Gaza, israele sperimenta nuove tecnologie

GAZA, ISRAELE SPERIMENTA NUOVE TECNOLOGIE

GAZA, ISRAELE SPERIMENTA NUOVE TECNOLOGIE

https://comedonchisciotte.org/il-laboratorio-di-gaza-aumenta-i-profitti-dellindustria-bellica-israeliana/ “…Abbiamo chiesto a Keren perché l’industria tecnologica israeliana abbia prestazioni così sorprendenti, soprattutto nel settore militare. “Perché mettiamo alla prova i nostri sistemi dal vivo”, ci ha detto. “Siamo sempre in una situazione di guerra. Se non sta succedendo in questo momento, accadrà tra un mese. “ “Non si tratta solo di costruire la tecnologia” e di dover aspettare …
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Il Vicino Oriente sotto una cattiva stella

Risultati immagini per Vicino Oriente sotto cattiva stellaSegnalazione del Centro Studi Federici

Il blog oraprosiria ha segnalato un interessante articolo per comprendere meglio i retroscena della guerra alla Siria.
 
La ‘Grande Israele’: la guerra alla Siria come parte del processo di espansione territoriale israeliana.
 
Il seguente documento relativo alla formazione della “Grande Israele” costituisce la pietra angolare di potenti fazioni sioniste all’interno dell’attuale governo Netanyahu, del partito Likud, nonché all’interno dell’establishment militare e dell’intelligence israeliani .
Il presidente Donald Trump ha confermato senza mezzi termini il suo sostegno agli insediamenti illegali di Israele (ivi compresa la sua opposizione alla risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, relativa all’illegalità degli insediamenti israeliani nella West Bank occupata). Inoltre, spostando l’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme e permettendo l’espansione degli insediamenti israeliani nei territori occupati e non solo, il presidente degli Stati Uniti ha fornito una approvazione di fatto del progetto “Greater Israel” (Grande Israele) come formulato nell’ambito del Piano Yinon.
Tenete a mente: questo progetto non è strettamente un progetto sionista per il Medio Oriente, esso è parte integrante della politica estera degli Stati Uniti, ovvero l’intento di Washington di fratturare e balcanizzare il Medio Oriente. La decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele ha lo scopo di innescare l’instabilità politica in tutta la regione.
Secondo il padre fondatore del sionismo Theodore Herzl, “l’area dello Stato ebraico si estende: “Dal ruscello dell’Egitto fino all’Eufrate”. Secondo Rabbi Fischmann, “La Terra Promessa si estende dal fiume dell’Egitto (il Nilo) fino all’Eufrate, includendo parti della Siria e del Libano”.

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Israele vuole “liquidare” definitivamente la questione di Gaza

di Maurizio Blondet

Israele vuole “liquidare” definitivamente la questione di Gaza

(con un bel genocidio) L’ultra sionista Betzalel Smotrich, sulla popolazione di Gaza: “che muoiano tutti di fame, di sete e di malaria”. Il membro della Knesset, Betzalel Smotrich, ha rilasciato una intervista sulla questione dell’aiuto umanitario destinato alla gente di Gaza, così come sul ritorno dei prigionieri e detenuti palestinesi: “Da parte mia la Striscia di Gaza deve essere completamente …
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Terra Santa – Nuovi insediamenti illegali

Segnalazione del Centro Studi Federici

Nuovi insediamenti in Cisgiordania e riconoscimento del Golan: Israele sfida il diritto internazionale
 
Israele rilancerà estesi progetti edili ebraici in Cisgiordania. Lo ha anticipato su Twitter il super falco Avigdor Lieberman, ministro della Difesa del governo presieduto da Netanyahu. “La settimana prossima – ha scritto – sottoporremo al Consiglio superiore per la progettazione nella Giudea-Samaria (Cisgiordania) piani per la costruzione di 2.500 alloggi, 1.400 dei quali da realizzare subito”. “Estenderemo le costruzioni in tutta la Giudea-Samaria – ha aggiunto – da Nord a Sud, in insediamenti piccoli e grandi”.
 
Israele ha occupato militarmente Gerusalemme Est e la Cisgiordania nella guerra del 1967 e da allora ha costruito decine di insediamenti in un territorio che secondo il diritto internazionale  appartiene a quello che dovrebbe diventare lo Stato di Palestina, un’area che l’Onu riconosce appunto come “Territori occupati”.
 
Dall’inizio dell’amministrazione Trump Israele ha intensificato, secondo i rapporti presentati da alcune ONG,  la costruzione di nuove abitazioni e nuovi insediamenti nei Territori occupati, segno che la presenza di un governo amico come quello americano ha creato per Israele la condizione dal punto di vista internazionale per attuare una nuova fase di espansione edilizia.

