Novità librarie: "Fascisti prima di Mussolini" (Ed. Settimo Sigillo)
Segnalazione Edizioni Settimo Sigillo
Novità Settimo Sigillo
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Novità Settimo Sigillo
di Nicola Di Cesare
Fonte: Appello al Popolo
In base al pensiero dei manovratori del Fondo Monetario Internazionale, mai interpellato da nessuno (e che nulla ha a che fare con l’Italia se non per il fatto che il nostro paese lo finanzia per il 3,21 % delle sue quote), al fine di risollevare la crescita del proprio PIL, l’Italia dovrebbe eliminare la quattordicesima da tutti i contratti di lavoro, eliminare la tredicesima delle pensioni, eliminare de facto le pensioni di reversibilità e innalzare l’aliquota al 27% per i lavoratori autonomi, reintrodurre l’IMU sulla prima casa. La prima domanda che un lettore mediamente dotato di intelletto dovrebbe porsi è: ma chi sono costoro e perché vorrebbero affamare milioni di italiani? Che ci guadagnano? Prima di addentrarci nel merito di tali affermazioni e formulare delle risposte alle suddette domande, cerchiamo di capire innanzitutto a cosa serve e chi sta al comando del FMI. In base all’articolo 1 dello Statuto (accordo istitutivo tra stati) il FMI è stato creato per: promuovere la cooperazione monetaria internazionale; facilitare l’espansione e del commercio internazionale; promuovere la stabilità monetaria delle valute e la costanza dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive; fornire prestiti, dietro adeguate garanzie (ingerenze politiche e istituzionali), attraverso le risorse generali del fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti; ridurre il grado di squilibrio delle bilance dei pagamenti degli Stati membri evitando che questi ultimi ricorrano a misure di svalutazione della propria valuta; regolare la crescita economica nei paesi in via di sviluppo. Continua a leggere
L’Italia con la Lira era una delle prime potenze mondiali. La Germania ci stava dietro, ma ci ha sorpassati grazie all’Euro… Ecco tutta la verità…
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http://ilfastidioso.myblog.it/2017/04/03/litalia-con-la-lira-era-una-delle-prime-potenze-mondiali-la-germania-ci-stava-dietro-ma-ci-ha-sorpassati-grazie-alleuro-ecco-tutta-la-verita/ Continua a leggere
Segnalazione Linkiesta (in collaborazione con Il Saggiatore)
Sergey Razov, ambasciatore russo in Italia, con questa frase ha indicato l’assurdità delle dichiarazioni di Londra secondo le quali Sergei Skripal sia stato avvelenato da Mosca.
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https://it.sputniknews.com/mondo/201803295829618-Ambasciatore-russo-italia-napoleone-avvelenamento/ Continua a leggere
QUINTA COLONNA
di Longino
“Vi invito a combattere i miscredenti, con le vostre spade tagliate le loro teste, con le vostre cinture esplosive fate saltare in aria le loro teste. Occorre rompere i crani dei miscredenti e bere il loro sangue per ottenere la vittoria”, diceva a bambini di età compresa fra i 4 e i 10 anni il presidente dell’associazione culturale islamica ‘Al Dawa’ di Foggia, così come risulta dalle intercettazioni disposte dagli inquirenti e pubblicate dai giornali. I magistrati spiegano che l’uomo parlava “dell’obbligo di distruggere le chiese e trasformarle in moschee, individuando l’Italia come obiettivo dell’attività terroristica”. L’uomo è stato arrestato, gli hanno sequestrato beni per un valore di 370.000 euro e il suo centro, utilizzato anche come luogo di preghiera. A Torino, nei giorni scorsi, è stato arrestato un italo-marocchino per “partecipazione all’associazione terroristica dello Stato Islamico”. E’ considerato autore del primo testo di propaganda dell’Isis in italiano. Nell’inchiesta sono coinvolti anche alcuni italiani convertiti all’Islam, oltre a cittadini di origine straniera: l’accusa ipotizzata è di aver svolto una campagna di radicalizzazione e proselitismo sul web. L’indagine è partita alla fine del 2015, quando l’italo-marocchino ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo per la pubblicazione sul web di una serie di documenti dell’Isis. Anche a Milano, Napoli, Modena, Bergamo e Reggio Emilia, sono state eseguite perquisizioni da parte della polizia nei confronti di soggetti che si ritiene legati ad ambienti dell’estremismo islamico.
In Italia, le persone di religione musulmana sono stimate in 1 milione e 700mila. In questo dato – dedotto dalla nazionalità di provenienza – non vengono conteggiati né gli italiani convertiti (circa 80mila, dicono le stime) né gli ex stranieri che hanno acquisito cittadinanza italiana. In base ai dati del Centro Studi e RicercheIDOS, vi sono 8 moschee ufficialmente riconosciute, tra cui la Grande Moschea di Roma, attiva dal 1995 nel quartiere di Monte Antenne, la più grande in Europa, edificata grazie all’investimento economico della famiglia reale saudita, che ancora oggi contribuisce alla sua esistenza. I centri di cultura, facenti funzione di luogo di culto – alcuni ampi, moltissimi ricavati da scantinati, magazzini, cantine, garage – sono stimati, perché non esiste una mappa precisa, in circa 800. Le associazioni culturali islamiche sono circa 400. Continua a leggere
(LETTURA AUTOMATICA)
Chiudere tutte le scuole aperte da istituti religiosi per trasformarle in scuole laiche e statali. È l’incredibile proposta che il partito socialdemocratico, che guida un governo di minoranza in Svezia, ha fatto mercoledì per spiegare che cosa farà in ambito educativo se vincerà le elezioni legislative del prossimo settembre.
