con la sua divina Sapienza che « arriva da una estremità all’altra con potenza, e con soavità dispone tutte le cose » [2]. Ma neppure in tempi a noi più vicini « si è accorciata la mano del Signore » [3], specialmente quando qualche errore si introdusse, e abbastanza largamente si diffuse, così da doverne temere che si inaridissero in qualche modo le fonti della vita cristiana per gli uomini allontanatisi dall’amore di Dio e dalla sua consuetudine. E poiché alcuni del popolo forse ignorano, altri trascurano i lamenti che l’amantissimo Gesù fece a Maria Margherita Alacoque nelle sue apparizioni, come pure i desideri e le volontà che manifestò agli uomini, alla fine, per il loro proprio vantaggio, Ci piace, Venerabili Fratelli, trattener- Ci con Voi alquanto per parlare dell’obbligo che Ci impone di fare ammenda onorevole al Sacratissimo Cuor di Gesù, con questa intenzione: che ciascuno di Voi insegni con diligenza al proprio gregge quanto Noi vi avremo comunicato, e lo ecciti alla esecuzione di quanto stiamo per ordinare. (…)
Quanto poi sia urgente, specialmente in questo nostro secolo, la necessità della espiazione o riparazione, non può ignorarlo chiunque con gli occhi e con la mente, come dicemmo prima, consideri questo mondo « tutto sottoposto al maligno » [43]. Infatti, da ogni parte giunge a Noi il grido dei popoli, i cui re o governi veramente si sono sollevati e hanno congiurato insieme contro il Signore e contro la sua Chiesa [44]. Vedemmo in quelle nazioni calpestati i diritti divini ed umani, i templi distrutti dalle fondamenta, i religiosi e le sacre vergini cacciati dalle loro case, imprigionati, affamati, afflitti da obbrobriose sevizie; le schiere dei fanciulli e delle fanciulle strappate dal grembo della Madre Chiesa, spinte a negare e bestemmiare Cristo, e condotte ai peggiori delitti della lussuria; tutto il popolo cristiano minacciato, oppresso, in continuo pericolo di apostasia dalla Fede, o di morte anche la più atroce. Cose tanto dolorose sembrano, con tali sciagure preannunziare fin d’ora e anticipare « il principio dei dolori » che apporterà « l’uomo iniquo che s’innalza su tutto quello che è Dio e religione » [45].
E non è meno triste lo spettacolo, Venerabili Fratelli, che fra gli stessi fedeli, lavati col battesimo nel sangue dell’Agnello immacolato e arricchiti della grazia, anche si incontrino tanti, di ogni classe, che, ignoranti delle cose divine, avvelenati da false dottrine, vivono una vita viziosa, lontana dalla casa del Padre, senza la luce della vera fede, senza la gioia della speranza nella futura beatitudine, privi del beneficio e del conforto che deriva dall’ardore della carità, sicché davvero si può dire che siano immersi nelle tenebre, e nelle ombre di morte. Inoltre cresce tra i fedeli la noncuranza della disciplina ecclesiastica e dell’avita tradizione da cui è sorretta tutta la vita cristiana, è regolata la società domestica, è difesa la santità del matrimonio; l’educazione dei fanciulli è del tutto trascurata o guastata da troppo effeminate cure, e perfino tolta alla Chiesa la facoltà di educare cristianamente la gioventù; il pudore cristiano lacrimevolmente dimenticato nel modo di vivere e di vestire, delle donne soprattutto; una cupidigia insaziabile dei beni caduchi; un predominio sfrenato degli interessi civili; una ricerca bramosa di favore popolare; un disprezzo della legittima autorità e della parola di Dio, per cui è scossa la fede stessa o messa a grave repentaglio.
Ma al complesso di tanti mali si aggiungono l’ignavia e l’infingardaggine di coloro che, a somiglianza degli apostoli addormentati e fuggitivi, malfermi nella fede, abbandonano miseramente Cristo, oppresso dai dolori o assalito dai satelliti di Satana, e la perfidia di coloro che, seguendo l’esempio di Giuda traditore, o con sacrilega temerità si accostano alla Comunione o passano al campo nemico. E così corre alla mente, pur senza volerlo, il pensiero che già siano giunti i tempi profetizzati da Nostro Signore: « E poiché abbondò l’iniquità, si raffredderà la carità di molti » [46].
A tutte queste considerazioni quanti fedeli volgeranno piamente l’animo, accesi d’amore per Cristo sofferente, non potranno non espiare le proprie e le altrui colpe con maggiore impegno, risarcire l’onore di Cristo, promuovere l’eterna salvezza delle anime. E per certo possiamo adattare, in qualche maniera, anche per descrivere questa età nostra, le parole dell’Apostolo: «Dove abbondò il delitto, sovrabbondò la grazia » [47]. Infatti, cresciuta di molto la perversità degli uomini, meravigliosamente va pure aumentando, per favore dello Spirito Santo, il numero dei fedeli dell’uno e dell’altro sesso, che con animo più volonteroso si sforzano di dar soddisfazione al Divin Cuore per tante ingiurie recategli, ed anzi non temono di offrire se stessi a Cristo come vittime. Poiché se qualcuno va con amore fra sé ripensando a quanto sin qui abbiamo ricordato e, per così dire, se lo ha impresso nell’intimo del cuore, dovrà senza dubbio non solo aborrire ogni peccato come sommo male e fuggirlo, ma tutto offrirsi alla volontà di Dio e adoperarsi a risarcire l’onore leso della Divina Maestà con l’assidua preghiera, con l’uso di volontarie penitenze e con la paziente sofferenza di quelle prove che incontrerà; infine: con la vita tutta, condotta secondo questo spirito di riparazione.
