Adesso per i democratici è tempo di "famiglia gay" alla Casa Bianca

É una “nuova primavera” per i democratici. Un compromesso tra quello che i progressisti statunitensi sono stati sino alla sconfitta di Hillary Clinton e quello che la “new left”, la neo-dottrina ecologista e pauperista della Ocasio Cortez, vorrebbe per il futuro degli asinelli.
Quando Pete Buttigieg ha annunciato che si sarebbe candidato alle primarie democratiche, i politologi hanno pensato che potesse essere arrivato il momentum – termine tanto caro agli analisti americani – del primo omosessuale eletto come presidente degli Stati Uniti. Oggi, a distanza di qualche settimana, lo storytelling costruito attorno a questa figura, così mite, così elegante e spendibile, si è un po’ esteso. Il Time ci ha fatto pure, per non dire “addirittura”, una copertina: se Pete Buttigieg dovesse vincere prima il turno preliminare e poi le presidenziali, a prendere la residenza presso la Casa Bianca sarebbe la prima famiglia gay nella storia degli Stati Uniti.
É un linguaggio politico – comunicativo cui non è raro imbattersi. Qualcuno potrebbe eccepire di non comprendere la straordinarietà della vicenda. Giulio Cesare non abitava presso il 1600 Pennsylvania Ave NW, Washington, DC 20500, ma è stato per un bel po’ di tempo l’uomo più importante del pianeta e, secondo Cicerone pure la “moglie di tutti i mariti”. Dei comportamenti sessuali degli esponenti politici varrebbe la pena fregarsene.
Pete Buttigieg è uno dei pochi leader, tra quelli presenti sul maninstream, a presentare una storia personale marcatamente pro Lgbt. Perché è la sua esperienza, anche personale, a parlare di “nuovi diritti”. C’è un matrimonio con un uomo alle sue spalle, che è ancora in atto e che è dipeso da certa legislazione rirformista. E poi c’è un modo di concepire la fede cattolica, che in Italia definiremmo “adulto”, ma che negli ambienti liberal statunintensi è visto come l’unica meritorio: quello postmodernista. Gli altri competitor, quelle istanze, le possono solo elencare tra le priorità programmatiche o poco più. L’attività onirica del politically correct ha fatto registrare un incremento.
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La mossa dei magistrati può trasformarsi in assist per Salvini

del Prof. Paolo Becchi
Chi decide la politica dell’immigrazione in Italia? Il governo o la magistratura? La domanda, viste le vicende degli ultimi giorni, non è retorica, né peregrina. La procura di Agrigento ha, anche per la Sea Watch, agito di nuovo forzando la mano, disponendo il sequestro della nave allo scopo di farne scendere i migranti e rendere così vane le disposizioni del Ministro dell’interno che voleva impedire l’ennesimo sbarco. Il tutto palesemente per dimostrare ai cittadini l’impotenza di un Ministro. Che questo ministro sia Salvini, che le sue politiche possano piacere o non piacere, che alcune delle leggi approvate o in via di approvazione da parte del suo governo possano presentare rischi di incostituzionalità, non dovrebbe, a rigore, contare politicamente proprio nulla. Il punto è un altro.
È che dovremmo chiederci – indipendentemente dalle diverse opinioni politiche su Salvini – se la Magistratura in questo Paese possa continuare a fare ciò che fa da almeno venticinque anni: vale a dire, servirsi dei propri poteri – di natura giudiziaria – per scopi chiaramente politici. Continua a leggere

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Maglie – i prelati indignati per il rosario di Salvini, che dicono davanti a Vincent Lambert?

