Salvini attacca il mondo Lgbt: 'Auguri a tutte mamme, non alle genitrici due'

Polemiche sulla frase del vice premier, a favore della famiglia naturale.
La festa della mamma diventa fonte di polemiche fra le forze politiche. Fra i rappresentanti delle istituzioni che hanno rivolto gli auguri alle madri italiane anche il vice premier Matteo Salvini, che ha lanciato però una stoccata contro le famiglie arcobaleno. Intervenendo durante un comizio a Sanremo, il leader leghista ha affermato: “Per maleducazione non l’ho fatto all’inizio, ma dico auguri a tutte le mamme che sono in questa piazza. A quelle che non ci sono più e a quelle che lo diventeranno, ma non auguri alle genitrici 2″.
Un riferimento a quel “genitore uno e genitore due”, che il governo si è subito impegnato a rimuovere dai documenti d’identità, in rispetto delle figure appartenenti alla famiglia tradizionale.
Le frasi di Salvini hanno scatenato una serie di polemiche sui social, da parte del mondo lgbt.
fonte – https://vocecontrocorrente.it/salvini-per-la-famiglia-auguri-a-tutte-mamme-non-alle-genitrici-due/

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Salone, squadrismo radical chic contro Chiara Giannini

Chiara Giannini, collega de Il Giornale, e autrice del libro «Io Sono Matteo Salvini» pubblicato dalla casa editrice AltaForte, esclusa dal Salone del Libro di Torino, è oggetto di una vergognosa campagna denigratoria da parte della sinistra globalista.

Emanuele Fiano ha scritto su Facebook: «Io non ho più parole. Veramente. Ci sono persone che dovrebbero sciacquarsi la bocca prima di parlare dei milioni di schiavi umani torturati, disumanizzati, gasati e poi bruciati nei campi nazisti, e questa mentecatta viene a paragonarsi a loro perché non ha potuto presentare un libro. Non mi fate dire altro per carità umana. Se mio padre potesse parlare, se solo potesse parlare».

Durissima la replica della giornalista del Giornale, che ha annunciato una raffica di querele.«Siccome c’è chi strumentalizza sul fatto che ho accostato la limitazione della mia libertà, con quella di coloro che sono stati chiusi nei campi di concentramento – osserva su Facebook Chiara Giannini – vorrei specificare che ho massimo rispetto per chi ha subito una tale tragedia. Mi addolora che proprio da loro arrivi la censura al mio libro, ovvero proprio da chi sa benissimo che vuol dire subire limitazioni di libertà di ogni genere. La limitazione di qualsiasi tipo di libertà è reato!». Continua a leggere

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Europee, il disastroso programma Pd sull'immigrazione: clandestini e porti aperti

Roma, 11 mag – “Berlusconi ancora una volta ha ingannato gli italiani: RADDOPPIATI GLI SBARCHI DEGLI IMMIGRATI CLANDESTINI”. Recitava così, perentoriamente, un manifesto elettorale del Pd risalente al lontano 2009. Esattamente dieci anni fa il partito dell’accoglienza e dell’integrazione, oggi schierato decisamente contro ogni discriminazione e contro la paura del diverso, nel furore della lotta contro il nemico di sempre, Silvio Berlusconi, non aveva remore nell’utilizzare il termine «clandestino» e nel prefigurare una temibile invasione di immigrati irregolari. Effettivamente allora le paure del Partito Democratico erano fondate: nel 2007 le richieste d’asilo erano state 13.310, mentre l’anno successivo erano più che raddoppiate, giungendo alla esorbitante quota di 31.723. Nulla a che vedere con i numeri davvero esigui registrati, ad esempio, nel 2016, quando le richieste d’asilo furono appena 123.600, o l’anno successivo, quando raggiunsero quota 130.119.
Nel frattempo, nel giro di un decennio, il termine «clandestino», utilizzato con assoluta disinvoltura dal Pd in quel manifesto è stato dichiarato discriminatorio, offensivo e umiliante da una sentenza del tribunale di Milano, che nel 2017 ha condannato la Lega al risarcimento di 10 mila euro e al pagamento di spese processuali per un importo pari a €4.270.
In dieci anni la sinistra progressista italiana è insomma passata dal servirsi delle ondate migratorie come di uno spauracchio da brandire per demonizzare ulteriormente il governo Berlusconi al considerare l’immigrazione una fondamentale risorsa per il nostro Paese. Tutto ciò sempre al netto di una propaganda piuttosto confusa in merito, visto che un giorno si criminalizza Salvini e quello successivo si elogia Minniti, il quale però non fu meno duro nei confronti delle Ong e concreto nella riduzione degli sbarchi (quantunque Salvini abbia, dati alla mano, fatto meglio del predecessore, sia guardando ai numeri degli arrivi sia considerando i morti in mare, notevolmente diminuiti). Continua a leggere