Ardalan Shekarabi, importante esponente del partito e attuale ministro della Pubblica amministrazione, ha annunciato il progetto in conferenza stampa a Stoccolma. L’obiettivo è quello di «sconfiggere e abbattere il muro della segregazione nelle nostre scuole. Troppe volte vediamo che esistono istituti dove le femmine sono separate dai maschi e vengono insegnati valori che non sono quelli svedesi».
Shekarabi si riferisce ad alcune scuole musulmane dove sono stati riscontrati problemi di segregazione e insegnamenti “limite”. Le scuole dichiaratamente islamiche sono solamente 11 in tutto il paese ma i socialdemocratici temono che il numero possa crescere in futuro dal momento che dal 2012 la Svezia ha accolto 400 mila richiedenti asilo, perlopiù musulmani. Un numero altissimo se si considera che la popolazione conta poco più di nove milioni di abitanti. Continua a leggere
di Alberto Negri
Fonte: Alberto Negri
Perché l’Italia dovrebbe fare la guerra fredda alla Russia? Uno dei ritornelli più consunti della politica internazionale che si leggono in queste ore sulla stampa italiana, dopo la scontata rielezione Putin alla presidenza russa e il caso Skripal, si chiama “solidarietà atlantica”. Ma per l’Italia in che cosa consiste? I termini militari questo: il nostro è il Paese della Nato con più ordigni nucleari americani in Europa anche se non li gestisce direttamente, oltre 70, di cui 20 nella base di Ghedi e 50 ad Aviano. Tra le testate ci sono anche bombe termonucleari della potenza di 50 chilotoni la cui presenza costituisce in caso di conflitto nucleare il motivo di un ipotetico attacco preventivo.
Se poi si passa alla politica, la cosiddetta “solidarietà atlantica” per l’Italia ha aspetti paradossali. Le atomiche degli Usa in Italia, come le basi o le “facilities” delle forze armate americane, sono quasi sempre per i politici italiani un argomento tabù, anche per quelli che hanno appena vinto le elezioni: non se ne parla mai perché il gradimento di Washington a un leader o a un partito resta un aspetto fondamentale. L’ombra di Sigonella, con lo scontro nel 1985 tra Craxi e gli Stati Uniti di Reagan sulla la sorte dei sequestratori della nave Achille Lauro, permane come una sorta di monito: prima o poi i conti con Washington si pagano. Nessuno vuole disturbare il manovratore della Nato, (cui per altro Donald Trump vorrebbe che gli europei contribuissero di più). Anche quando il manovratore non fa esattamente i nostri interessi: lo ha detto anche qualche tempo fa l’ex capo di stato maggiore Vincenzo Camporini quando Francia, Usa e Gran Bretagna decisero nel 2011 di bombardare la Libia Gheddafi senza neppure farci una telefonata. Ricordiamo che all’epoca la Russia si astenne sula risoluzione Onu che diede il via ai bombardamenti: “Se non avessimo concesso le basi italiane per i loro aerei le operazioni di bombardamento sarebbero state più lunghe e difficoltose”. Quindi, è il ragionamento del generale, opporsi era tecnicamente possibile, invece ci siamo anche accodati ai raid con una decisione presa essenzialmente dall’ex capo di stato Giorgio Napolitano. Per quanto riguarda la Libia, l’Italia la “solidarietà atlantica” ed europea l’ha vista davvero poco: decine di miliardi persi, centinaia di migliaia di profughi mentre l’argomento immigrazione è stato decisivo nel determinare il nuovo quadro politico. Insomma Salvini e Di Maio devono in parte i loro voti anche al fallimento di questa “solidarietà atlantica” (ed europea), che l’Italia non ha mai visto, al contrario. Continua a leggere
A Giovinazzo, Comune in provincia di Bari, i Caf assaltati da telefonate di disoccupati: “Dateci il modulo per chiedere il reddito di cittadinanza”
di Claudio Cartaldo
Non sorprende, o forse sì. Ma nel Sud Italia, lì dove il Movimento Cinque Stelle ha collezionato quasi tutti i collegi disponibili alle ultime elezioni politiche, il reddito di cittadinanza sembra essere la promessa che ha scaldato i cuori degli elettori.
A provarlo ci sarebbe una vicenda che sta facendo discutere non poco.
Le chiamate per il reddito di cittadinanza
La storia viene da Giovinazzo, piccolo comune in Puglia. Nel collegio di Molfetta (dove era inserita Giovinazzo) Francesca Galizia, candidata grillina, ha ottenuto il 43% e nel comune i voti sono stati poco meno del 40%. Una vittoria su tutta la linea. Bene. Come spiega oggi la Gazzetta del Mezzogiorno, in questa cittadella di 20mila abitanti alle porte di Bari, però, i Caf e i patronati sono stati presi d’assalto con la richiesta di poter compilare i moduli per ottenere il reddito di cittadinanza. “Hanno vinto ci Cinque Stelle – si sono sentiti dire i dipendenti del Caf – adesso dateci i moduli”.
In un primo momento gli operatori hanno pensato ad uno scherzo. Ma poi l’elevato numero di telefonate ha fatto capire che in molti avevano creduto già attuate le promesse grilline. Di fronte all’ovvia risposta che un modulo simile ancora non esiste (e chissà se esisterà mai), molti cittadini si sono rivolti agli uffici comunali per avere conferme. Continua a leggere