MACELLAI – IL FILO ROSSO CHE LEGA SODOMIA ED ERESIA NELLA SETTA CONCILIARE
di Cesare Baronio
(MB. Una utile mappa della dittatura dei sodomiti in Vaticano)
di Cesare Baronio
(MB. Una utile mappa della dittatura dei sodomiti in Vaticano)
Segnalazione di Redazione BastaBugie
(LETTURA AUTOMATICA)
La psicoterapeuta e scrittrice di romanzi fantasy Silvana De Mari ha fatto saltare sulla sedia Lilli Gruber durante la puntata di lunedì sera di Otto e mezzo su La7.
La De Mari, invitata per parlare di violenza del linguaggio in politica e sui social, ha condannato la dittatura del politicamente corretto e il suo esempio, relativo al circolo Mario Mieli di Roma, ha letteralmente stravolto la scaletta del talk show.
Silvana De Mari è nota per la sua tesi secondo cui l’omosessualità è una malattia psicologica ma non ha parlato di questo nel salotto della Gruber. Riferendosi all’impossibilità di manifestare liberamente le proprie opinioni che è uno dei tratti violenti delle società nelle quali impera il “pensiero unico” ha detto che esiste a Roma un circolo gay ispirato a una figura di intellettuale, Mario Mieli, appunto, morto suicida a 31 anni, il quale era “attratto dall’erotismo dei bambini”.
La De Mari ha riportato citazioni testuali da un libro di Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale. Ha inoltre ricordato che nel corso dei suoi spettacoli Mario Mieli, che costruiva il suo personaggio sulle provocazioni, mangiava i suoi escrementi e quelli del suo cane per dimostrare che l’amore deve essere libero di manifestarsi in tutte le sue forme, e tra queste forme appunto erano incluse pedofilia e necrofilia. Continua a leggere
Anche in questo caso, invitiamo il lettore a cogliere il vulnus dell’articolo e le riflessioni, che sono interessanti e condivisibili, in gran parte, tralasciando il sedeplenismo dell’autrice, comunque arguta nell’analisi.
Segnalazione di Redazione BastaBugie
(LETTURA AUTOMATICA)
L’articolo di James Martin nel suo miglior travestimento – la vittima – mi costringe a fare qualche riflessione su questa dolorosissima vicenda degli abusi di McCarrick: il sacerdote gesuita, sempre più esplicito nella sua militanza omosessualista, lamenta la caccia alle streghe contro i sacerdoti “gay” in un articolo ritwittato da Spadaro, che peraltro supponevo “fedelissimo” di quel Papa che dice che gli omosessuali in seminario al minimo sospetto manco ci devono entrare. Purtroppo la lamentela e il vittimismo sono i cavalli di battaglia dei militanti (non a caso un tratto più spesso femminile che maschile della personalità). A forza di lamentarsi e di fare le vittime, a forza di parlare di discriminazione e non accoglienza, le persone omosessuali hanno al contrario con estrema aggressività e violenza ideologica imposto la loro agenda a tutti i livelli.
NON CHIEDONO DI NON ESSERE DISCRIMINATI, VOGLIONO COMANDARE
Prima ci sono riusciti con diversi governi, imponendo il loro ruolino di marcia, bloccando parlamenti per mesi, tradendo le priorità della realtà, inventando un mondo in cui le persone omosessuali sono vittime di cattiverie e violenze quotidiane ed è urgentissimo in nome dei diritti civili occuparsi di questo, più urgente della povertà, della scuola, della disoccupazione. Perché come dice Bret Easton Ellis, loro non chiedono di non essere discriminati, loro vogliono comandare. Un’agenda presumibilmente dettata da una regia che non so decriptare, ma i cui effetti sono lampanti (come altrimenti spiegare, per esempio, le parole di commiato di Gentiloni, la sua eredità politica: “sono fiero di aver guidato un governo che ha fatto le dat, e di essere di un partito che ha fatto le unioni civili”?). Adesso lo stanno facendo – occupare il centro della scena oscurando il resto – nella Chiesa, con la conseguenza che in questo momento anche tanti uomini di fede santa e dottrina solidissima non hanno più il coraggio di dire sull’omosessualità la verità, cioè che è un disordine, e che i rapporti omosessuali sono un peccato. O magari la dicono, ma durante la giornata contro l’omofobia, dunque piegandosi ai diktat di un’agenda imposta alla Chiesa dall’esterno, e totalmente non reale rispetto alle vere necessità dei fedeli (io ho bisogno di qualcuno che mi ricordi che il mio problema sono io, non gli altri che mi trattano male).
