Maria Montessori, una vita fra massoni, modernisti e femministe
Maria Montessori, fra le prime donne a laurearsi in Medicina in Italia e da annoverarsi fra le pioniere del femminismo, è stata un’antesignana dell’ideologia gender. Interessante leggere ciò che pensava di lei la cattolica e attiva Principessa Maria Cristina Giustiniani Bandini (1866-1959), la quale, proprio perché cattolica, è stata messa sotto chiave dall’intellighenzia laica:
«Le vestali del femminismo frequentano gli ambienti modernisti, a cominciare dalla presidente del Consiglio Nazionale delle Donne, la contessa Gabriella Spalletti e dalla vice presidente, Dora Melegari […] Ma tra tutte queste signore, la più pericolosa è Maria Montessori […] La trovo una donna presuntuosa ed esibizionista, dalle idee assolutamente eversive. […] ha sostenuto che il miglior modo per aiutare la famiglia in Italia è l’educazione sessuale dell’infanzia, e per spiegarlo ha usato un linguaggio crudo e inaccettabile»[1].
La Montessori voleva rivoluzionare l’umanità:
«Ognuno, nella vita, ha una funzione che non sa d’avere e che è in rapporto col bene degli altri. Lo scopo dell’individuo non è di vivere meglio, ma di sviluppare certe circostanze che sono utili per altri. La grande legge che regola la vita nel cosmo è quella della collaborazione tra tutti gli esseri. Approfondire lo studio di questa legge significa lavorare per il trionfo della unione fra i vari popoli, e quindi, per il trionfo della civiltà umana»[2].
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