Migranti Diciotti spariti, Meluzzi: "Ma molti non erano malati? Se contagiano di chi è la colpa?"
LO SPECIALE
Cinquanta migranti che dalla nave Diciotti erano stati trasferiti nel centro di Rocca di Papa si sono allontanati e risultano irreperibili. Le cinquanta persone si erano limitate a “manifestare l’interesse per formalizzare la domanda d’asilo” precisa il Viminale. “Ma come, non li avevo sequestrati?” ha commentato ironico il ministro Salvini. Lo Speciale ha chiesto un commento ad Alessandro Meluzzi, noto psichiatra, scrittore e opinionista, oltre che profondo osservatore del fenomeno migratorio.
Cinquanta migranti della Nave Diciotti sono scappati. Ma non avevano bisogno di vitto, alloggio e protezione?
“Questa fuga conferma un antico pensiero di Lenin, ossia che i fatti hanno la testa dura. I fatti possono essere manipolati, trasformati in azioni propagandistiche, in idiozie buoniste ma poi si pongono in tutta la loro chiarezza. Va detto innanzitutto che quando la nave Diciotti era ancora ancorata, su di essa si è assistito ad una continua passerella di politici, vescovi, giornalisti e tante anime belle che hanno poi spinto un magistrato a formulare delle accuse molto pesanti, come il sequestro di persona o l’arresto illegale, nei confronti del Ministro dell’Interno. Tutto questo sostenendo che a bordo c’erano delle persone che dovevano scendere, perché avevano dei gravissimi problemi di natura sanitaria e socio-politica, trattandosi di eritrei in fuga dalle persecuzioni. Poi invece scopriamo che non c’erano soltanto eritrei ma anche consistenti gruppi di persone provenienti dalle isole Comore che con l’Eritrea non hanno nulla a che fare e che sono isole per i villaggi vacanze”. Continua a leggere