Come al solito la Chiesa arriva a saldi finiti, e mentre i preti omosessuali sono consultori di Dicasteri, fanno corsi per insegnare la fedeltà omosessuale, e poi su su salendo di grado fanno carriera e gestiscono immobili e soldi e porpore cardinalizie, dettano la scaletta dei giornali, la Chiesa sembra ancora credere alla bufala della sofferenza di coloro che non si sentono accettati. Magari alcuni ci credono sinceramente, ma perché non conoscono la realtà. Le persone con attrazione verso lo stesso sesso soffrono perché soffrono, non perché non accettati, cosa peraltro sempre più falsa (sto ancora aspettando che ci raccontino una storia vera su questo, di qualcuno maltrattato nella Chiesa per la sua inclinazione). Il magistero è rimasta la loro unica speranza di uscire dalla loro sofferenza, che non passa se tutti fanno pat pat sulla spalla. Non passa finché non viene affrontata.
PSICHIATRIA, LA PAROLA CENSURATA
Il Papa lo ha accennato in aereo, da piccoli si può intervenire con la psichiatria. Lui poi ha aggiunto “intorno ai venti anni non più”, ma io conosco persone che hanno affrontato e vinto questa battaglia anche molto dopo i venti anni, perché hanno avuto al loro fianco qualcuno che ha detto loro la verità. Un cattolico. Perché il lavoro medico da solo non basta, serve anche quello spirituale.
La Sala Stampa nel bollettino ufficiale ha poi corretto l’affermazione, scrivendo “si possono fare tante cose” e togliendo la parola psichiatra. L’instancabile Martin arrampicandosi sugli specchi si è affrettato a spiegarci che il Papa intendeva dire che lo psichiatra serve ai bambini perché si sentono discriminati. Dopo i venti anni, allora, caro Martin, non c’è più discriminazione? Allora tutta la storia dell’omofobia dunque è falsa? Scegli. O ammetti che il Papa ha detto quello che ha detto – psichiatra, c’è la registrazione – proprio perché intendeva parlare di cura o ammetti che l’omofobia non esiste e quindi come dici tu non serve più lo psichiatra che serviva da bambini.
Non so perché questa correzione, e non so perché tutto questo avvenga, non sono brava con le trame. Forse il Papa nel mea culpa per gli abusi in Pennsylvania non ha nominato la parola omosessualità proprio per non offendere, non far sentire nessuno non accolto, per non gettare sale nella ferita dell’omosessualità che già fa male da sola. Forse voleva solo parlare degli abusi e non della piaga della Chiesa, perché non tutti gli omosessuali, certo, commettono abusi, e voleva evitare il rischio dell’identificazione dei due fenomeni. Certo, non tutti gli omosessuali commettono abusi, ma la stragrande maggioranza degli abusi è compiuta da omosessuali. E la pratica omosessuale tra preti adulti consenzienti è un abominio, indipendentemente dal consenso. E’ un abominio prima di tutto per chi la compie e un padre di quei sacerdoti deve condannarla, per il bene loro e della loro anima, per la loro salvezza eterna e per la loro vita qui. Se, come noi crediamo e annunciamo, l’omosessualità è un disordine, questo influisce su tutta la vita del sacerdote. Noi non siamo maschio o femmina solo a letto, lo siamo nel modo di guardare al mondo, nei giudizi, nell’affettività, nel modo di amare gli altri. Al sacerdote è richiesta una virilità persino superiore di quella che è richiesta a un laico, a uno sposato. Il sacerdote in confessionale ha bisogno di un sacco di testosterone. E anche nel suo darsi e morire per i fedeli come Gesù realizza la chiamata a essere profondamente uomo. Un sacerdote omosessuale che non combatte la propria inclinazione non può essere un buon sacerdote, e la Chiesa non deve avere paura di dirlo, e infatti il Papa lo dice: non devono neanche entrare in seminario. Non è che gli omosessuali non siano virili, è che si sentono feriti nella loro virilità, e vanno aiutati a tornare fieri di essere veri uomini, qualunque ferita abbiano subito. La vera accoglienza è dire la verità con dolcezza.
