Il Vicino Oriente sotto una cattiva stella
Segnalazione del Centro Studi Federici
Segnalazione del Centro Studi Federici
ECCO PERCHE’ L’EUROPA NON HA RADICI “GIUDAICO-CRISTIANE” MA SOLO RADICI E TRADIZIONE CRISTIANE
di Adriano Scianca
Israele? È il “baluardo dell’Occidente”. Quante volte lo abbiamo letto, anche in questi giorni, soprattutto a destra, anche fra i frequentatori di questo sito. Stanno quindi difendendo “l’Occidente”, i soldati israeliani che sparano sui palestinesi? E, soprattutto, stanno difendendo anche noi? È importante chiederselo, perché se lo Stato ebraico divide da sempre l’opinione pubblica sulla base di criteri spesso pre-politici e se spesso le obiezioni che a esso vengono mosse sono di ordine morale, esistono poi, più freddamente, delle categorie politiche a cui è il caso di attingere per riportare la questione su terreni meno sdrucciolevoli.
Ora, che degli europei utilizzino la categoria di Occidente per autodefinirsi è già di per sé piuttosto paradossale se solo si pensi che il concetto stesso di Occidente nasce esplicitamente in chiave anti-europea. In pratica, gli europei oggi rivendicano con fervore appassionato l’appartenenza a una comunità di valori che nasce proprio per escludere loro e che li ha in parte accettati al suo interno, come vassalli, solo che sono stati vinti in una guerra mondiale. Per parte loro, gli americani cominciarono notoriamente a concepirsi come Occidente non per inglobare l’Europa in un più ampio contesto atlantico, ma per sottolineare la ferma rottura con tutto ciò che il Vecchio continente rappresentava. Fu il presidente Thomas Jefferson ad affermare che l’America rappresenta un “emisfero separato”, evocando un meridiano – più morale che geografico – a separare la terra dove “l’agnello ed il leone vivranno in pace l’uno con l’altro” dall’Europa corrotta e dai suoi vizi. In realtà non faceva che riprendere gli insegnamenti di Washington, che nel 1793 aveva già dichiarato: “Sono sicuro che la volontà degli Stati Uniti è di non aver nulla a che fare con gli intrighi e le contese politiche delle nazioni europee”. Medesimo concetto espresse il presidente Monroe enunciando la sua celebre teoria tesa ad escludere ogni intervento europeo nel Nuovo continente (in sostanza “l’America agli Americani”). Di fatto il meridiano evocato da Jefferson doveva separare Bene e Male, il regno dell’eguaglianza e della libertà dal paese della gerarchia e dell’oppressione. Ora, si badi che l’America ritenne di poter incarnare questo rigetto dell’Europa auto eleggendosi Terra Promessa, cioè la Nuova Israele basata su un’adesione (O MEGLIO, INTERPRETAZIONE AMERICANISTA DEL DETTATO BIBLICO, N.D.R.) quanto più possibile stringente al dettato biblico. Continua a leggere
di Stanley L. Cohen*
Fonte: Comedonchisciotte
“I torti che ci sforziamo di condannare e di punire sono stati così premeditati, così malvagi e così devastanti, che una civiltà non può tollerare che essi vengano ignorati, perché non potrebbe sopravvivere alla loro reiterazione”
Con queste autorevoli parole, Robert H. Jackson, Procuratore Capo per gli Stati Uniti, aveva aperto i lavori del Tribunale per i Crimini di Guerra a Norimberga, Germania, subito dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale.
Incaricato di accertare la colpevolezza di esponenti di spicco dell’esercito, della politica e dell’apparato giudiziario per le violazioni alle leggi internazionali... comprendenti crimini di guerra, crimini contro l’umanitàe contro le leggi di guerra…il tribunale aveva validato il principio della responsabilità personale per il genocidio nei confronti degli Ebrei e di altre etnie, che erano state considerate, dallo stato tedesco, una minaccia alla propria, dichiarata, supremazia razziale, religiosa e politica.