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Per quanto ancora continueremo a far finta che i Palestinesi non siano un popolo?

di Robert Fisk
Per quanto ancora continueremo a far finta che i Palestinesi non sono un popolo?
Fonte: Comedonchisciotte
Mostruoso. Spaventoso. Perverso. E’ strano come oggi, in Medio Oriente, manchino semplicemente la parole. Sessanta Palestinesi morti. In un giorno. Duemilaquattrocento feriti, più della metà da proiettili veri. In un giorno. Questi numeri sono un oltraggio, una fuga dalla moralità, un motivo di infamia per ogni esercito.
E noi dovremmo credere che l’esercito israeliano sia quello della “purezza delle armi”? E abbiamo un’altra domanda da fare. Se questa settimana ci sono 60 Palestinesi morti al giorno, che cosa succederà se la prossima settimana ce ne saranno 600? O 6.000 il mese prossimo? Le squallide giustificazioni di Israele (e la rozza risposta americana) sollevano esattamente questo interrogativo. Se adesso riusciamo ad accettare un massacro di questa magnitudine, quanto potrà reggere il nostro sistema immunitario nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire? Continua a leggere

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Israele fa strage di palestinesi, ma i veri ciechi siamo noi occidentali

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Israele fa strage di palestinesi, ma i veri ciechi siamo noi occidentali

Più di 50 morti, migliaia di feriti. A Gaza Israele conferma che il suo non è più “l’esercito più morale del mondo”. E sullo sfondo c’è il conflitto con il nemico di sempre, l’Iran. L’Occidente? Non sa, e non fa nulla. (di Tommaso CanettaLEGGI)

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L'eterno salvacondotto della Shoah

di Massimo Fini
L'eterno salvacondotto della Shoah
Fonte: Massimo Fini
Che le dichiarazioni di Abu Mazen (gli ebrei sarebbero in qualche modo responsabili della Shoah) siano inaccettabili, come ha immediatamente dichiarato, fra gli altri, anche l’Unione Europea, non è nemmeno il caso di dirlo. Ci si chiede però, come ha fatto un lettore del Fatto (27.4), Mauro Chiostri, parlando dell’oggi e non del codificato ieri, se lo Stato di Israele non goda di uno speciale salvacondotto basato proprio sullo sterminio ebraico di tre quarti di secolo fa. E’ una domanda, per la verità, che si fanno in molti ma che non osano formulare pubblicamente nel timore di essere immediatamente bollati come antisemiti, negazionisti, razzisti, nazisti. Ma Israele è uno Stato e non va confuso con la comunità ebraica internazionale. In anni meno manichei di quelli che stiamo vivendo attualmente era la stessa comunità ebraica a non volere che si facesse una simile confusione. Ed era logico che così fosse. Perché Israele è uno Stato e, come tale, può compiere azioni criticabili, e anche nefande, ma non per questo ne deve rispondere, poniamo, un ebreo del ghetto di Roma. Oggi invece questa confusione esiste e Israele può compiere impunemente atti che ad altri Stati costerebbero l’indignata condanna, se non peggio, della cosiddetta ‘comunità internazionale’. Continua a leggere

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Gaza cristiana


Segnalazione del Centro Studi Federici

Gaza, sarà salvato il più antico monastero della Terra Santa
 
Grazie a fondi internazionali, è stato avviato un piano biennale per restaurare il monastero di sant’Ilarione e la chiesa di Jabaliya, monumenti di epoca bizantina. Con ricadute positive per la società civile palestinese.
 
L’enclave palestinese di Gaza cela un tesoro culturale inestimabile, in particolare cristiano, troppo poco conosciuto e protetto, spesso minacciato dal tempo, eventi climatici, sabbia, negligenza, urbanizzazione incontrollata e conflitti a ripetizione (tre solo nell’ultimo decennio). Poco è mancato perché scomparisse una delle più importanti testimonianze paleocristiane della Terra Santa. A Nuseirat, a una decina di chilometri a sud della città di Gaza, presso le dune costiere, si trova il più antico monastero della Terra Santa, dedicato a sant’Ilarione e risalente al IV secolo.
Gli scavi nel monastero sono iniziati negli anni Novanta e dal 2012 è inserito nella lista del World Monuments Fund dei siti più minacciati al mondo. Anche la chiesa bizantina di Jabaliya, scoperta nel 1996 a pochi chilometri a nord della città di Gaza, rischia la stessa sorte. Luogo di sosta per i pellegrini, è nota per un ricco mosaico, danneggiato durante la guerra del 2012. (…)

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Gaza e Siria: crimini veri e crimini presunti

A boy waves a Palestinian flag, at the Israel-Gaza border, during clashes with Israeli troops, at a protest where Palestinians demand the right to return to their homeland, east of Gaza City April 1, 2018. REUTERS/Mohammed Salem TPX IMAGES OF THE DAY
Segnalazione del Centro Studi Federici

Mentre l’amministrazione Trump cerca pretesti per colpire il legittimo governo siriano, gli Usa in particolare e l’Occidente in generale chiudono gli occhi davanti  ai crimini di chi da 70 anni occupa la Terra Santa.
 
Gaza: il duro j’accuse di B’tselem
La leadership di Israele sta gradualmente ammettendo una questione basilare di vita e di morte: il controllo permanente di Israele su milioni di palestinesi è impossibile senza commettere crimini di guerra. Questo il senso profondo del dominio su un altro popolo: non è “semplicemente” una questione di depredarlo della sua terra, di imporre un regime fatto di padroni e subordinati, di negare i diritti politici, o di dispiegare un labirinto infinito di norme burocratiche oppressive. È anche un problema di uccisioni reiterate.
Quando il leader di Bayit Yehudi, Naftali Bennett, nell’estate del 2014, allorché centinaia di palestinesi furono uccisi nella Striscia di Gaza dalle bombe “chirurgiche” israeliane, ha dichiarato in un’intervista alla CNN che “Hamas sta commettendo un auto-genocidio di massa”, argomentando in tal modo le effettive implicazioni di politiche fondate sull’uso della forza militare da parte di Israele. Tentò di rendere accettabile il crimine incolpando la vittima, ma il suo riconoscimento delle dimensioni del massacro – e ancor più il suo profondo significato – rifletteva un’interiorizzazione della realtà.

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