PERCHÉ TUTTA QUESTA CAUTELA?
Siamo tutti in un cammino di costante conversione. Siamo tutti peccatori e tutti ci confrontiamo con un disordine (magari uno solo!). I nostri disordini ci impediscono di essere uniti al Signore e di vivere in modo fecondo e ordinato la nostra vita. Quando per esempio si vive in una situazione di adulterio, tutta la vita entra in una sorta di schizofrenia, e non si riesce a fare nulla delle cose normali con il cuore indiviso. Tutta la vita diventa adultera, perché l’affettività è il nostro centro, e la Chiesa la custodisce con grande sapienza. Per questo il sesto comandamento, per questo Humanae Vitae, per questo l’indissolubilità.
Non so perché tutta questa cautela, ma se è per non allontanare nessuno, per far sentire tutti accolti, per non essere divisivi, forse vale la pena guardare cosa è successo a tutti i governi gayfriendly negli ultimi tempi. Sono stati quasi tutti cancellati, travolti, spariti. Una esilissima minoranza ha vinto risucchiando la scena, la maggioranza non l’ha sentita come una priorità, e ha votato di conseguenza. Comunque la si pensi, ciò che è chiaro nella percezione comune è che la causa omosessualista non può imporsi in questo modo ideologico e falso. Quindi, se l’obiettivo sono i consensi, mi pare che nella Chiesa stia un po’ succedendo quello che è successo negli scenari politici di molti paesi: Hollande, Cameron, Renzi, Zapatero, Hillary Clinton avevano tutti i media a favore, ma la percezione comune era molto lontana dalla loro narrazione imposta dall’alto. Nella Chiesa non si vota, e i suoi veri figli rimarranno amanti di questa madre per quanto sporche possano essere le sue vesti. Però tanti stanno attraversando uno smarrimento e una sofferenza: tante parole chiarissime e buone sono state dette, ma forse qualche gesto ha creato confusione.
Perché per esempio al posto di Martin a Dublino non è andato a parlare Fr. Mike Schmitz che ha scritto un meraviglioso libro sull’attrazione verso lo stesso, pieno di intelligenza e comprensione e delicatezza, ma in linea con il magistero? E’ lo stesso sacerdote che tiene corsi agli uomini sulla virilità, su come essere veri uomini cristiani, e che è amatissimo e seguitissimo, che sa infiammare i cuori con l’orgoglio di appartenere a Cristo, senza però mai attaccare nessuno. In più, come bonus, ha fatto anche due Ironman. Per me molti sacerdoti sono supereroi, ma se nuotano per 4 chilometri, pedalano per 180 e poi corrono una maratona, be’, lo sono anche di più.
Nota di BastaBugie: Lupo Glori nell’articolo seguente dal titolo “Non solo padre Martin, da Dublino indicazioni per una nuova pastorale LGBT” parla di ciò che è emerso dal recente incontro mondiale delle famiglie a Dublino… e non c’è da stare allegri.
Ecco l’articolo completo pubblicato su Corrispondenza Romana il 29 agosto 2018: Continua a leggere
Mentre Bergoglio sembra aver convocato alcuni vaticanisti e canonisti, oltre a Francesco Coccopalmerio per studiare una formula per punire Viganò, sembra assai interessante leggere questo articolo, ove vengono attribuiti titoli ecclesiastici cattolici agli occupanti dei Sacri Palazzi, perché il sito è ufficialmente sedeplenista
Segnalazione di Corrispondenza Romana
di Emmanuele Barbieri
La documentazione fornita dall’arcivescovo Viganò in merito al “caso Kim Davis” fa molto più che smentire la versione dei fatti presentata dall’omosessuale dichiarato Juan Carlos Cruz sul New York Times secondo il quale papa Francesco avrebbe licenziato il nunzio Viganò perché “colpevole” d’avergli sabotato il viaggio in USA nel 2015 organizzando un incontro, non voluto dal Papa, con la signora Davis, paladina della battaglia contro le “nozze gay”.