Così nacquero anche molte famiglie religiose di uomini e donne che, giorno e notte, con ambito servizio, si propongono di far in qualche modo le veci dell’Angelo confortatore di Gesù nell’orto; così pure le pie associazioni, approvate dalla Santa Sede e arricchite di indulgenze, che con opportuni esercizi di pietà e di virtù si prefiggono lo scopo della riparazione; così, per non parlare di altre pie pratiche, l’uso frequente di solenni ammende, da parte non solo dei singoli fedeli, ma delle parrocchie, delle diocesi, delle città.
Pertanto, Venerabili Fratelli, come la pratica della consacrazione, cominciata da umili inizi, e poi largamente diffusasi, ebbe con la Nostra conferma lo splendore e la corona desiderata, così grandemente bramiamo che questa ammenda riparatrice, già da tempo santamente introdotta e propagata, abbia il più fermo suggello dalla Nostra autorità apostolica, e ne diventi universale e più solenne la pratica in mezzo al popolo cristiano. Perciò stabiliamo e ordiniamo che tutti gli anni nella festa del Sacratissimo Cuore di Gesù — la quale in questa occasione abbiamo voluto che si elevasse al grado di doppio di prima classe con l’ottava — in tutte le chiese del mondo si faccia con la stessa formula, secondo l’esemplare unito a questa Enciclica, una solenne ammenda al nostro amantissimo Redentore, per riparare con essa le nostre colpe e risarcire i violati diritti di Cristo Sommo Re e Signore amantissimo.
Da questa pratica, poi santamente rinnovata ed estesa a tutta la Chiesa, non è da dubitare, Venerabili Fratelli, che molti e segnalati beni Ci ripromettiamo, tanto per i singoli individui, quanto per la società religiosa, domestica e civile; avendo lo stesso Redentore nostro promesso a Margherita Maria « che avrebbe arricchito con l’abbondanza delle sue grazie coloro che avessero reso al Cuor Suo questo onore ». I peccatori certamente « volgendo lo sguardo a Colui che trafissero » [48], commossi al pianto di tutta la Chiesa, detestando le ingiurie recate al Sommo Re, « rientreranno in se stessi » [49] perché non avvenga che ostinandosi nei peccati alla vista di Colui che piagarono « venire sulle nubi del cielo » [50], piangano sé troppo tardi e inutilmente sopra di lui [51]. I giusti poi, diventeranno più giusti e più santi [52] e si consacreranno con rinnovato ardore al servizio del loro Re, che vedono tanto disprezzato e combattuto e così gravemente ingiuriato, soprattutto si accrescerà in essi lo zelo per la salvezza delle anime, al sentire quel gemito della Vittima Divina « A che pro il mio sangue? » [53] e riflettendo insieme al gaudio di questo Sacratissimo Cuore « per un peccatore che torna a penitenza » [54]. E questo innanzi tutto Noi principalmente speriamo e intensamente desideriamo che la giustizia di Dio, la quale per dieci giusti avrebbe perdonato a Sodoma, molto più voglia usare misericordia a tutta l’umana famiglia, al supplicarla e placarla che faranno i fedeli tutti, insieme con Cristo Mediatore e Capo. Sia propizia ai Nostri voti e a queste Nostre disposizioni la benignissima Madre di Dio, la quale, avendoci dato Gesù Riparatore, avendolo nutrito e presso la croce offerto vittima per noi, per la mirabile unione che ebbe con Lui e per grazia singolarissima, divenne anche lei, come piamente è detta, Riparatrice. Confidando nella sua intercessione presso Gesù, che essendo l’unico «Mediatore tra Dio e gli uomini » [55], volle associarsi la Madre Sua come avvocata dei peccatori, dispensiera e mediatrice di grazia, impartiamo di cuore, auspice dei divini favori e testimone della paterna Nostra benevolenza, a Voi, Venerabili Fratelli, e a tutto il gregge affidato alle vostre cure, l’Apostolica Benedizione.
Dato a Roma, presso San Pietro, l’8 maggio 1928, anno settimo del Nostro Pontificato.
PIUS PP. XI 
 
ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.
Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo — accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito. Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
 
[1] Matth., XXVIII, 20.
[2] Sap., VIII, 1.
[3] Is., LIX, 1.
[43] I Ioann., V, 19.
[44] Cf. Ps., II, 2.
[45] II Thessal., II, 4.
[46] Matth., XXIV, 12.
[47] Rom., V, 20. 
[48] Ioann., XIX, 37.
[49] Is., XLVI, 8.
[50] Matth., XXVI, 64.
[51] Cf. Apoc., I, 7.
[52] Cf. Apoc., II, 11.
[53] Ps. 19, 10.
[54] Luc., XV, 4.
[55] I Tim., II, 5.

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