Sebbene questi reati si fossero manifestati in forme diverse, la loro efferatezza derivava, in realtà, da un pensiero collettivo condiviso, che considerava tutti quelli destinati ad essere soppressi dallo stato non solo (esseri) inferiori, ma indegni della vita stessa… uomini, donne e bambini, giovani e vecchi, ridotti a poco più di oggetti di grottesca derisione, la cui sola esistenza contaminava il concetto nazionale di supremazia della razza.
Non ci sono più segreti sulla campagna di terrore scatenata dal Terzo Reich, mentre invadeva nazioni e scatenava una violenza internazionale mai vista prima di allora. Neppure sono mai stati soggette ad un serio dibattito le sue modalità di guerra totale, sia verso i militari, che contro i civili. Anche se qualcuno ha scelto di contestare il numero delle vittime o di rielaborare gli esatti strumenti della persecuzione, nessuno storico serio dubita del ruolo avuto dai carri bestiame, dai ghetti e dai forni crematori nello sforzo cosciente di zittire le diversità della vita, mentre la maggior parte del mondo guardava altrove. Continua a leggere
di Tony Cartalucci
Fonte: Comedonchisciotte
Gli Stati Uniti non sono riusciti ad ottenere il sostegno pubblico per un attacco in Siria come risposta ad un presunto attacco con armi chimiche a Douma, nord-est di Damasco. Sembra quindi che abbiano immediatamente aggirato l’ONU ed il diritto internazionale, dando il compito ai propri delegati a Tel Aviv di svolgere per proprio conto gli attacchi iniziali contro la base aerea siriana T-4.
La CBS, nel suo articolo “Gli Stati Uniti negano l’attacco missilistico in Siria, la Russia dice che è stata Israele“, afferma:
I missili hanno colpito una base aerea nella Siria centrale lunedì mattina. Il Pentagono ha però sùbito smentito le affermazioni dei media siriani, secondo i quali gli attacchi sono stati “un’aggressione americana”. Dopo che un gruppo di monitoraggio sulla guerra ha dichiarato che negli attacchi sono stati uccisi dei miliziani sostenuti dall’Iran, la Russia ha accusato i jet israeliani.
Un attacco israeliano è comunque un attacco americano
Indipendentemente da chi abbia effettivamente condotto l’attacco, questo è stato ordinato dagli Stati Uniti. Continua a leggere
Questo sito aderisce agli ashtag #iostoconassad e #iostoconputin
di Alastair Crooke
Fonte: Aurora sito
La recente serie di eventi porta Israele a ripiegarsi; o almeno, a una profonda riflessione esistenziale, nel settantesimo anniversario della fondazione. La profondità di questa introspezione piuttosto ansiosa è diventata esplicita nella discussione ospitata da Yediot Ahronoth, il più importante giornale israeliano, tra sei ex-capi del Mossad, il servizio d’intelligence israeliano. L’irruzione più diretta in questo stato d’animo cupo era la dichiarazione alla Knesset(parlamento) secondo cui la popolazione tra Giordania e mare era esattamente bilanciata, 6,5 milioni per parte, tra israeliani e palestinesi. Certo, l’uguaglianza demografica si sarebbe verificata a un certo punto, lo sapevano tutti. Non è quindi una sorpresa; ma è uno schiaffo della realtà, nondimeno. Queste cifre furono pubblicate dalle IDF e sono quindi difficili da contestare. Questo momento di realtà riduce così la capacità di certi israeliani di persistere col pio desiderio che i palestinesi sia assai di meno. Questa svolta enormemente simbolica è qui, è arrivata. La domanda su quale tipo di Stato sarà Israele non è più teorica. Uno dei sei ex-direttori del Mossad, Pardo, rispondeva alla domanda qual è, secondo lei, la peggiore minaccia alla sicurezza nazionale israeliana?: “La peggiore minaccia, è il fatto che tra il mare e il fiume Giordano c’è un numero quasi identico di ebrei e non ebrei. Il problema centrale dal 1967 ad oggi è che Israele, per l’intera dirigenza politica, non ha deciso che Paese essere. Siamo l’unico Paese al mondo che non ha definito i propri confini. Tutti i governi vi si sono sottratti… Se lo Stato d’Israele non decide ciò che vuole, alla fine ci sarà uno Stato unico tra mare e Giordano. Questa è la fine della visione sionista“. Continua a leggere