Non si torna indietro? Cara Cirinnà, ecco i numeri dei miti di progresso
“Sui diritti non si può tornare indietro”. Con queste parole ha fatto il suo nuovo esordio mediatico l’icona della legge delle unioni civili, Monica Cirinnà.
Ovviamente il riferimento polemico è tutto rivolto al ministro della Famiglia Fontana, reo di aver riportato ordine concettuale e culturale ad un tema troppo spesso oggetto di propaganda e manipolazione ideologica, soprattutto da parte dei laicisti.
Il messaggio è chiaro: questo governo gialloverde mette le lancette della storia indietro, e ferma le conquiste civili dei governi Renzi e Gentiloni (“votati” dal popolo no?).
Cosa ha detto di tanto negativo il neo-ministro Fontana? Che le famiglie arcobaleno non esistono e che la famiglia è una, quella naturale, prevista alla Costituzione (articolo 29). E che l’Italia per ripartire, deve abbattere la denatalità e puntare sulla vita, considerando l’aborto una piaga. E la Cirinnà, non a caso, in occasione del discorso del premier Conte si è presentata in Aula con una maglietta inneggiante alle famiglie gay. Tanto per scaldare gli animi e vellicare le fibrillazioni della nuova maggioranza che vede sull’argomento leghisti e grillini appartenere a sponde opposte (almeno sulla carta). Continua a leggere