CATTOLICISSIMI FATTI A MAGLIE – MA COM’È CHE TUTTI QUESTI PRELATI, INDIGNATI PERCHÉ IL ROSARIO DEL CRISTIANO SALVINI, NON SI STANNO INCATENANDO DAVANTI ALL’OSPEDALE UNIVERSITARIO DI REIMS, FRANCIA, DOVE STACCANO LA LUCE, PARDON, L’ALIMENTAZIONE E L’ACQUA, A VINCENT LAMBERT, PUR IN STATO DI COSCIENZA MINIMA E CHE RESPIRA DA SOLO? – E SE PAROLIN DICE CHE LA POLITICA DIVIDE, COME MAI È ANDATO A FIRENZE A SPONSORIZZARE LA CANDIDATURA DI NARDELLA ALL’EVENTO DI CARRAI MARITO E MOGLIE?

Lettera di Maria Giovanna Maglie a Dagospia

Caro Dago,

Ma com’è che tutti questi prelati ,indignati perché un cristiano tiene in mano un rosario e si rivolge ai santi protettori d’Europa e alla Madonnina sul Duomo di Milano, non si stanno incatenando davanti all’ospedale Universitario di Reims, Francia, dove staccano la luce, pardon, l’alimentazione e l’acqua, a un uomo che e’ in stato di coscienza minima e che respira da solo?

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Salvini mostra il rosario e bacia la Madonnina

“Il Diavolo impazzisce quando sente parlare della Madonna, Colei che schiaccia la testa del serpente” (Avv. Gianfranco Amato)
Come già fatto alla vigilia delle elezioni politiche del 4 marzo, Salvini è tornato a mostrare ai militanti un rosario e a mandare baci alla Madonnina posta sulle guglie del Duomo
“Ognuno è libero di esprimere quello che vuole. Io ho dato indicazioni di lasciare tutto al loro posto”.

Così, a margine del convegno organizzato dalla Lega in piazza Duomo a Milano, il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha commentato l’ennesima esposizione di uno striscione contro i suoi provvedimenti, questa volta proprio di fronte al palco dal quale si apprestava a parlare. A proposito invece dell’apparizione a sorpresa di un uomo travestito da Zorro da un balcone della piazza, Salvini ha commentato: “Io adoro Zorro, l’ho visto e le cose ironiche e scherzose mi piacciono, non mi piacciono le minacce di morte. Viva Zorro. Viva la libertà”. Poi, come già fatto alla vigilia delle elezioni politiche del 4 marzo, è tornato a mostrare ai militanti un rosario e a mandare baci alla Madonnina posta sulle guglie del Duomo.
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Milano, Salvini invoca i patroni d'Europa e bacia il rosario: "L'immacolato cuore di Maria ci porterà alla vittoria"

“Ci affidiamo alle donne e agli uomini di buona volontà. Ci affidiamo ai sei patroni di questa Europa: a San Benedetto da Norcia, a Santa Brigida di Svezia, a Santa Caterina da Siena, ai Santi Cirillo e Metodio, a Santa Teresa Benedetta della Croce. Ci affidiamo a loro. E affidiamo a loro il destino, il futuro, la pace e la prosperità dei nostri popoli”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, conclude il suo comizio in piazza Duomo a Milano dal palco di “Prima l’Italia, il buonsenso in Europa”.
Poi brandisce un rosario e aggiunge: “Io personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita al cuore immacolato di Maria che son sicuro ci porterà alla vittoria, perché questa Italia, questa piazza, questa Europa sono simbolo di mamme, papà, uomini e donne che col sorriso, con coraggio, con determinazione vogliono la convivenza pacifica, danno rispetto ma chiedono rispetto”.
Il leghista conclude: “Prima ci hanno ignorato, poi ci hanno deriso, poi ci hanno combattuto e il 26 maggio vinciamo noi“.
Al termine del suo intervento, Salvini saluta tutti, esibisce ancora il suo rosario e lo bacia davanti al pubblico, per poi abbracciare calorosamente Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, con cui si fa un selfie sul palco.
VIDEO
fonte – https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/18/milano-salvini-invoca-i-patroni-deuropa-e-bacia-il-rosario-limmacolato-cuore-di-maria-ci-portera-alla-vittoria/5190047/

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LA PORTATA STRATEGICA DEL CONFLITTO LIBICO di F.s.

