Con Notre-Dame brucia l'Europa

di Umberto Bianchi
Brucia, brucia e brucia ancora…mai, a memoria d’uomo, incendio si era visto così forte e resistente alle umane tecnologie…Eppure si sussurra che, in quel di Francia, come anche (almeno così dovrebbe essere…sic!) in San Pietro o al Duomo meneghino, siano in funzione dei quasi-infallibili sistemi di sicurezza; veri e propri micro-apparati con tanto di sensori collegati a centrali di pronto intervento…Ma di pronto qui sembra non esservi proprio nulla, salvo che un incendio bell’e scoppiato da ore ed ore ed inspiegabilmente indomabile. Media che profetizzano a voce bassa la distruzione di uno dei più bei gioielli architettonici del mondo, mentre qualcuno ci dice che questo già fu distrutto da un precedente incendio un secolo e passa fa ed abilmente ricostruito, come se questo fosse una consolazione tardiva a quello che, ora più che mai, sta assurgendo a simbolo del falò di un Occidente e di un’Europa profondamente malati. Malati della più insidiosa e schifosa forma di sifilide che una civiltà possa conoscere: quella del buonismo. Malati di una religiosità che tale non è più, oramai ridotta a puro e semplice fenomeno massmediatico, infarcito di belle parole, buone intenzioni e null’altro più, che non sia molle adeguamento ai ritmi vitali di un imperante materialismo economicista.
Eppure Notre Dame fu edificata in quel tanto deprecato Evo Medio , da Maestri che intendevano concretizzare con la squadra ed il compasso, quella primeva intuizione dell’Infinito che forte, aleggiava in quegli animi. Se la Grecità aveva identificato nella finitezza e nel limite, il segno distintivo della divina perfezione, sia attraverso la rappresentazione antropomorfica del divino che attraverso, la simmetria e l’armonia nell’architettura e nelle scienze, matematica e geometria in primis, l’Evo Medio avrebbe invece, (sotto la spinta del Cristianesimo ma, anche e soprattutto, delle istanze Gnostiche e Neoplatoniche, accompagnate dalla veste razionale dell’aristotelismo) proiettato lo sguardo verso le profondità di quel celeste “apeiron/infinito” che sovrastava l’uomo e verso cui le guglie delle Cattedrali, si sarebbero dovute protendere. A tutto ciò sovrintendeva una Ars Regia della costruzione, espressa e disciplinata in formule, armonie e proporzioni che, direttamente, si richiamavano ad un concetto sacrale della geometria e della matematica, tanto vicini a quel Pitagorismo, le cui istanze continuavano ad aleggiare silenziose tra quegli antichi Maestri. Eppure Notre Dame brucia….E che sia stato un fatto causale, dovuto all’incompetenza, alla sciattoneria ed alla completa deficienza di qualcuno, oppure che, sia dovuto ad un atto ostile voluto e programmato, poco o nulla importa. Notre Dame brucia e con essa, qualcuno vorrebbe bruciare e mandare in cenere le nostre radici di civiltà e cultura, intese come visione del mondo, come sopravvivenza di popoli ed identità, in favore di una massa anodina ed informe di alienati, votati al consumo ed all’autoconsumo si et si, senza soluzione di continuità.
Quella identità, frutto della sedimentazione di popoli di razza bianca, indoeuropei e pre-indoeuropei, che ha avuto come prima grande sintesi unitaria la civiltà Greco-Romana, successivamente sostituita dalla sintesi tra lo spirito barbarico dei popoli Celti e Germanici con la civiltà latina, passando attraverso il ritorno alla centralità dell’Uomo, vessillo della Rinascenza, passando attraverso lo spirito magico che aleggiò nel Barocco, sino alla nascita di una prepotente Modernità, divisa e lacerata tra Illuminismo, Positivismo, Progressismo, Liberalismo e tra Irrazionalismo, Vitalismo, Futurismo ed Avanguardia. Tutto questo melange di elementi contraddittori, tutto questo sedimento in uno spazio geografico così esiguo, rispetto a quelli dei vari Nuovi e Terzi Mondi, ci riporta, come per magia, all’immagine della battaglia delle Termopili, quando il piccolo e silenzioso Occidente fermò e sbaragliò le vocianti ed arroganti masse provenienti da Oriente, preservando un patrimonio di identità e cultura, unico nel suo genere. Tutto questo siamo NOI, cerchiamo di non dimenticarlo e, ora più che mai, di non farlo dimenticare a chi, in un modo o nell’altro, crede di intimidirci, per sottometterci alle sue sporche ragioni.
Offro quel che rimane della mia vita nell’intenzione di una protesta e di una fondazione. Scelgo un luogo altamente simbolico, la cattedrale Notre Dame de Paris che rispetto ed ammiro, che fu edificata dal genio dei miei antenati su dei luoghi di culto più antichi che richiamano le nostre origini immemoriali” (Dominique Venner)
UMBERTO BIANCHI
fonte – http://www.ereticamente.net/2019/04/con-notre-dame-brucia-leuropa-umberto-bianchi.html

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