Nigeria: un Paese devastato dalla sua “ricchezza”

di Salvo Ardizzone
Nigeria: un Paese devastato dalla sua “ricchezza”
Fonte: Il Faro sul Mondo
La Nigeria è un Paese più grande di Francia e Germania messe insieme, con sopra 170 milioni d’abitanti che tirano una vita grama (54% della popolazione sotto la soglia della povertà) pur stando sopra a un mare di petrolio (l’estrazione, pur rallentata da tanti problemi, è di circa due ml di barili al giorno) e di gas; e detto per inciso, è da qui che vengono l’80% delle entrate fiscali e il 95% delle esportazioni, perché per il resto è il deserto. Il Pil, che è il secondo d’Africa, è suddiviso nel modo più ineguale non solo fra la gente (i ricchi ci sono, eccome!), ma anche fra regione (che lì si chiamano stati) e regione e fra etnia ed etnia. E di etnie ce ne sono tante in questo stato (circa 250!) tagliato, come tanti in Africa, in base ai capricci dei colonialisti (lì erano inglesi); le più importanti sono cinque: Yoruma (21% della popolazione), Igbo (18%), e Ijaw (10%) che stanno al sud; Hausa Fulani (20%) e Kanuri (4%) che stanno al nord. Continua a leggere

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Cristiani in piazza in Vietnam contro il regime comunista


Cattolici in piazza in Vietnam, a Binh Thuan, ad Hà Tinh e Vinh, ad esempio, con rosari, bandiere vaticane e striscioni, per protestare contro la concessione di terre ai comunisti cinesi e contro la legge liberticida sulla sicurezza informatica, autentica censura ad Internet: chi si colleghi ai siti cattolici rischia il processo.Già le forze dell’ordine hanno effettuato migliaia di arresti tra i manifestanti in tutto il Paese, il regime ha già minacciato una dura repressione. Il che non ha intimorito la Chiesa: il Vescovo emerito di Kontum, mons. Michael Hoàng Duc Oanh, ha chiesto anche per iscritto al presidente Tran Dai Quang di rispettare la volontà ed i diritti del popolo, di rilasciare quanti siano stati fermati, nonché di mantenere così la pace sociale.
Il Vescovo emerito ha anche criticato i sacerdoti membri dell’Assemblea nazionale, del tutto irreggimentati e per questo espressisi a favore della nuova normativa sul web: «Tradiscono la nostra fede ed il nostro Paese», ha detto il Vescovo. Continua a leggere

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La Libia nelle mani dei trafficanti ora guarda all’Italia per una svolta

di Alessandra Bocchi
La Libia nelle mani dei trafficanti  ora guarda all’Italia per una svolta
Fonte: Il Faro sul Mondo
Le migrazioni per la Libia e dalla Libia sono ancora un problema e, a farne le spese, è la stessa popolazione locale. “I libici vogliono che il fenomeno immigrazione venga fermato”, ci dice Jamal Adel, un ragazzo che fa parte della tribù Tebu a Kufra nel sud-est del Paese.
“Sarebbe un’ottima cosa se il nuovo ministro dell’interno  Matteo Salvini riuscisse a fermare il problema migratorio”, ci dice un altro ragazzo che ha chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza e che lavora per un organizzazione che monitora i conflitti a Sebha, una cittadina distrutta dal traffico di persone.
Il ragazzo aggiunge poi che “pochi giornali si interessano di quello che pensano i libici sul fenomeno migratorio ma, in realtà, noi vogliamo che questo fenomeno smetta perché sta danneggiando fortemente il nostro Paese”.
Mac K. B. Simpson, ganese ed esperto di migrazioni che vive a Tripoli, ci dice: “È importante che questo traffico sia fermato prima ancora che i migranti entrino in Libia”.
Per molti libici il problema è da ricercare soprattutto nelle Ong che operano nel Mediterraneo: “I trafficanti contano sulle ong, è già stato provato che collaborano. Inoltre alimentano le mafie libiche e italiane”, dice Adel. Continua a leggere

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La confessione del tunisino appena sbarcato: ha ragione Salvini “siamo ex detenuti”

di Maurizio Blondet
Scontro tra Salvini e il governo tunisino sulle parole del ministro dell’Interno.
Peccato siano gli stessi clandestini tunisini a confessare di essere ex detenuti ‘graziati’ e caricati sui barconi:

