Governi e alta finanza: l'Italia non è sull'orlo del baratro


“Christus Rex” sostiene quanto trovate in questo articolo da diverso tempo. Su questo tema, le teorie del complotto, i catastrofismi apocalittici ed altro sono frutto di ignoranza, follia o mala fede. Anche nel nostro piccolo e variegato ambiente, ove spesso pare aver ragione chi la spara più grossa, anche se non è ragionevole né documentata. (n.d.r.)
Segnalazione del Centro Studi Federici

L’attuale situazione dello stato italiano commentata dall’economista elvetico Alfonso Tuor. 
 
L’Italia non è sull’orlo del baratro
 
Non è ancora l’inizio di un attacco speculativo contro il Governo grigioverde italiano reo di sfidare le regole europee sul deficit e il debito pubblico. Sembra piuttosto la manifestazione di un fiancheggiamento dei mercati finanziari alle minacce di Bruxelles, cui si aggiungono gli attacchi della stampa internazionale e di quella che dovrebbe essere l’opposizione italiana. Il tutto appare volto a far sì che Roma faccia retromarcia sui progetti di spesa per l’anno prossimo che dovrebbero portare ad un deficit pubblico del 2,4% rispetto al PIL, incompatibile con l’obiettivo di ridurre un debito pubblico che supera il 130% del PIL. Se non è l’inizio della guerra dello spread, potrebbe però esserne il preludio, con le agenzie di rating che deprezzano il merito di credito dell’Italia e soprattutto con l’Eurogruppo che avvia una procedura di infrazione delle regole della moneta unica.

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Steve Bannon: "Popoli, sollevatevi contro le élite"

steve bannon atrejuOratore che incanta ed esalta, parla pochissimo l’italiano, ma il nostro amico romano che parla inglese a menadito l’ha incontrato ed ha aperto un dialogo con lui. Che non ci ha lasciati privi di interrogativi per il lungo termine. Nel breve termine, come dargli torto? (n.d.r.)
Accoglienza da star per l’ex capo stratega di Trump alla festa di Fratelli d’Italia, in procinto ad aderire alla sua rete sovranista ‘The Movement’
di Paolo Molinari
I patrioti, il partito di Davos, le radici giudaico-cristiane da difendere, la tradizione di Atene e Roma contro le élite che producono zombie: è un repertorio noto ma pur sempre efficace quello che l’ex stratega di Donald Trump porta ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia.

Ad accoglierlo, sotto un tendone intitolato a Carlo Magno (a cui segue quello che porta il nome del re di Sparta, Leonida) circa trecento militanti estasiati, che saltano in piedi ad applaudire ogni qual volta il ‘guru’ pronuncia la parola ‘patriots’.

Termine vasto che comprende lo stesso Bannon (“ho servito il mio Paese nel Golfo e nell’Oceano Indiano”) ma anche Putin, Farage, Salvini e Meloni, tutti coloro che si oppongono al partito di Davos, quello delle élite economiche che mirano a creare in occidente una “nazione di zombie, come in Cina”. Continua a leggere

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Roma: Bannon e Salvini ad Atreju

 Fine settimana intenso per alcuni di noi di Christus Rex-Traditio.

Chi a Poggibonsi (SI) per un importante giornata al castello de La Magione, chi a Roma per un colloquio personale con Steve Bannon. Tanta carne al fuoco…

Steve Bannon apre di nuovo un solco nel centrodestra, all’indomani del vertice a palazzo Grazioli Salvini-Berlusconi-Meloni che sembrava aver ricucito il fronte diviso dalla nascita del Governo Conte, con allarme e sirene spiegate per la maggioranza giallo-verde di cui la Lega fa parte, Fi è opposizione, Fdi si è messa nella zona franca dell’astensione.
Bannon è a Roma su invito di Giorgia Meloni che domani lo vedrà all’isola Tiberina protagonista con Matteo Salvini (che lo ha incontrato solo due settimane fa, il 7 settembre) di Atreju, la festa annuale dei giovani della destra italiana organizzata da Fratelli di Italia. “La presenza di Steve Bannon proietta certamente questa manifestazione – ha detto Giorgia Meloni aprendo Atreju- sul palcoscenico internazionale. Sicuramente – prosegue – la sua presenza e quindi il tema dell’adesione di Fratelli d’Italia a “The Movement” e a questa rete internazionale di movimenti identitari e sovranisti è un tema che io considero particolarmente centrale in questa edizione”.