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Appalti in Calabria, trema il Pd: il presidente Oliverio è nei guai

Dall’ospedale di Cosenza al museo di Alarico: ombre sugli investimenti pubblici. Terremoto nel Pd: venti gli indagati
Una raffica di avvisi di garanzia, notificati questa mattina dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri, hanno scoperchiato il vaso di Pandora.

 E venti persone, molte delle quali sono esponenti di primo piano della politica regionale, sono indagate nell’ambito di un’inchiesta della procura di Catanzaro sulla gestione di appalti pubblici in Calabria. Gli inquirenti li ritengono a capo di una cupola formata da politici, tecnici e imprenditori. E tra questi c’è anche il presidente della Regione, Mario Oliverio (Pd).

L’accusa è associazione a delinquere. Al centro delle indagini, secondo quanto apprende l’agenzia Agi, sarebbero finiti certi investimenti pubblici erogati alla città di Cosenza. In particolar modo sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sarebbero finiti quelli legati alla costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superficie Cosenza-Rende e del museo di Alarico. Tra gli indagati, oltre al governatore piddì Oliverio, ci sarebbero Nicola Adamo, ex consigliere regionale e vice presidente della Giunta (anche lui del Partito democratico), Luca Morrone, figlio del consigliere regionale Giuseppe Ennio Morrone e il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto (Forza Italia). Inizialmente contrario al progetto metro, Occhiuto avrebbe barattato il proprio assenso con la promessa di finanziamenti per il museo di Alarico.
Gli imputati si sono subito dichiarati estranei ai fatti. Oliverio ha spiegato che alcune ipotesi di reato, come la gara di appalto per la metropolitana di Cosenza, risale al 2014, cioè precedentemente al suo insediamento alla guida della Regione, e che per altre, come la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, è stato prodotto soltanto lo studio di fattibilità. “Sono quanto mai certo che, anche in questa occasione – ha commentato – nessun giudice condividerà una simile impostazione accusatoria, che intravede sospetti di reato in normali condotte di natura politica, nel senso aristotelico del termine”. Anche Occhiuto, dopo aver “chiesto di essere sentito al più presto”, ha provato a smontare le accuse che gli sono state mosse spiegando che “i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del museo di Alarico erano già stati concessi ben prima che Oliverio divenisse presidente della giunta regionale, e che la gara di appalto dei predetti lavori non può affatto essere definita illegittima, avendo anzi già superato il controllo del competente giudice amministrativo”. Non solo. Il primo cittadino ha anche fatto notare che “la pretesa utilità indebita, costituente contropartita del presunto patto illecito, consisterebbe nella promessa di un finanziamento per l’esecuzione di un’opera pubblica a vantaggio della città di Cosenza, e non già per miei interessi personali”.
fonte – http://www.ilgiornale.it/news/politica/appalti-calabria-trema-pd-presidente-oliverio-nei-guai-1690397.html?mobile_detect=false

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Ma quanto è scorretto il politicamente corretto?

Più ci parlano di modernità, più ci riportano al Medioevo.
Quella della Moretti che ipotizza le tendine scorrevoli per nascondere i simboli religiosi cristiani nei cimiteri per non turbare le cerimonie delle altre confessioni religiose sarebbe solamente da ridere e neppure varrebbe la pena commentare se fosse solo una ‘boutade’ isolata di una donna in carriera ma sull’orlo di una crisi di nervi. Niente di preoccupante se si trattasse della ricerca di un politcally correct sterile e senza senso fatto per contrappasso da chi come prova massima di politicamente corretto ha mostrato una dimissione da parlamentare italiano per andare ad accumulare altri privilegi da parlamentare europeo per poi dimettersi anche da quello e passare alla raccolta anche al Consiglio regionale del Veneto. Qui farsi trovare 25 volte su 90 assente quando lo avrebbe dovuto presenziare per discuterne la legge di stabilità, darsi perfino ammalata e farsi in ultimo beccare in vacanza a Jaipur (India) con una foto che lei stessa è andata a postare su Instagram. Talmente politicamente corretta che poi s’è meravigliata che la cosa avesse creato scandalo. A proposito, adesso si ricandida alle europee. Questo per dire che spesso chi tanto più ci parla di morale e correttezza è il primo ad essere in difetto. No, il problema non è la Moretti e le cazzate che dice (boutade quello vuol dire in francese), il problema è che questa ondata di cretinismo selvatico che ci viene fatto sorbire come raffinatezza di metodo, modo ed intelletto, è oramai arrivato all’esasperazione.
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fonte – https://it.sputniknews.com/opinioni/201905047591973-politicamente-corretto-polemica-croci-cimiteri-Alessandra-Moretti/