Secondo Cruz il nunzio Viganò avrebbe fatto incontrare papa Francesco con la signora Davis senza che il Papa lo volesse e allo scopo di sabotare la politica bergogliana di apertura alle istanze liberal dell’allora amministrazione Obama. Ne sarebbe seguita l’ira papale e la decisione di licenziare Viganò. Ora però monsignor Viganò fornisce documenti che attestano oltre ogni dubbio che: Continua a leggere
Ci siamo attivati anche noi, come “Circolo Christus Rex”. Ci siamo attivati per un’amica. Ci siamo attivati attraverso tutti i nostri principali canali di sensibilizzazione, in nome di tre libertà fondamentali. A difesa di esse, si difende Silvana. In attesa del processo che la vede imputata il 18 Luglio (n.d.r.). Sopra, Silvana De Mari e Matteo Castagna a Verona il 19/03/2017
di Andrea Zambrano
Comparirà il 18 luglio davanti al giudice di Torino. Silvana De Mari, scrittrice fantasy e medico, dovrà rispondere di diffamazione per le sue affermazioni sul “sesso” omoerotico, trascinata in tribunale dal Torino Pride e dal sindaco Appendino. Lei si affida a una memoria difensiva interamente medica e riceve l’appoggio di migliaia di persone. Il suo legale, il penalista Mauro Ronco spiega alla Nuova BQ perché questo processo segna un punto di svolta in Italia: “Per la prima volta nel nostro Paese sono a rischio tutte insieme tre libertà fondamentali per l’uomo: di opinione, di divulgazione scientifica e di religione”. Continua a leggere
Segnalazione di Antonello Deiana
Mi chiamo Millie Fontana, ho 23 anni e sono figlia di due lesbiche, concepita tramite un donatore. Sono qui con il supporto di tutti e tre i miei genitori. Questa è una testimonianza che, di sicuro, è inaudita perché nessuno vuole sentir parlare dell’altro lato dell’arcobaleno, il lato non adatto per crescere dei bambini felici, perché crescono con l’idea sbagliata di come una struttura familiare dovrebbe essere.
Crescendo, volevo un padre… Sentivo dentro di me che mi mancava un padre prima ancora che potessi concepire quello che significava un padre. Sapevo che amavo entrambe le mie mamme, ma non riuscivo a capire quello che mancava dentro di me. Quando ho affrontato la scuola ho iniziato a realizzare, attraverso l’osservazione di altri bambini e dei loro legami d’amore con i loro padri, che mi stavo perdendo qualcosa di speciale. Mi è stato mentito durante tutta la scuola; Mi è stato detto che non avevo un padre… è stato molto difficile per me affermare un’identità stabile per questo. E la mia stabilità comportamentale ed emotiva ha sofferto molto a causa di questo.
Sono cresciuta atea e senza alcuna affiliazione religiosa… ma supporto i cristiani perchè fin’ora, in questo dibattito, i cristiani sono gli unici che si pongono la questione e seguono i loro figli. I cristiani sono gli unici che cercano di accendere i riflettori sulle storie come la mia. Nessuno nella lobby Lgbt vuole ascoltare qualcuno come me perchè “Love is love” giusto? Noi non esistiamo per loro.
Crescendo mi guardavo allo specchio e pensavo: “Da dove ho preso questi occhi verdi? Da dove ho preso un certo aspetto della mia personalità o certi talenti che nessuno nella mia famiglia ha?”. La risposta è semplicemente “Mio padre”! Ma in realtà non è soltanto il padre o il donatore (come a loro piace chiamarlo), ma : “ho una zia, uno zio, una nonna e tanti cugini?”. Sono tutte cose che fanno parte di me. Chi erano i miei genitori per decidere quali parti di me è accettabile che conosca e quali no?
Ho conosciuto mio padre quando avevo 11 anni ed è stata probabilmente la prima volta nella mia vita in cui mi sono sentita una bambina stabile. L’ho guardato negli occhi e ho pensato: “questa è la mia parte mancante”, non perchè avessi fantasticato sull’avere un padre, ma perchè ho potuto dare un volto a chi ero io, potuto guardare chi è egualmente responsabile della mia esistenza, ho potuto affermare la mia identità basata su questo uomo.