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Salvini: «Questo governo fa paura. I poteri forti proveranno a stroncarci»


Wall Street Journal: «L’Italia un pericolo per l’euro». Salvini: «I poteri forti vogliono stroncarci»

Secondo il quotidiano il «pericolo» è rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma»

di Paola Di Caro

Il primo era stato Giancarlo Giorgetti una decina di giorni fa: «L’attacco io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono». Parole, quelle del sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, che avevano scosso la scena politica, e che erano state subito raccolte da altri esponenti del governo. Come Luigi Di Maio, che si era subito detto pronto a reagire nel caso in cui la tanto temuta tempesta sui mercati dovesse arrivare: «Se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili. A Palazzo Chigi non c’è Berlusconi che rinunciò per le sue aziende».

L’articolo del Wall Street Journal
L'articolo del quotidiano americano
L’articolo del quotidiano americano

Il 19 agosto a riprendere il tema di un possibile assalto al governo e «all’esperimento italiano» da parte dei «poteri forti» internazionali è stato Matteo Salvini, con un duro avvertimento: «Cercheranno di stroncarci, ma non arretreremo di un millimetro. Quasi ad aprire un fronte polemico preventivo, anche — forse — per reazione ad un articolo del Wall Street Journal secondo il quale la fine della «lunga maratona» per salvare la Grecia segnerà «la chiusura della crisi dell’Eurozona», se non fosse però «per l’Italia e il fastidioso timore che l’euro non sia dopo tutto così stabile». Un «pericolo», quello italiano, rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma», che potrebbero portare ad una «destabilizzante fuga dei capitali». Il giornale finanziario spiega che il banco di prova decisivo sarà in autunno, quando « il governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori».

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https://www.corriere.it/politica/18_agosto_19/salvini-questo-governo-fa-paura-poteri-forti-proveranno-stroncarci-beb70a00-a3c4-11e8-9b60-adccaa96935d.shtml Continua a leggere

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Becchi: «E invece io dico attenti a quei due che resteranno alleati a lungo»

L’OPINIONE
Luciano Tirinnanzi intervista Paolo Becchi su Panorama N. 34, 09/08/2018
«Secondo gli autori, è in atto un passaggio dalla Seconda alla Terza Repubblica basato su un dato che – credo anch’io – non può essere contestato. L’incapacità da parte delle forze cosiddette “progressiste” di fare gli interessi dei lavoratori e delle piccole e medie imprese, insomma della maggioranza degli italiani. […] Credo che abbia ragione Becchi quando in un suo articolo sulla “rivoluzione sovranista”, raccolto ora in questo libro, sostiene che l’opposizione tra “destra” e “sinistra” sia ormai superata da quella che secondo me vede contrapposti popoli ed élite. […] Voglio ridare slancio alla sovranità popolare. “Prima gli italiani” non vuol dire altro che questo. Ci hanno lasciato un Paese con poche speranze nel futuro e con pochi sorrisi. Ricostruirlo non sarà facile. Ma io vi prometto che ce la metterò tutta».
È un estratto della prefazione firmata dal Ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, che battezza il saggio politico di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, Dalla Seconda alla Terza Repubblica, appena uscito per Paesi edizioni (304 pp., 12 euro). Un libro che, per primo, racconta la nascita del governo Lega-M5s e la inquadra come superamento definitivo del passato politico. Ma è davvero così? Lo abbiamo chiesto al professor Becchi, primo ideologo dei Cinquestelle e adesso più vicino alle posizioni della Lega.
«Il passaggio dalla Seconda alla Terza Repubblica è avvenuto senza coinvolgere la Costituzione, dunque in parte è una definizione impropria, ma che comunque racconta l’esaurimento di un processo politico iniziato negli anni Novanta. Come scrivo nel libro, il suo aspetto innovatore è nella sintesi tra sovranismo identitario, quello della Lega di Salvini, e sovranismo sociale, proposto invece da Di Maio e i Cinquestelle. Non a caso l’uno si è preso il dicastero dell’Interno e l’altro quello del Lavoro. Terza Repubblica significa avere un governo che sta facendo nascere qualcosa di nuovo, senza però gettare al vento le regole costituzionali». Continua a leggere

