L'antifascismo dei cretini

QUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
Abbiamo sempre avuto pazienza con i cretini non cattivi e con i cattivi ma intelligenti. Non riusciamo però ad averne con i cretini cattivi, magari in origine solo cretini poi incattiviti oppure solo cattivi poi rincretiniti. Ma sono cresciuti a dismisura e si sono aggravati. Sto parlando del nuovo antifascismo, collezione autunno-inverno, che si alimenta di fascistometri per misurare il grado di fascismo che è in ciascuno di noi e di istruzioni per (non) diventare fascisti, di Anpi posticce che sventolano l’antifascismo anche il 4 novembre, non più costituite da partigiani ma da militanti dell’odio perenne; e poi di mobilitazioni, manifestazioni e mascalzonate, veicolate da giornaloni, telegiornaloni, talk show e da tante figurine istituzionali. Come quel Figo che alterna dichiarazioni d’antifascismo a dichiarazioni surreali d’amore a proposito degli stupri e i massacri tossico-migranti. Per lui le violenze si combattono con l’amore, come dicevano i più sfigati figli dei fiori mezzo secolo fa. Lui ci arriva adesso, cinquant’anni dopo e a proposito di un fatto così terribile come uno stupro mortale a una ragazzina.
Sopportavamo il vecchio antifascismo parruccone, trombone, un po’ di maniera. Arrivavamo a sopportare perfino un antifascismo di risulta, violento, intollerante, estremista. Finché si tratta dei dementi agitati dei centri sociali, di qualche femminista in calore ideologico o con caldane fasciofobe, oppure di sparsi cretini del grillismo e del vecchio sinistrismo, ce ne facevamo una ragione. Continua a leggere

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Per “romanizzare i barbari” servirebbero, innanzitutto, i “romani”

di Emanuele Boffi
Per “romanizzare i barbari” servirebbero, innanzitutto, i “romani”
Fonte: Tempi
Matteo Salvini ha detto di non credere all’ultima rilevazione Swg che dà la Lega al 32 per cento. Il ministro degli Interni e leader leghista fa bene ad essere cauto ben sapendo – come l’altro leghista Giancarlo Giorgetti – quanto sia volatile il consenso in Italia. Resta un fatto obiettivo, tuttavia, che la sua azione di governo (molto più che quella dei compagni grillini) riscuota le simpatie degli italiani. Perché? Perché questo avviene, sebbene quasi tutti i media non facciano altro che attaccarlo? È il rovello della sinistra che non riesce a capacitarsi del fatto che gli elettori proprio non capiscano che Salvini è “un barbaro”, “un fascista”, “un razzista”.

È un misunderstanding non solo italiano. Il 9 settembre si vota in Svezia, il paese del socialismo “buono”, dello statalismo dalla culla alla tomba e dove i partiti progressisti hanno sempre governato. Gli ultimi sondaggi ci raccontano che anche a quelle latitudini il partito di destra (populista, razzista ecc ecc) è in forte ascesa. Il Partito socialdemocratico è al 23,3 per cento, la destra xenofoba dei Democratici svedesi al 19,7. Probabile che poi tutto si risolva con la formazione di un governo di centrosinistra (vige il sistema proporzionale e le alleanze si fanno post voto), ma, anche in questo caso, l’osservatore neutrale non può non domandarsi quale sia il motivo del successo degli “impresentabili” di Jimmie Åkesson.

Altro esempio. Martedì sul quotidiano Italia Oggi il corrispondente da Berlino Roberto Giardina iniziava il suo articolo così: Continua a leggere

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Barbari o divisi

Barbari o divisiQUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
Verrà il giorno che il verde si separerà dal giallo, la Lega sarà la nuova destra e il M5 Stelle sarà la nuova sinistra. Dalla maggioranza di governo del presente nascerà un nuovo sistema bipolare. I tempi potranno essere rapidi se in autunno o anche subito la coalizione si spaccherà sui temi sensibili che già conosciamo, vale a dire migranti, giudici, pensioni, reddito di cittadinanza, nazionalizzazioni, mentre su altri come l’Europa e l’avversione alla Casta dei potentati sembrano essere abbastanza omogenei. Ma se resisteranno alla prova d’autunno ci sarà poi la prova dell’Europa quando i due partiti si presenteranno divisi e faranno incetta di voti gli uni nell’area del centro-destra e gli altri in prevalenza della sinistra.
Questa profezia circola sotto traccia da qualche tempo, e Bobo Maroni l’ha di recente rilanciata, vedendo nella Lega l’erede della destra e di Forza Italia e nei grillini gli eredi della sinistra e del Pd. Rispetto alla nuova destra e alla nuova sinistra che faranno quelle cariatidi in caduta? Cambieranno nome, faccia e leader ai loro partiti in ritirata, si aggrapperanno al passato (Veltroni e Berlusconi), cercheranno di aprire i ponti ai due Soggetti principali tramite i loro ambasciatori (Toti e Zingaretti). E per completare la partita si dovrà vedere poi che fine faranno Fratelli d’Italia e Liberi e Uguali, se saranno dentro, fuori a mezzadria, satelliti o in disparte, rispetto ai due poli principali. Continua a leggere

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Rassegna stampa a cura del C.S. Federici

Immagine correlataSegnalazione del Centro Studi Federici

Iniziamo con una buona notizia
(26/3/2018) Mosul (Agenzia Fides) – Sono più di quattromila le famiglie di profughi cristiani ritornati a Mosul e nella Provincia di Ninive negli ultimi mesi, dopo che lo scorso 9 dicembre il Presidente iracheno Haider al Abadi aveva proclamato la sconfitta su tutto il territorio nazionale dei jihadisti dell’auto-proclamato Stato Islamico (Daesh). Lo ha dichiarato domenica 25 marzo Nawfal Hammadi, governatore della Provincia di Ninive. Hammadi ha anche specificato che la maggior parte di esse avevano trovato rifugio nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, dopo che – tra il giugno e l’agosto 2014 – la conquista della regione da parte dei jihadisti di Daesh aveva aveva spinto i cristiani a fuggire dalle proprie case. Secondo Hammadi – che ha rilasciato le sue dichiarazioni a Press TV, la rete televisiva in lingua inglese legata all’Iran – il flusso di rientro dei profughi cristiani alle proprie case è destinato a riprendere con intensità quando si concluderà l’anno scolastico e accademico in corso.

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