Dalla Siria al Venezuela
di Israel Shamir
Fonte: Comedonchisciotte
Pochi giorni fa, con un aereo da trasporto Ilyushin IL-62M oltre cento fra soldati e ufficiali russi sono arrivati a Caracas. Simbolicamente, avevano fatto scalo in Siria, come se avessero voluto ribadire che il Venezuela è il prossimo paese, dopo la Siria, che dovrà essere salvato dalla rovina e dallo smembramento. La missione militare era guidata dal Capo dello Stato Maggiore, il generale Tonkoshkurov (“permaloso”, un nome che avrebbe fatto la felicità di Vladimir Nabokov).“Non pensateci neanche, aveva esclamato John Bolton, ad intromettervi nell’emisfero occidentale! Giù le mani dal Venezuela! È il nostro cortile di casa!”I Russi non sono stati al gioco. Qualche tempo fa avevano cercato di obiettare ai carri armati statunitensi posizionati in Estonia, a breve distanza da San Pietroburgo, e tutto quello che avevano ottenuto era stata una predica sul fatto che sovranità significa sovranità, e che l’Estonia non aveva bisogno di chiedere il permesso ai Russi per ricevere assistenza militare da parte degli Americani. Adesso hanno ripetuto alla lettera questo sermone americano a John Bolton e al suo capo. Per prima cosa andatevene dalla Siria, hanno aggiunto.
Questo è un nuovo livello nelle relazioni russo-americane, o dovremmo piuttosto dire confronto.Per molto tempo, i Russi si erano autoconvinti che la loro ammirazione per gli Stati Uniti fosse reciproca, o, almeno, che sarebbe stata un giorno ricambiata. In ogni caso, questo periodo è finito, hanno aperto gli occhi e si sono finalmente resi conto dell’implacabile ostilità dell’America. Continua a leggere