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Antifascismo ed ecomostri: chi era Riccardo Morandi, il progettista del ponte di Genova

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Genova, 15 ago – Cosa unisce il serpentone del Corviale a Roma, tentativo iniziato male e finito peggio di costruire in stile sovietico un “casermone” di edilizia residenziale pubblica al ponte sul Polcevera crollato ieri? Un nome, quello dell’ingegner Riccardo Morandi.
Nato a Roma nel 1902, comincia la sua attività negli anni ’30 sperimentando – fra i primi in Italia – l’utilizzo del cemento armato e del cemento armato precompresso. Agli albori della carriera progetta chiese e cinema, per poi specializzarsi sulla realizzazione di ponti.
Le competenze in materia di cemento armato gli valgono la chiamata nel squadra che progetterà e realizzerà il Corviale, dove Morandi affiancherà l’architetto Mario Fiorentino. Il risultato è drammatico: quasi un chilometro (e 11 piani in altezza) di vera e propria città dormitorio alle porte della capitale dove il boom edilizio di quegli anni crea ecomostri destinati a durare e a produrre effetti devastanti. L’ingegneria sociale applicata si risolverà in un fallimento, riuscendo a replicare in peggio tutte le storture importate dalla pianificazione totale e totalitaria che veniva sperimentata nello stesso periodo in Unione Sovietica.
Un aspetto di natura ideologica, quest’ultimo, che non può essere trascurato. Siamo nell’Italia del conflitto (anche armato), in cui restare inermi rispetto alla contrapposizione politica è pressoché impossibile. E Morandi la sua scelta l’aveva fatta: “I suoi familiari – scrive Repubblica nell’occasione della morte, er il 25 dicembre del 1989 – lo ricordano come un uomo che ha tenuto sempre a difendere la sua indipendenza da tutti i poteri, a cominciare da quello fascista di cui fu un oppositore”.
Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/antifascismo-ecomostri-chi-era-riccardo-morandi-91330/ Continua a leggere

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Nave italiana soccorre e riporta in Libia gli immigrati. E' la prima volta

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di Adolfo Spezzaferro
Per la prima volta, una nave italiana, dopo aver soccorso degli immigratiin mare, li ha riportati in Libia. Si tratta della Asso Ventotto, un’imbarcazione di sostegno a una piattaforma petrolifera, che, in applicazione di quanto stabilito dal governo italiano, si è coordinata con la Guardia costiera di Tripoli che è competente in quelle acque per la gestione delle operazioni Sar di ricerca e soccorso.
L’imbarcazione, riporta La Stampa, “pare abbia seguito le indicazioni della centrale operativa della Guardia Costiera che via radio da Roma avrebbe ordinato al comandante di Asso 28 di coordinarsi con la Guardia Costiera di Tripoli. In sostanza l’ordine è stato quello di riportare quei migranti in Libia”.
“Abbiamo appreso che uno dei gommoni segnalati oggi dalla Guardia Costiera italiana con 108 persone a bordo nel Mediterraneo è stato soccorso dalla Nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si sta dirigendo verso Tripoli. Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale“, ha detto Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, a bordo della Open Arms. “Il diritto internazionale – aggiunge – prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali”. Continua a leggere

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Scatta a settembre il complottazzo del Nazzareno