La Guerra civile libica continuazione di quella Yemenita
Haftar, ospite l’altro ieri a Roma del premier Giuseppe Conte, ha manifestato la volontà di voler continuare l’azione militare contro il Governo di unità nazionale nazionale guidato da Fayez al-Sarraj. 

I testimoni parlano di un comportamento insolente e sfacciato verso il premier italiano, tanto Haftar è solitamente deferente verso i leader di Egitto e Arabia Saudita. Va comunque considerato che mentre il premier Conte si stava intrattenendo con Haftar, l’ambasciatore italiano a Tripoli Giuseppe Buccino Grimaldi si confrontava con il Ministro degli interni del governo di Tripoli sotto attacco, Fathi Bashagha, storico esponente della Fratellanza musulmana e pragmatico consigliere del premier Sarraj.

fonte – https://sollevazione.blogspot.com/2019/05/la-portata-strategica-del-conflitto.html

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Bannon: "Le elezioni europee provocheranno un terremoto a Bruxelles"

Steve Bannon, ex capo stratega di Donald Trump, è convinto di un successo delle forze sovraniste che conquisteranno almeno un terzo dei seggi. Un risultato, questo, che cambierà gli scenari politici del Vecchio Continente
Steve Bannon torna a far sentire la propria voce. Questa volta, l’ex capo stratega di Donald Trump, si sofferma sulle imminenti elezioni europee dicendosi sicuro di una grande affermazione delle forze sovraniste e populiste che cambierà gli equilibri politici a Bruxelles.

Bannon, infatti, è convinto che i partiti della galassia “eurocritica” possano conquistare un terzo dei seggi del nuovo Europarlamento. Ci sarà un “supergruppo di populisti e nazionalisti europei” che potrebbe contare “tra il 33 per cento e il 35 per cento” dei seggi. E questa affermazione “provocherà un terremoto a Bruxelles”. Una scossa che cambierà gli scenari politici del Vecchio Continente.
In un’intervista all’agenzia Dpa, Bannon dice di viaggiare spesso in Europa ma solo in veste di “osservatore”. L’ex consigliere del presidente Usa ribadisce, infatti, di non avere esercitato alcun ruolo in questa avanzata del populismo in Europa.
I leader di questi partiti, spiega, “non avevano bisogno di alcun aiuto. Sanno esattamente cosa fare. Sanno esattamente come motivare la loro base e sono molto concentrati su questo”. Se confermato dalle urne, il risultato sarà ancora più significativo, considerando che solo due anni fa, con la vittoria in Francia di Emmanuel Macron, il populismo era considerato “morto”. A riportarlo in auge, spiega Bannon, hanno contribuito anche i movimenti di protesta come quello dei Gilet Gialli.
L’ex stratega di Trump ha incontrato in Germania il capolista alle elezioni europee di Alternative fur Deutschland (AfD), Joerg Meuthen, del quale è rimasto entusiasta. Ha un “grande talento”, dice Bannon. Quest’ultimo è certo che sarà proprio il partito di destra uno degli astri nascenti della politica europea, nonostante le difficoltà a liberarsi di rigurgiti razzisti e xenofobi.
“Credo che siamo solo all’inizio dell’ascesa di AfD”. Ma il partito deve concentrarsi sul “pericolo cinese” perché quel Paese “sarà un grosso problema in Germania, come lo è già in America”.
fonte – http://www.ilgiornale.it/news/politica/bannon-elezioni-europee-provocheranno-terremoto-bruxelles-1696173.html?mobile_detect=false

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Giro d’Italia parte da Bologna. Sala Stampa a 10 km…fa F

