L'antifascismo dei cretini

QUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
Abbiamo sempre avuto pazienza con i cretini non cattivi e con i cattivi ma intelligenti. Non riusciamo però ad averne con i cretini cattivi, magari in origine solo cretini poi incattiviti oppure solo cattivi poi rincretiniti. Ma sono cresciuti a dismisura e si sono aggravati. Sto parlando del nuovo antifascismo, collezione autunno-inverno, che si alimenta di fascistometri per misurare il grado di fascismo che è in ciascuno di noi e di istruzioni per (non) diventare fascisti, di Anpi posticce che sventolano l’antifascismo anche il 4 novembre, non più costituite da partigiani ma da militanti dell’odio perenne; e poi di mobilitazioni, manifestazioni e mascalzonate, veicolate da giornaloni, telegiornaloni, talk show e da tante figurine istituzionali. Come quel Figo che alterna dichiarazioni d’antifascismo a dichiarazioni surreali d’amore a proposito degli stupri e i massacri tossico-migranti. Per lui le violenze si combattono con l’amore, come dicevano i più sfigati figli dei fiori mezzo secolo fa. Lui ci arriva adesso, cinquant’anni dopo e a proposito di un fatto così terribile come uno stupro mortale a una ragazzina.
Sopportavamo il vecchio antifascismo parruccone, trombone, un po’ di maniera. Arrivavamo a sopportare perfino un antifascismo di risulta, violento, intollerante, estremista. Finché si tratta dei dementi agitati dei centri sociali, di qualche femminista in calore ideologico o con caldane fasciofobe, oppure di sparsi cretini del grillismo e del vecchio sinistrismo, ce ne facevamo una ragione. Continua a leggere

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Tg1, nuove polemiche per Marina Nalesso in onda con crocifisso

I GLOBALISTI VOGLIONO LA CANCELLAZIONE DEL CRISTIANESIMO
Segnalazione di Luca Sbroffoni
di Francesco Curridori
La giornalista del Tg1 Marina Nalesso, dopo due anni, torna nuovamente al centro delle critiche dei laici che sui social la contestano di condurre l’edizione pomeridiana del telegiornale con addosso un crocifisso
Ci risiamo. La giornalista del Tg1 Marina Nalessodopo due anni, torna nuovamente al centro delle critiche dei laici e dei “laicisti” che sui social la contestano di condurre l’edizione pomerdiana del telegiornale con addosso un crocifisso.
Ora i suoi oppositori tornano alla carica. “L’ostentazione dell’occupazione della #Rai da parte dia una fazione politica. Un affronto alla #laicità dello #Stato. Una grave mancanza di rispetto nei confronti de #cittadini. Se questi son cattolici autentici o carrieristi? #tg1 #Rai1 #Rai #ServizioPubblico #MarinaNalesso”, scrive un utente su Twitter. Continua a leggere

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Benetton Maletton

QUINTA COLONNA
di Marcello Veneziani
I Benetton non hanno prodotto solo maglioni e gestito autostrade ma sono stati la prima fabbrica nostrana dell’ideologia global. Sono stati non solo sponsor ma anche precursori dell’alfabeto ideologico, simbolico e sentimentale della sinistra. Sono stati il ponte, è il caso di dirlo, tra gli interessi multinazionali del capitalismo global e dell’americanizzazione del pianeta, coi loro profitti e il loro marketing e i messaggi contro il razzismo, contro il sessismo, a favore della società senza frontiere, lgbt, trasgressiva e progressista. Le loro campagne, affidate a Oliviero Toscani, hanno cercato di unire il lato choc, che spesso sconfinava nel cattivo gusto e nel pugno allo stomaco, col messaggio progressista umanitario: società multirazziale, senza confini, senza distinzioni di sessi, di religioni, di etnie e di popoli, con speciale attenzione ai minori. Via le barriere ovunque, eccetto ai caselli, dove si tratta di prendere pedaggi. Di recente la Benetton ha fatto anche campagne umanitarie sui barconi d’immigrati e ha lanciato un video “contro tutti i razzismi risorgenti”. Misterioso il nesso tra le prediche sulla pelle dei disperati e il vendere maglioni o far pagare pedaggi alle auto. Continua a leggere

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La caduta dei radical chic

di Antonio Terrenzio
La caduta dei radical chic
Fonte: Conflitti e strategie
La sinistra perde anche l’ultimo feudo. In Toscana 10 comuni passano al centro-destra ed ormai tra le file del Partito democratico è caos.
La sinistra è al capolinea e si avvia ella definitiva estinzione.
Le polemiche violente che negli ultimi giorni sono state mosse da Roberto Saviano, il guru dell’antimafia approdato alla difesa delle Ong, non sono servite a scalfire il prestigio e la cavalcata della Lega.
Attacchi offensivi ed isterici hanno caratterizzato un po’ tutti gli elementi del main stream progressista.
Da Mentana, che commentando il censimento nei campi Rom, allarmava sul pericolo di un vago ritorno ai “rastrellamenti nazisti”, alla proposta demenziale di Orfini del PD, di schedare i fascisti.
Il solito mantra ossessivo, da caso psichiatrico, ha caratterizzato tutta la stampa e nazionale con le accuse rivolte al MdI di “inumanita’”, “xenofobia”, “fascismo”, per le politiche di freno ai traffici sui migranti e la chiusura dei porti voluta ed attuata da Matteo Salvini. Continua a leggere

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Radical-chic e ignoranti-pop

di Marcello Veneziani

Lunedì scorso è morto in America Tom Wolfe e io vorrei dire qualcosa sui radical chic, di cui lui fu scopritore e brillante stroncatore. Li critico anch’io da quando li conobbi, lessi da ragazzo il libro di Wolfe contro di loro che aveva pubblicato Alfredo Cattabiani nel ’73 da Rusconi. Anzi, prima dei radical-chic conobbi il loro antenato, lo snob di cui sparlava Panfilo Gentile, notando che snob sta per sine nobilitate, finto nobile che si atteggia a tale. Oltre che supponenti, i radical chic e gli snob diventano detestabili quando si fanno intolleranti verso chi non appartiene alla loro razza.
Ma non mi piace per nulla neanche il loro rovescio, la rozza ignoranza pop. Quella di chi detesta ogni lettura e disprezza tutto ciò che odora d’arte, pensiero e cultura, quella di chi spara giudizi sprezzanti quanto dementi in rete senza capire, senza sapere; quella di chi odia il mondo ed erutta e scoreggia contro l’universo e ogni grandezza nel nome della libertà e dei diritti. Quella di chi soffre d’invidia egualitaria, vuol far patire chi sta meglio di loro e far loro confiscare quel che hanno meritato e conquistato. Insomma quelli che fanno valere la loro ignoranza enciclopedica come un diritto e una virtù. A volte è gente anche di destra, anche se di solito l’homunculus-tipo è al di sotto della destra e della sinistra. Non saprei dire quale sia peggio tra i radical-chic e i cafonal-pop. O meglio, saprei: i peggiori sono quelli che fanno ricadere sugli altri la loro spocchia o la loro ignoranza. Continua a leggere

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