Risultati immagini per patto del Nazarenodi Maurizio Blondet
“Nel giro di pochi mesi questo governo finirà”, ha  profetizzato Silvio ai suoi residui parlamentari radunati a Montecitorio.  Cambia  nome al partito, ora si chiamerà “Altra Italia”.  “Ci  aspetta un nuovo inizio!”, li ha rassicurati. Da dove ricava tanto ottimismo, col suo 8 per cento scarso rimasto? Il punto che Matteo Renzi ha detto la stessa cosa: “Salvini? Non reggerà alle pressioni politiche e giudiziarie”, ai suoi, in una circostanza paurosamente simili a quella di Berlusconi:  ha radunato i suoi in un ristorante romano per rianimarli. «Basta piagnistei. Non abbiamo nessun motivo per essere sconfortati. Il governo cadrà presto.  Dobbiamo farci trovare pronti”.
http://tg.la7.it/politica/berlusconi-profetizza-questo-governo-dura-poco-conte-mediocre-26-07-2018-129888
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-teniamoci-pronti-caso-soldi-lega-esplodera-rdquo-179762.htm
Pronti a che?  A  Roma, città che “tutto sa e nulla tace” (diceva Tacito),   del complotto sembrano al corrente in tanti, che le vociferazioni sono fedelmente riprese da  Dagospia.  La quale   ha definito “un pizzino” di Renzi quello che   il fiorentino piddino ha twittato:  «Una sentenza – ha scritto – dice che la Lega deve restituire 49 milioni agli italiani. Salvini ha detto che lui, ministro e leader della Lega, Non intende farlo. Lui, ministro della Legalità, annuncia che non seguirà la sentenza che gli impone di restituire i soldi. Siamo all’ illegalità più sfacciata. E non risponde. Salvini annuncia, ma non risponde». Continua a leggere

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Mafia, duro colpo al "clan dei Casamonica": 31 arresti, 6 ricercati

Operazione contro i Casamonica: i dettagli del blitz
Segnalazione di M.R.
Sono accusati di aver costituito unʼorganizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura, con lʼaggravante del metodo mafioso. Nuova aggressione ai giornalisti: bastonate a troupe Tg2 e Repubblica
E’ di 31 arresti e di 6 persone ricercate il bilancio di una maxi operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Roma contro il “clan dei Casamonica”. Le misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Roma su richiesta della locale Dda, sono state eseguite tra la Capitale, Reggio Calabria e Cosenza. Gli arrestati sono accusati di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura, con l’aggravante del metodo mafioso.

Tra gli arrestati c’è anche Domenico Spada, detto Vulcano, ex campione di pugilato. Secondo quanto si è appreso, è stata sequestrata anche la sua palestra a Marino, alle porte di Roma. Per gli inquirenti il ruolo apicale di promotore è ricoperto da Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione.
Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati anche locali nel centro di Roma, tra cui una discoteca a Testaccio e un ristorante in zona Pantheon. E’ ancora in corso il conteggio definitivo del valore dei beni interessati. Durante le perquisizioni sono stati requisiti 50 mila euro in contanti, conti correnti, venti automobili e decine di orologi di lusso.
Per gli inquirenti, quella messa in piedi dai Casamonica è una “associazione mafiosa autoctona” strutturata su più gruppi criminali, prevalentemente a connotazione familiare, dotati di una propria autonomia decisionale e dediti a vari reati tra cui spaccio di droga, usura ed estorsioni. Le indagini sul clan sono scattate nell’estate 2015, prima dei funerali show alla periferia di Roma di “Zio Vittorio”, componente della famiglia.
Secondo quanto appurato dagli investigatori, “non avevano bisogno di usare la violenza, bastava il solo nome della famiglia Casamonica per farsi rispettare”. Le vittime del clan, infatti, non denunciavano sia per timori di ritorsioni sia perché pagare i Casamonica rappresentava una sorta di “assicurazione a vita”. Tra le vittime di usura figura anche uno dei figli di Franco Zeffirelli.

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Gran confusione sotto Trump, la situazione ci avvantaggia

di Maurizio Blondet

GRANDE CONFUSIONE SOTTO TRUMP. DUNQUE LA SITUAZIONE CI AVVANTAGGIA.

GRANDE CONFUSIONE SOTTO TRUMP. DUNQUE LA SITUAZIONE CI AVVANTAGGIA.

Certo che vedere John Bolton addomesticato  mentre, sulla via per Mosca dove porta un invito di Trump a Putin, fa tappa a Roma per invitare  il nostro premier Conte alla Casa Bianca, fa una certa impressione: molto è cambiato in poche settimane, e il cambiamento viene da Trump. Quello stesso che in pochi giorni ha voltato pagina con a Corea …
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