Giro d’Italia parte da Bologna. Ma la Sala Stampa è a 10 km… da FICO/FarinettiScritto e segnalato da Antonio Amorosi
Il mistero della SalaStampa del Giro d’Italia nel supermarket FICO a 10 km dalla gara. Rcs organizza. Dentro la pancia ha Unipol delle Coop che sono dentro FICO
LEGGI TUTTO
fonte – http://www.affaritaliani.it/cronache/giro-d-italia-parte-da-bologna-ma-la-sala-stampa-a-10-km-da-fico-farinetti-604661.html?fbclid=IwAR2qj-o7QCGiARHdw3e1nSsKpEwi649d36_EqYYv9QBfu1QHQVQZ7H585oY

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La retorica dei diritti umani come ultima maschera dell’etnocentrismo

di Roberto Siconolfi 
Fonte: Roberto Siconolfi
La vulgata politica e culturale mainstream ci proietta spesso in discorsi delicatissimi con una capacità analitica da tifosi di squadre di calcio. Uno di questi è la leggerezza con la quale si affrontano questioni dipolitica internazionale, geopolitica, concezioni politico-istituzionali, sistemi di valori, diritti, conflitti e vicende sistemiche da esse derivanti (es. immigrazione). SecondoImmanuel WallersteininLa retorica delpotere. Critica dell’universalismo europeo(2007) “non vi è nulla di più etnocentrico di più particolaristico delle rivendicazioni universalistiche“, e mai definizione è più calzante per descrivere lo sguardo sul mondo dell’Occidente.
Nel 1999, a un convegno della Banca mondiale in Firenze, un economista americano disse che le società che lottano per divenire prospere hanno bisogno di unatradizione culturale “adatta”. Poiché né la Cina del decimo secolo, né l’Europa meridionale del quindicesimo secolo, dominata dalla Chiesa cattolica, avevano questa tradizione culturale “adatta”, allora fallirono. La cosa irritò non poco i delegati cinesi che andarono via.
Un altro episodio avvenne nel 2000, a un altro importante convegno della Banca mondiale a Washington dedicato alle “differenze di genere”. Nella relazione introduttiva, una famosa femminista americana disse che l’Africa andava male anche prima del colonialismo perché leculture locali erano “patriarcali”e “oppressive” nei confronti delle donne. Anche in questo caso il

” data-mce-href=”https://sociologicamente.it/glossario/pubblico/” data-mce-style=”color: #4db2ec; text-decoration: none !important; box-sizing: border-box; background-color: transparent; border-bottom: 1px dotted;”>pubblico, in prevalenza femminile e africano, mal digerì l’affermazione. Continua a leggere

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Chiusura anticipata per Fazio, cancellate tre puntate dalla Rai

La decisione dell’azienda ha scatenato le polemiche.
La Rai ferma Fabio Fazio. Durante la puntata di “Che tempo che fa” andata in onda ieri sera, il conduttore ha comunicato i tagli decisi dall’azienda di viale Mazzini. In sostanza, Fazio continuerà ad andare in onda la domenica sera, perdendo tre puntate della fascia che finora è andata in onda il lunedì, in seconda serata, insieme a Maurizio Crozza.
Così, la chiusura dell’edizione prevista per i primi di giugno è stata anticipata praticamente a oggi, “nonostante – come ha affermato il conduttore – gli ottimi ascolti”. Ma subito però l’azienda ha fornito spiegazioni sulla decisione. Lunedì prossimo andrà in onda “Porta a Porta”, per una tribuna politica in vista delle elezioni europee del 26 maggio; il 27 sarà ancora il turno di Bruno Vespa, con uno speciale dedicato ai risultati elettorali, mentre il tre giugno andrà in onda un film.
L’idea però non sembra essere piaciuta a Fabrizio Salini, l’amministratore delegato della Rai, che ha convocato per oggi la direttrice di Rai1 Teresa De Santis.
fonte – https://vocecontrocorrente.it/chiusura-anticipata-per-fazio-cancellate-tre-puntate-dalla-rai/

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