Voglio parlare di reale “uguaglianza”. Sento parlare di “uguaglianza” dalla lobby Lgbt ma mi chiedo quale sia la loro definizione di uguaglianza perchè, per me, uguaglianza significa dire la verità, significa essere rispettati per quello che si è per intero e non solo in base a quello che i genitori decidono che tu debba sapere. Uguaglianza è guardare entrambi i lati della mia famiglia genetica e capire chi sono veramente. Uguaglianza non significa che, siccome alcuni studi su famiglie gay volontarie e sui loro figli dimostrerebbero un esito positivo, questo debba valere per tutti, è completamente irrealistico.
Ho sentito questa menzogna della lobby Lgbt: ai bambini non importa chi è la loro famiglia, uomini e donne sono intercambiabili. Considero questo di per sé una forma di discriminazione di genere. Uomini e donne offrono ruoli complementari nell’allevare il bambino e dovrebbero essere rispettati con “uguaglianza”.
E’ buffo il modo in cui la lobby gay parla di omofobia. Ho racconti di amici gay che mi spiegano che altri gay li chiamano omofobi perchè preferiscono che i bambini crescano con un padre e una madre: è totalmente ridicolo! Ero omofoba quando mi guardavo allo specchio e mi chiedevo dove fosse mio padre? Ero omofoba quando supplicavo i miei genitori di dirmi chi fossi? Assolutamente no! Io amo i miei tre genitori con “uguaglianza”.
L’omofobia, in realtà, è semplicemente un’avversione per un certo comportamento. Sono profondamente in disaccordo nell’equiparare omofobia e razzismo. Mi sento offesa dall’idea che io sia considerata razzista per aver parlato di queste cose.
Perchè il governo sta cercando di spingere una agenda che non è basata sull’onestà? Perchè in realtà in ogni relazione tra persone dello stesso sesso ci vuole una terza persona per “produrre” un bambino. Perchè come società dovremmo ignorare questa verità? Io non sono qui grazie a due donne, ma tre persone hanno fatto la scelta di farmi venire al mondo. La scienza viene sostituita dai desideri di alcuni adulti. In Canada sul certificato di nascita c’è scritto “genitori legali” non più genitori biologici. Il certificato di nascita sta cambiando da documento della storia del bambino a documento di intenti degli adulti. Sono gli adulti che decidono: io mi prendo cura di questo bambino. Ma quali informazioni questo documento fornisce al bambino? Non è realistico. Nessuno fa un certificato sulle intenzioni.
Mia madre mi ha fatto una domanda: cosa sarebbe successo se io e la mia partner potevamo sposarci? Se avessimo potuto avere quell’ambiente familiare stabile come tutti gli altri? Ho risposto con un’altra domanda: che tipo di terapia mi avrebbero somministrato gli psicologi per i miei comportamenti dovuti alla mancanza di un padre se l’assenza del padre fosse stata considerata una forma di discriminazione? Nessuna risposta.
La cosa divertente è che Obama ha detto che adesso tutti gli altri paesi si dovranno evolvere, ma da quello che ricordo, l’evoluzione è durata un po’ più di un decennio ed anche che ha coinvolto tutti. L’evoluzione non è stata fatta con un’agenda politica che sta silenziando anche una parte della comunità Lgbt. Sono una piccola minoranza estremista che sta spingendo, da quello che mi sembra, all’estinzione del genere in sé stesso. Io non vedo “gender equality” io vedo l’intenzione di sbarazzarsi del genere umano del tutto.
Finchè noi come società non intavoliamo una discussione che includa i bambini come me per i quali non va bene che i genitori decidano quali sono le parti (di vita) che sono accettabili da rivelare al bambino, finchè questa discussione esclude tutti quelli che sono stati allevati senza padre o senza madre, finchè questa discussione azzittisce svergognandoli i bambini che sono sulle mie posizioni, non dovremmo spingere il matrimonio a questa evoluzione perchè l’evoluzione va per gradi e non ho intenzione di venire zittita da persone che devono dire a me come è accettabile che io mi senta, che sono una brutta persona perchè volevo un padre, che forse non amavo abbastanza le mie madri se volevo un padre.
