http://vocidallestero.it/ di Paul Craig Roberts (EX MEMBRO GOVERNO USA DI DONALD REAGAN)
In un recente articolo Paul Craig Roberts torna a parlare di Terza Guerra Mondiale, accusando la Russia di essere troppo pusillanime verso l’aggressiva politica USA: nella velleità di essere riconosciuta come parte dell’Occidente, secondo Roberts la Russia non completa mai il lavoro, ma lascia sempre uno spiraglio aperto agli USA, sperando di ingraziarseli, mentre di fatto concede a Washington un altro giro per prevalere nel conflitto che Washington ha iniziato. Questo è quello che è successo in Siria, dove la guerra rischia di riaccendersi, e in Ucraina. E nel frattempo in Occidente continua l’escalation della propaganda: non passa giorno senza che la Russia venga accusata di cyber-attacchi, ingerenza nelle elezioni dei paesi occidentali, addirittura sovversione della democrazia. E col caso Skripal si è fatto un nuovo salto di qualità, andando vicini ad accusarla di terrorismo di stato. Insomma, quel che sembra una preparazione dell’opinione pubblica occidentale alla Terza Guerra Mondiale che Roberts paventa.
di Paul Craig Roberts, 13 marzo 2018
“In un conflitto nucleare, il ‘danno collaterale’ sarebbe la fine di tutta l’umanità” – Fidel Castro
I russi, nell’ansia di mostrare all’Occidente quanto sono amichevoli, hanno lasciato mettere a Washington un piede nella porta in Siria, e Washington lo sta utilizzando per ricominciare la guerra. L’insuccesso russo nel finire il lavoro ha lasciato i mercenari stranieri di Washington, che la stampa prezzolata americana fa passare per “combattenti per la libertà”, nell’enclave siriana. Perché la guerra ricominci, Washington deve trovare un modo di andare in aiuto dei suoi mercenari.
Il regime di Trump ha trovato, o così pensa, la sua giustificazione per tornare alla falsa accusa del regime di Obama alla Siria sull’uso di armi chimiche. Questa bugia, inventata di sana pianta dal regime di Obama, è stata messa a tacere dall’intervento della Russia, che ha assicurato che non c’erano armi chimiche siriane. Infatti, se la memoria ci assiste, la Russia consegnò le armi chimiche agli USA perché fossero distrutte. Ci sono pochi dubbi che Washington le abbia ancora e che ne userà alcune, con i loro contrassegni siriani, in quello che appare come un attacco false flag imminente di cui potrà essere accusato Assad. In altre parole, Washington creerà un “momento critico”, ne incolperà Assad e Putin, e – con o senza l’autorizzazione del Congresso – inizierà l’intervento americano per conto dei suoi mercenari.
Se possiamo credere a James Mattis, il generale degli US Marine in pensione che è Segretario della Difesa, la Siria, un paese senza armi chimiche e che non ne ha bisogno nelle sue operazioni di rastrellamento contro i mercenari di Washington, sta usando gas cloro “contro il suo stesso popolo”, esattamente la stessa frase usata dal regime di Obama quando tentò di orchestrare una giustificazione per l’attacco in Siria. Mattis ha detto di ricevere resoconti sull’uso di gas cloro da parte di Assad, mentre contemporaneamente sostiene che non ci sono prove dell’uso di gas, ancora meno da parte dell’esercito siriano.
Il Segretario della Difesa in realtà ha accusato la Siria di “prendere di mira gli ospedali” col gas cloro, anche se ammette che non ci sono prove. Mattis ha continuato accusando la Russia di complicità nell’uccisione di civili, un’impresa nella quale gli USA eccellono. Continua a leggere