I detenuti tunisini pagano 1.000 euro per imbarcarsi verlo l’Italia. Lo racconta un giovane testimone che da Ventimiglia sta aspettando un passeur che lo porti in Francia. Perché sono già a Ventimiglia.
All’inviato di Matrix mostra i video del suo viaggio, poi quelli della nave inglese che l’ha salvato e portato a Messina. Alla domanda se sia vera la storia dell’indulto che ha aperto le carceri nel suo Paese permettendo a molti criminali di arrivare in Italia, risponde di sì. Almeno 2700 i detenuti scarcerati negli ultimi tre mesi in Tunisia. Continua a leggere

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Un Paese con il cervello in fumo (di cannabis)

di Claudio Risé
Un Paese con il cervello in fumo (di cannabis)
Fonte: Claudio Risé
Un Paese con la testa in fumo: è questa una delle emergenze che il nuovo governo si troverà a dover affrontare, senza perdere troppo tempo. Sul consumo di cannabis e suoi derivati, marihuana e hascisc, l’Italia è in cima alle classifiche. I suoi giovani (dai 15 ai 34 anni) si spinellano il 6% in più della media europea; e ciò comporta anche picchi nel consumo di tabagismo e di alcool. Compare una gioventù malata, debole, insicura, spaventata. Chi lavora con gli insegnanti lo sa bene: ormai l’accompagnamento degli alunni nelle gite scolastiche è a rischio plurimo, malori tra i ragazzi, denunce degli albergatori, incidenti e imprevisti di ogni genere, non sempre senza morti, poi raccontati dalle cronache. Ma neppure gli adulti scherzano: anche qui siamo al 32% contro il 26% di media UE. Contrariamente allo slogan caro alle élites: “lo spinello non fa niente” (e il pittore psichedelico Matteo Guarnaccia ci fece già negli anni ’90 una vignetta: “chissà come si annoia”), tutto questo fumo lascia tracce innanzitutto negli ospedali: il 15% dei nuovi utenti finisce in trattamento per crisi di panico e stati fuori controllo. Anche perché le persone non sanno neppure cosa fumano: il livello di THC è aumentato di oltre il 10% in 10 anni. Se c’è una situazione borderline, al limite tra psicosi e “normalità”, con un paio di spinelli scivola di colpo dove non dovrebbe (si “slatentizza”). Continua a leggere

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PEZZO GROSSO: SE IL VATICANO HA CONSIGLIATO IL SILURO DI MATTARELLA AL GOVERNO LEGA-M5S…

Risultati immagini per Pezzo GrossoSegnalazione di M.T.
di Marco Tosatti
Pezzo Grosso – che ha contatti importanti da questa e dall’altra parte del Tevere – adombra un’ipotesi inquietante, e cioè che dalla Santa Sede sia stato comunicato al Quirinale un messaggio di appoggio per l’operazione di forzatura costituzionale tesa a far fallire l’ipotesi di un governo Lega-M5S, che disponeva di una solida maggioranza parlamentare. Se si tiene conto delle dichiarazioni del presidente della CEI Bassetti, di quelle del segretario generale Galantino e del fondo del direttore di Avvenire, Tarquinio, che di quest’ultimo è una delle espressioni giornalistiche e mediatiche, e i tweet di Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, la voce o ipotesi, chiamatela come volete, è assolutamente plausibile. Perfettamente in linea con la politica di contiguità adottata dal vertice dei vescovi verso Renzi, il PD, e la sinistra in generale; il nuovo collateralismo. Ma vediamo che cosa scrive al proposito Pezzo Grosso.
“Devo dichiarare che dopo il cosiddetto governo del presidente di Napolitano nel 2011,io intesi chiaro il messaggio: le elezioni servono esclusivamente a misurare la maturità politica di un popolo. Se questo popolo dimostra immaturità, va aiutato a non fare errori. Il governo europeo del manifesto di Ventotene applicato  in pratica.  Continua a leggere

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Italia, così non va: un Paese di giovani poveri che sopravvivono coi soldi degli anziani

Segnalazione Linkiesta

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Italia, così non va: un Paese di giovani poveri che sopravvivono coi soldi degli anziani

I dati Eurostat ci dicono che 1 italiano su 3 è a rischio povertà, sempre più famiglie dipendono dalla pensione di qualche over 65 e aumentano i “working poors”. Una situazione di miseria diffusa che rende difficile qualsiasi politica di welfare. L’unica soluzione sono investimenti e (buon) lavoro. (di Gianni BalduzziLEGGI)

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