Migranti Diciotti spariti, Meluzzi: "Ma molti non erano malati? Se contagiano di chi è la colpa?"


LO SPECIALE
Cinquanta migranti che dalla nave Diciotti erano stati trasferiti nel centro di Rocca di Papa si sono allontanati e risultano irreperibili. Le cinquanta persone si erano limitate a “manifestare l’interesse per formalizzare la domanda d’asilo” precisa il Viminale. “Ma come, non li avevo sequestrati?” ha commentato ironico il ministro Salvini. Lo Speciale ha chiesto un commento ad Alessandro Meluzzi, noto psichiatra, scrittore e opinionista, oltre che profondo osservatore del fenomeno migratorio.
Cinquanta migranti della Nave Diciotti sono scappati. Ma non avevano bisogno di vitto, alloggio e protezione? 
“Questa fuga conferma un antico pensiero di Lenin, ossia che i fatti hanno la testa dura. I fatti possono essere manipolati, trasformati in azioni propagandistiche, in idiozie buoniste ma poi si pongono in tutta la loro chiarezza. Va detto innanzitutto che quando la nave Diciotti era ancora ancorata, su di essa si è assistito ad una continua passerella di politici, vescovi, giornalisti e tante anime belle che hanno poi spinto un magistrato a formulare delle accuse molto pesanti, come il sequestro di persona o l’arresto illegale, nei confronti del Ministro dell’Interno. Tutto questo sostenendo che a bordo c’erano delle persone che dovevano scendere, perché avevano dei gravissimi problemi di natura sanitaria e socio-politica, trattandosi di eritrei in fuga dalle persecuzioni. Poi invece scopriamo che non c’erano soltanto eritrei ma anche consistenti gruppi di persone provenienti dalle isole Comore che con l’Eritrea non hanno nulla a che fare e che sono isole per i villaggi vacanze”. Continua a leggere

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Ponte di Genova, Nave Diciotti: corre la storia…

di Roberto Pecchioli
Ponte di Genova, Nave Diciotti: corre la storia…
Fonte: Ereticamente
Corre la storia. Esistono periodi in cui tutto sembra fermo, altri dove il movimento pare precedere il tempo e sfuggire alla comprensione. Le ultime settimane, in piene vacanze agostane, hanno prodotto un’accelerazione profonda, lasciato un solco significativo, segnato un prima e un dopo. Poco sarà come prima nel giudizio comune dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova e la vicenda della nave Diciotti della nostra Marina.I fatti sono noti. Nel primo caso, un ponte costruito da soli 50 anni, unico mezzo di comunicazione tra le due parti della Liguria, proteso verso la Francia, si spezza e lascia sul terreno, dopo un volo spaventoso, oltre quaranta vittime, seicento sfollati, giacché quella struttura autostradale, gestita dal gruppo privato Benetton, posava direttamente sopra un quartiere popolare della città e minaccia di infliggere un colpo mortale all’economia di una regione che vive di turismo e di logistica dei trasporti.  Nel secondo, una nave italiana che incrociava nel Mediterraneo ha raccolto circa 180 eritrei i quali, all’arrivo a Catania, non sono stati sbarcati per ragioni di salute, sicurezza pubblica e per dare un ulteriore segnale di cambiamento nella politica nazionale dinanzi all’invasione di finti profughi provenienti dall’Africa con l’aiuto di imbarcazioni private ( le cosiddette Organizzazioni Non Governative) finanziate da chi organizza il traffico di esseri umani sotto la copertura di ragioni umanitarie. A seguito degli eventi catanesi, il ministro degli Interni in carica è indagato per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Marcello Veneziani ha intitolato un suo magistrale intervento “difendere gli italiani è reato”.
Il maggiore partito di opposizione, il PD architrave del sistema da 25 anni sotto diversi nomi, ha mobilitato i propri dirigenti a Catania a favore degli stranieri, ma ha brillato per la sua assenza a Genova dinanzi alla tragedia di una grande città italiana che, per inciso, ha sgovernato per oltre 40 anni, come PCI prima, PDS, DS e PD poi. I pochi esponenti visti ai funerali sono stati accolti da salve di fischi impressionanti, che hanno lasciato sotto choc la povera (si fa per dire) deputata Pinotti, fascinosa signora del partito in città, ex ministro della Difesa, dunque responsabile diretta per anni dei movimenti della Marina Militare nelle acque del Mediterraneo meridionale. Un osservatore del calibro del professor Meluzzi, ex uomo politico, ha tuonato contro l’alleanza di fatto tra il potere mediatico (tutto dalla parte del vecchio sistema), l’apparato tecnologico di dominazione (il mondo della rete, di Facebook, Google, Silicon Valley) e le oligarchie finanziarie. Ha dimenticato, per l’Italia, il grumo di potere giudiziario che da un quarto di secolo tiene in scacco la politica, cercando attivamente non solo di influire sulle scelte generali, ma addirittura di riscrivere la storia della nazione degli ultimi 75 anni. Continua a leggere

