Barbari o divisi

Barbari o divisiQUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
Verrà il giorno che il verde si separerà dal giallo, la Lega sarà la nuova destra e il M5 Stelle sarà la nuova sinistra. Dalla maggioranza di governo del presente nascerà un nuovo sistema bipolare. I tempi potranno essere rapidi se in autunno o anche subito la coalizione si spaccherà sui temi sensibili che già conosciamo, vale a dire migranti, giudici, pensioni, reddito di cittadinanza, nazionalizzazioni, mentre su altri come l’Europa e l’avversione alla Casta dei potentati sembrano essere abbastanza omogenei. Ma se resisteranno alla prova d’autunno ci sarà poi la prova dell’Europa quando i due partiti si presenteranno divisi e faranno incetta di voti gli uni nell’area del centro-destra e gli altri in prevalenza della sinistra.
Questa profezia circola sotto traccia da qualche tempo, e Bobo Maroni l’ha di recente rilanciata, vedendo nella Lega l’erede della destra e di Forza Italia e nei grillini gli eredi della sinistra e del Pd. Rispetto alla nuova destra e alla nuova sinistra che faranno quelle cariatidi in caduta? Cambieranno nome, faccia e leader ai loro partiti in ritirata, si aggrapperanno al passato (Veltroni e Berlusconi), cercheranno di aprire i ponti ai due Soggetti principali tramite i loro ambasciatori (Toti e Zingaretti). E per completare la partita si dovrà vedere poi che fine faranno Fratelli d’Italia e Liberi e Uguali, se saranno dentro, fuori a mezzadria, satelliti o in disparte, rispetto ai due poli principali. Continua a leggere

Condividi

Lo so come andrà a finire

QUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
Lo so come andrà a finire. Lo so perché conosco la storia, conosco la gente, conosco i potentati, conosco gli immigrati. Li conosco come li conoscete voi, per esperienza, precedenti, realismo e uso di mondo. Fino a ieri la scena era la seguente: non ho sentito un italiano che non fosse d’accordo con Salvini, che non giudicasse assurdo incriminare un ministro dell’interno che fa il suo dovere, oltre che il suo mandato elettorale, di salvaguardare i confini della nazione, come è previsto dalla Costituzione, e tutelare gli italiani, respingere gli arrivi clandestini e ribadire che i migranti non sbarcano in Italia ma in Europa. È assurdo che dobbiamo ricordarci dell’Europa quando si tratta di pagare i debiti o di non sfondare i bilanci. E invece dobbiamo scordarci dell’Europa quando arrivano i migranti perché allora, d’un tratto, diventiamo nazione e ce la dobbiamo sbattere noi. La nostra sovranità consiste nell’obbligo di accoglierli, anche se tutti gli altri non li vogliono. Fino a ieri non c’era una persona con cui ho parlato che in un modo o nell’altro non fosse di questa idea.
Viceversa non ho sentito un tg, un programma, un commentatore, un uomo di potere o un giornale che non fosse schierato contro l’Italia, contro gli italiani, contro Salvini e dalla parte dell’Europa che se ne frega dei migranti, dalla parte dei giudici che incriminano i ministri nel nome della legge, dalla parte dei migranti che sbarcano illegalmente. Una partita secca, il popolo compatto da una parte, il potere compatto dall’altra. In compagnia di Salvini quasi nessuno, la Lega c’è ma non si vede, c’è solo lui, c’è la Meloni e poi giù il deserto. I grillini, quando non sono appesi al Fico, e dunque pendono a sinistra, fanno i furbetti come di Maio che pur di galleggiare e di restare dove sta, e giocare a fare il superministro, è pronto a rimangiarsi tutto e a scaricare l’Alleato su cui sono puntati i cannoni mediatico-giudiziari del Palazzo, dai catto-bergogliosi alla sinistra sparsa. Continua a leggere

Condividi

"Sequestro di persona". La voglia dei pm di processare Salvini

Le toghe come Saviano. Il leghista: fate pure Scontro con Fico: «Vuole fare lui il ministro?»
di Patricia Tagliaferri
La Procura di Agrigento valuta se ipotizzare contro ignoti il reato di sequestro di persona per la vicenda dei 177 migranti ostaggio della Diciotti a Catania.
Ma Salvini non arretra di un millimetro. Anzi, contrattacca: «Sono qua, non sono un ignoto. Mi chiamo Matteo Salvini, sono ministro dell’Interno e sono stufo di vedere finti profughi in Italia. Gli sbarchi si sono ridotti di 32mila da quando sono al ministero, ma non mi basta. Le Ong hanno capito che per i taxisti del mare non è più aria. Ho le spalle larghe e penso di avere il sostegno della maggior parte degli italiani e degli immigrati regolari. Indagatemi, processatemi».
Salvini parla con una diretta Facebook, autorizza i 29 bambini a bordo a scendere a terra, ma gli altri no, tutti dentro, almeno finché l’Europa non batterà un colpo. Anche il premier Giuseppe Conte si allinea, chiama in causa la Ue, accusandola di aver «abbandonato a se stessa l’Italia» e chiedendo una «risposta forte e chiara». Sul caso della Diciotti è ormai scontro aperto. Non solo tra Matteo Salvini e Roberto Saviano, che continuano a battibeccare pesantemente via Twitter, ma anche all’interno della stessa maggioranza. Perché se da una parte il ministro dell’Interno non mostra alcun cedimento, il presidente della Camera Roberto Fico si smarca. «I migranti devono poter sbarcare», twitta, segnando di fatto una frattura con l’alleato di governo, che gli suggerisce di limitarsi a fare il presidente della Camera: «Il ministro dell’Interno sono io», ribatte. Ma gli attacchi più pesanti al numero uno del Viminale arrivano dall’autore di Gomorra, che lo apostrofa come «ministro della Mala Vita». «Ha giurato sulla Costituzione – scrive Saviano – e se la viola in maniera palese come sta facendo con la nave Diciotti non è più politica ma eversione». Continua a leggere

Condividi

Chi di Rai ferisce, di Rai perisce

di Marcello Veneziani
Chi di Rai ferisce, di Rai perisce
Fonte: Marcello Veneziani
Non so come finirà la fiction sul presidente della Rai, se Foa resterà comunque alla guida, magari da consigliere anziano come accadde nel 2004 al berlusconiano Alberoni o se gli subentrerà Giampaolo Rossi, competente di rai e new media, in discontinuità con la precedente dominazione Rai e in sintonia con le idee di Foa. Forse lo capiremo oggi. Ma sul piano politico si può già dire una cosa: il veto finale su una firma del Giornale alla presidenza della Rai è la conclusione peggiore della parabola berlusconiana. Finire nel rancore, bruciando Foa, allinearsi al pd e alla sinistra sparsa, separarsi dalla Lega e da Fratelli d’Italia, mostrare solo capacità di far fallire, è un miserabile epilogo per Berlusconi. Quel declino che prosegue ormai da anni, ha raggiunto un punto di non ritorno e di rottura di B. col suo popolo e i suoi alleati.
Nessuno pretendeva che Forza Italia si allineasse al governo giallo-verde. È giusto, e perfino utile, che Forza Italia mantenga una linea critica verso le scelte economiche dei grillini, le riforme di Di Maio, il dilettantismo e il pauperismo punitivo di fondo, i grillosinistri genere Fico o le mezze calzette al potere, genere Raggi. Quella linea d’opposizione risponde all’indole dei suoi elettori, al mandato ricevuto e alla propria linea economica e politica.
Continua a leggere

Condividi