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Vandali delle chiese e loro mandanti

VANDALI DELLE CHIESE. E LORO MANDANTI

“In Francia, due chiese vengono profanate ogni giorno in media. Secondo  PI-News , un sito di notizie tedesco, 1.063 attacchi a chiese o simboli cristiani (crocifissi, icone, statue) sono stati registrati in Francia nel 2018. Questo rappresenta un aumento del 17% rispetto all’anno precedente (2017), quando 878 attacchi sono stati  registrati – il che significa che tali attacchi vanno solo di male in peggio”. Riporto …

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fonte – https://www.maurizioblondet.it/?email_id=2789&user_id=13803&urlpassed=aHR0cHM6Ly93d3cubWF1cml6aW9ibG9uZGV0Lml0L3ZhbmRhbGktZGVsbGUtY2hpZXNlLWUtbG9yby1tYW5kYW50aS8&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions

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Primo maggio, la faccia tosta di Mattarella: "L'Europa tutela il lavoro"

“I diritti del lavoro, sorti nella contrattazione, sono divenuti diritti universali e hanno plasmato un modello di Stato sociale che, via via, ha rafforzato le misure generali per l’assistenza, il bisogno, la malattia, la vecchiaia. Questo sistema di diritti, che mette al centro la persona, si chiama Europa.” La faccia tosta del presidente della Repubblica Mattarella, non ha proprio fine, anche il Primo maggio.
Così il capo dello Stato si è espresso in occasione del discorso per le celebrazioni della festa dei lavoratori. Evidentemente Mattarella ha dimenticato i livelli di disoccupazione galoppante in cui è sprofondata non solo l’Italia, ma gran parte dell’Europa da quando l’Unione Europea ha iniziato ad esistere come realtà economica consolidata. Ha dimenticato il precariato, divenuto ormai una costante di una società come la nostra che trent’anni fa, pur in modo imperfetto, tutelava la sicurezza del lavoro come pochi altri in Occidente.
Proseguendo, Mattarella ha sostenuto che “se l’Unione è stata formata dagli Stati nazionali, adesso solo la forza unitaria del continente può assicurare la difesa di quei principi”. Per ora – e “per ora” si intende da vent’anni a questa parte – il “continente unito” non ha fatto altro che schiacciarli, qui principi, caro presidente.
E, sempre “per ora”, lo Stato sociale da lei citato è stato distrutto, caro presidente.
VIDEO
fonte – https://oltrelalinea.news/2019/05/01/primo-maggio-la-faccia-tosta-di-mattarella-leuropa-tutela-il-lavoro/

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Izabella Jarvandi, l’anti-Greta che combatte per la famiglia

Se la giovane Greta Thunberg è balzata agli onori delle cronache, non solo per la sua lotta contro i cambiamenti climatici ma per la difesa dell’ambiente in generale che l’ha portata persino a indire uno sciopero il 15 marzo scorso, a cui hanno aderito studenti di tutto il mondo per chiedere ai governi politiche e azioni più incisive per contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale, di Izabella Nilsson Jarvandi, invece, anche lei svedese, anche lei quindicenne, anche lei combattiva come Greta, non si parla quasi per niente.
La sua voce sembra infatti rimanere (volutamente?) inascoltata, forse per la personale battaglia “politicamente scorretta” portata avanti dalla quindicenne. Infatti più che inseguire facili successi sposando la causa ambientalista, non si sa se più “radical” o “chic”, ha preferito dedicare le sue energie a difesa dell’umano. Coraggiosamente si è più volte pronunciata contro le istanze del pensiero dominante, condannando l’immigrazione incontrollata, arrivando a solidarizzare con il presidente Orban, e ha invocato azioni politiche più attente alle esigenze della famiglia. Lo scorso 2 marzo, tramite twitter, ha denunciato la colonizzazione ideologica in chiave gender che ormai da tempo si sta verificando in tutte le scuole svedesi, in cui iniziano a circolare testi assurdi, come racconta la giovane attivista, i cui protagonisti sono «una ragazza con un pene», «un ragazzo con una vagina» o individui che sono al tempo stesso «un maschio e una femmina».
Insomma, una battaglia sacrosanta ma che, di questi tempi in cui predomina un certo ecologismo di cui ultimamente è divenuta simbolo Greta Thunberg, tutto proteso a colpevolizzare l’uomo considerato come il vero cancro del nostro pianeta, risulta una battaglia ardua e quasi impossibile perché difficilmente le si darà spazio e risonanza. Tant’è che se Greta con i suoi slogan è rilanciatissima da tutti i media, di Izabella, invece, volutamente non si occupa nessuno, nonostante i suoi richiami più che legittimi al vero disastro, quello antropologico e culturale, ormai in atto e per di più in fase avanzata.
Manuela Antonacci
fonte – https://www.notizieprovita.it/economia-e-vita/izabella-jarvandi-lanti-greta-che-combatte-per-la-famiglia/