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C’è un problema all’o.d.g.: chi comanda in Italia?

di Francesco Lamendola
C’è un problema all’o.d.g.: chi comanda in Italia?
Fonte: Accademia nuova Italia
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nega ai clandestini della nave Diciotti di sbarcare dal porto di Catania, dopo aver dato il permesso di scendere a terra ai bambini non accompagnati e alle persone con problemi di salute, e la procura di Agrigento apre un fascicolo su di lui; ipotesi di reato: sequestro di persona, abuso d’ufficio, incitamento all’odio razziale.
Ci si chiede, intanto, perché la nave Diciotti abbia preso a bordo quei clandestini, che si trovavano in acque territoriali maltesi; perché abbia replicato lo stesso copione dei primi di luglio, quando ebbe luogo una vicenda pressoché identica. Errare humanum, perseverare diabolicum. Identico anche l’atteggiamento dell’Unione europea: tante belle parole e nessuna disponibilità concreta; anzi, la seconda volta meno della prima. I tre interlocutori che alla fine si sono fatto avanti sono stati l’Irlanda e l’Albania, e quest’ultima non è neanche membro dell’Unione, più la Chiesa cattolica: come se non si sapesse che domani, o dopodomani, gran parte di quei clandestini saranno a spasso per l’Italia, ad ingrossare il già pauroso esercito che scorrazza dalle Alpi alle Sicilia, libero di rubare, spacciare, rapinare, sfruttare il racket della prostituzione, stuprare e ammazzare: seicentocinquantamila anime, cifre ufficiali del ministero.
Quello precedente al governo giallo-verde, sia ben chiaro; perché  se fossero state fornite da questo governo, chi ci avrebbe creduto? E il bello è che sono cifre immensamente inferiori alla realtà. Gli italiani sono tenuti al buio, da anni vengono sistematicamente ingannati; non hanno il diritto di sapere. Si fa loro credere che quanto sta avvenendo è qualcosa di naturale, e, comunque, d’inevitabile; che si può, sì, “governare i flussi” (ma è mai stato fatto?), non però arrestarli, perché così vuole la Storia, e così vogliono anche l’Umanità, la Solidarietà, la Civiltà, il Cristianesimo e la Chiesa cattolica: quella di Bergoglio, però, cioè quella taroccata e apostatica, non quella vera. Già: però il signor Soros è venuto in Italia ed è stato ricevuto a Roma, dal premier Gentiloni, come se fosse un Capo di Stato. Si sono parlati a porte chiuse e non è chiaro cosa si siano detti. Soros, per chi non lo sapesse, oltre a essere il grande sponsor delle o.n.g. che ci scodellano i migranti dalla sponda africana alla nostra, è anche quel signore che, con le sue speculazioni, ha causato al nostro Paese un immenso danno finanziario, negli anni passati. È anche un signore che è ricercato da alcuni Stati europei, come l’Ungheria e la Russia, nei quali il suo ritratto figura sulle segnalazioni dei delinquenti pericolosi e notori, e, se osasse mettere il naso da quelle parti, verrebbe immediatamente arrestato e processato. Soros è uno dei più grandi criminali della finanza mondiale, però questo non viene detto dai nostri mass-media, forse perché, in tema di migrazioni e di globalizzazione, parla lo stesso linguaggio del signor Bergoglio, l’altro grande impostore, colui che sta distruggendo scientemente la Chiesa cattolica, per eseguire lo sporco lavoro che gli è stato affidato dalla massoneria ecclesiastica. Ma per i nostri mass media, padroni incontrastati del discorso perché operanti in regime di monopolio, non solo senza concorrenza, ma anche senza il minimo contraddittorio, Bergoglio è già santo adesso, in vita, e Soros è un grande filantropo, un amico dell’umanità. Continua a leggere

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