Grazie per il sostegno a questa causa perchè tutti meritano avere voce e non lascerò che si incuta vergogna ai cristiani o a qualunque persona di fede solo perchè si mobilita per i bambini… è ridicolo! Continua a leggere
Segnalazione di Gianni Toffali
L’OPINIONE
Omnes declinaverunt, simul inutiles facti sunt: non est qui faciat bonum, non est usque ad unum. Tu vero, Deus, deduces eos in puteum interitus(Sal 52, 4; 54, 24).
«Sono tutti andati fuori strada, insieme son diventati inutili: non c’è chi faccia il bene, non ce n’è neppure uno. Ma tu, o Dio, li farai finire in un abisso di rovina». Chi devia dal retto sentiero della dottrina e della prassi cattoliche non soltanto si rende inutile e stolto, ma corre pure il rischio di precipitare all’Inferno con tutti quelli che lo seguono. Ma com’è possibile che buona parte della gerarchia cattolica sia venuta meno al suo compito e stia andando miseramente alla deriva? Deve pur esserci una spiegazione. Un dato meramente cronologico indica che le attuali guide della Chiesa si sono formate – guarda caso – dopo il Concilio Vaticano II. In maniera sintetica, si può affermare che nell’ultimo mezzo secolo sono state imposte un’educazione teologica, una forma liturgica e una prassi pastorale che hanno assunto e incorporato la contraddizione, il soggettivismo e il relativismo, deformando la mente dei chierici e assuefacendola ad essi. Continua a leggere
di Francesco Mazzuoli
Fonte: www.comedonchisciotte.org
Fa rima con americanismo
europeismo
“multiculturalismo”
violenza e conformismo.
Con la privatizzazione della sanità
e quella della pensione
col controllo dell’opinione
e la promozione dell’omosessualità.
Con l’eutanasia anche per i figli di Maria
l’utero in affitto
le tasse sulla casa di proprietà
l’abbassamento del salario
i bambini che si chiamano Abdul e non Mario.
Con la disoccupazione fino all’età della non pensione
il precariato a tempo indeterminato
il politicamente corretto
la fine della nostra cultura
e tra un po’ anche del caffè ristretto. Continua a leggere
(LETTURA AUTOMATICA)
Niente patrocinio al Gay Pride, è una manifestazione divisiva e pertanto non va sostenuta.
Il governatore Attilio Fontana non intende concedere il logo regionale alla sfilata arcobaleno in programma il 30 giugno a Milano, lo ha confermato in un’intervista pubblicata ieri dal sito Lettera43.
É la linea che ha seguito peraltro anche a Varese, dove è stato sindaco per due mandati. «Io sono eterosessuale, ma non è che faccio una manifestazione per accreditare la mia eterosessualità. Le scelte in questo campo devono rimanere personali, sbandierarle è sbagliato. Il Gay Pride è divisiva e quando le manifestazioni sono divisive non sono mai da sostenere». Intende invece confermare la scelta dell’ex presidente Roberto Maroni che alla vigilia del corteo contro la legge sulle unioni civili (il ddl Cirinnà) nel 2016 illuminò il Pirellone con la scritta «Family Day».
«Lo rifaremo – assicura Fontana -, quella non è una scelta divisiva, è una scelta politica. Tutti riconoscono il valore della famiglia. È nella Costituzione, è uno dei fondamenti della nostra civiltà ed è uno dei principali punti di riferimento del programma dell’amministrazione precedente e di questa». Parole che fanno infuriare la Pd Monica Cirinnà firmataria del decreto sulle unioni civili: «Lombardia nel Medioevo dei diritti grazie a Fontana. E questa sarebbe la parte più progredita del Paese?». Applausi al governatore leghista dagli esponenti del centrodestra, si ribellano la sinistra e le associazioni gay. Ed è continuato anche ieri il botta a risposta a distanza tra Fontana e il sindaco sul tema profughi. Il presidente ha precisato che l’ipotesi di premi a Comuni che non accolgono per ora «è una proposta dell’assessore De Corato, la valuteremo. Ma con Sala la pensiamo in maniera diametralmente opposta». […] Continua a leggere