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Notre-Dame de Paris: immagini apocalittiche e sanzione dell’apostasia di una nazione

di Jérôme Bourbon
Editoriale del settimanale francese Rivarol, n° 3373 del 17 aprile 2019
Le immagini sono impressionanti, sconvolgenti, terrificanti: mentre scriviamo e ci prepariamo a passare questo numero alla stampa, Notre-Dame de Paris è in fiamme. Già la guglia della Cattedrale è crollata, come pure il campanile centrale. Anche la torre sinistra è stata colpita dall’incendio, la cui ampiezza gigantesca è stupefacente e suscita certo degli interrogativi.
Tutta la carpenteria di Notre-Dame de Paris “è sul punto di bruciare», ha dichiarato il portavoce della Cattedrale. «Tutto brucia. Della struttura, che risale al XIX secolo da un lato e al XIII dall’altro, non rimarrà nulla», ha deplorato André Finot. “Bisogna vedere se la volta, che protegge la Cattedrale, verrà toccata o no», ha aggiunto. L’incendio è iniziato intorno alle 18.50 nel sottotetto della Cattedrale, monumento storico più visitato d’Europa (circa 15 milioni di turisti la visitano ogni anno).
L’intervento televisivo di Emmanuel Macron, che doveva annunciare dei provvedimenti e dare le sue conclusioni alla fine dello pseudo gran dibattito nazionale a seguito del sollevamento dei gilet gialli, è stato rinviatosine die.
Ma il capo dello Stato ha comunque voluto parlare in televisione alla fine della serata per deplorare l’incendio e affermare che Notre-Dame sarebbe stata ricostruita. Il Presidente della Repubblica ha annunciato il lancio di una sottoscrizione. Ovviamente, è più facile per lui brillare in questo tipo di esercizio compassionevole piuttosto che rispondere alle preoccupazioni dei Francesi e risanare il paese! I politici eccellono solo nelle catastrofi: incidenti stradali, terremoti, incendi, inondazioni, attentati. Perché allora devono solo commentare, con l’aspetto disfatto, gli avvenimenti, beneficiando della massima pubblicità grazie ai media audiovisivi, e non devono rendere conto o difendere un bilancio. Chirac non ha avuto eguali nel mostrare tale atteggiamento non appena succedeva una tragedia: arrivava sulla scena quasi prima che il crimine fosse commesso o il disastro avvenuto!
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La violenza "fascista"? Inventata, lo dicono i numeri

La violenza “fascista” è un’invenzione dei media e dei politici. A confermarlo non sono soltanto le cronache giornalistiche, ma anche i dati dell’ultimo dossier del Viminale.
Il partito davvero oggetto di atti intimidatori e violenti è, attualmente, la Lega. Dal primo gennaio ad oggi il Carroccio è stato vittima di 60 atti definiti “intimidatori” e 66 meno gravi ma comunque “degni d’attenzione”.  Nel 2018, da quando il partito guidato da Matteo Salvini è al governo, si assiste da giugno al 31 dicembre a ben 138 atti violenti, uno ogni 32 ore.
L’ultima azione vandalica è stata registrata qualche giorno fa, come abbiamo riportato anche noi di Oltre la Linea: deturpata la sede della Lega a Bergamo, scritta “Salvini muori” sul marciapiede, vetrina totalmente imbrattata di vernice rossa.
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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/04/29/la-violenza-fascista-inventata-lo-dicono-i-numeri/

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