Moschea dei pakistani a Cagliari. Cosa pensano di Asia Bibi?

Risultati immagini per Asia BibiSegnalazione del Centro Studi Federici

Cagliari, apre la nuova moschea in via XX Settembre
Il taglio del nastro al civico 41 di via XX Settembre è arrivato poco prima delle 13. 
A Cagliari è stata aperta una nuova moschea grazie all’impegno della comunità musulmana bengalese e pakistana. 
“Si tratta di un luogo di culto e non di una moschea vera e propria”, spiega il coordinatore della comunità musulmana di Cagliari Hassan Laoudini, nato in Marocco e residente nel capoluogo da 25 anni. 
Questo centro sarà aperto a tutti e consentirà di diminuire i disagi nell’altro punto di preghiera in via del Collegio”. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il console del Bangladesh in Sardegna Salvatore Floris, il direttore della diocesi, don Marco Lai, e i consiglieri comunali Matteo Massa e Alessio Alias.
 
 

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Il mondo si è trasformato ma pochi in Occidente lo hanno compreso

di Martin Sieff
Il mondo si è trasformato ma pochi in Occidente lo hanno compreso
Fonte: Controinformazione
Il mondo è cambiato e nessuno nell’Occidente lo ha notato. L’India e il Pakistan si sono uniti alla Shanghai Cooperation Organization. L’Organizzazione, a 17 anni dalla sua fondazione avvenuta il 15 giugno 2001, si è tranquillamente affermata come la principale alleanza e raggruppamento di nazioni in tutta l’Eurasia. Ora la stessa si è espansa da sei a otto paesi, due dei nuovi membri sono le gigantesche potenze regionali con armi nucleari dell’Asia meridionale, India, con una popolazione di 1.324 miliardi e il Pakistan, con 193,2 milioni di persone (entrambe nel 2016).
In altre parole, la popolazione combinata delle potenze facenti parte dello SCO, che già erano di oltre 1,5 miliardi di persone, è praticamente raddoppiata in un colpo solo. Continua a leggere

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L'eterno salvacondotto della Shoah

di Massimo Fini
L'eterno salvacondotto della Shoah
Fonte: Massimo Fini
Che le dichiarazioni di Abu Mazen (gli ebrei sarebbero in qualche modo responsabili della Shoah) siano inaccettabili, come ha immediatamente dichiarato, fra gli altri, anche l’Unione Europea, non è nemmeno il caso di dirlo. Ci si chiede però, come ha fatto un lettore del Fatto (27.4), Mauro Chiostri, parlando dell’oggi e non del codificato ieri, se lo Stato di Israele non goda di uno speciale salvacondotto basato proprio sullo sterminio ebraico di tre quarti di secolo fa. E’ una domanda, per la verità, che si fanno in molti ma che non osano formulare pubblicamente nel timore di essere immediatamente bollati come antisemiti, negazionisti, razzisti, nazisti. Ma Israele è uno Stato e non va confuso con la comunità ebraica internazionale. In anni meno manichei di quelli che stiamo vivendo attualmente era la stessa comunità ebraica a non volere che si facesse una simile confusione. Ed era logico che così fosse. Perché Israele è uno Stato e, come tale, può compiere azioni criticabili, e anche nefande, ma non per questo ne deve rispondere, poniamo, un ebreo del ghetto di Roma. Oggi invece questa confusione esiste e Israele può compiere impunemente atti che ad altri Stati costerebbero l’indignata condanna, se non peggio, della cosiddetta ‘comunità internazionale’. Continua a leggere

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