L'ascesa irresistibile dei sovranisti. Sono loro a decidere le sorti dell'Europa

I partiti sovranisti già decidono le sorti dell’Unione europea. E a cento giorni dalle elezioni europee, quello che è certo che questi movimenti hanno già un ruolo fondamentale nel panorama politico del Vecchio Continente. In attesa di una tornata elettorale che appare ormai chiaro che rappresenterà la certificazione d una scalata di questi partiti. Che ormai rappresentano una realtà radicata nel quadro istituzionale del continente.
Elezioni europee che sicuramente amplieranno un ruolo che questi partiti già hanno. Come ha scritto Il Sole 24 Ore, “sono ormai 11 i governi dell’Unione europea sostenuti da una maggioranza di cui fanno parte movimenti sovranisti, anti-sistema o semplicemente euroscettici”. Dopo Italia, Austria, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Finlandia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Grecia e Romania, anche la Lettonia entra nel novero dei governi sostenuti da ua forze non tradizionale. Il nuovo esecutivo, guidato da Arturs Krišjānis Kariņš, è sostenuto infatti da cinque partiti, tra i quali figura il Kpv Lv, una sigla fortemente eurocritica.

Con queste promesse, è ormai chiaro che i partiti sovranisti hanno già ottenuto una parte fondamentale nel processo decisionale dell’Unione europea. E o dimostra anche il fatto che questi movimenti non sono uniti tutti i un unico grande blocco elettorale, ma sono sparsi in quattro partiti attualmente presenti nell’Europarlamento. I partiti critici verso l’attuale sistema dell’Unione europea sono infatti presenti nel Partito popolare europeo (dove è presente il Fidesz di Viktor Orbán o lo stesso Sebastian Kurz), l’Europa delle Nazioni e delle Libertà (dove ci sono Lega e Rassemblement National), i conservatori dei Ecr, dominati dai polacchi del Pis, e l’Europa della libertà e della democrazia diretta, dove, oltre al Movimento 5 Stelle, c’è soprattutto l’Alternative für Deutschland.
Di fatto, quello ce risulta chiaro da questa composizione è che quando si parla di sovranismo in Europa non è esatto parlare di “onda nera”. Ma di una scalata molto più ampia che comprende vari partiti, varie formazioni e anche diverse sfaccettature di questa critica nei confronti dell’Unione europea. Con la certezza che, fra partiti europei in cui sono presenti e governi che guidano o di cui fanno parte della coalizione, di fatto i sovranisti sono ormai interlocutori necessari per qualsiasi futuro dell’Europa.

L’influenza dei sovranisti si nota già sul fronte delle agende politiche dei diversi esecutivi dell’Ue. Ormai sono tutti costretti ad ammettere che questi movimenti rappresentano una larga fetta del proprio elettorato. E anche nei Paesi guidati dagli alfieri del’europeismo (in primis Francia e Germania), i leader iniziano a doversi piegare alla volontà popolare, mostrando cambi radicali nelle politiche che hanno scatenato il senso di rivalsa di questi movimenti popolari. Angela Merkel, dopo anni di accoglienza sfrenata, ha dovuto ammettere di aver fallito sul fronte dell’integrazione degli immigrati. Mentre Emmnauel Macron, paladino delle élite europee e europeisti, ha dovuto fare più volte mea culpa di fronte a una rancia che è esplosa nell’ira dei gilet gialli.
L’esempio di questi due leader è indicativo di quanto pesino, ad oggi, le istanze sovraniste. E le prossime elezioni europee potrebbero fornire a questi stessi movimenti un peso specifico di assoluto rilievo. Specialmente nelle nomine dei prossimi vertici dell’Ue. Berlino e Parigi sembrano intenzionate a spartirsi le poltrone che contano. Ma non è detto che il prossimo Parlamento europeo permetta a Macron e Merkel di fare il loro gioco. Soprattutto perché dal centro alla destra radicale esiste una piattaforma comune che unisce questi movimenti. E che potrebbe, per esempio, far propendere il Partito popolare europeo verso destra, spostando il baricentro dei moderati verso un un’unità di intenti con i sovranisti.

In ogni caso, la possibilità che i partiti sovranisti formino un blocco compatto e trasversale che incida pesantemente sul futuro delle istituzioni europee è un tema che preoccupa i vertici di Bruxelles. Governi e partiti critici verso l’Ue potrebbero unire le forze per bloccare i lavori di Commissione e altri organi su temi di particolare importanza a cominciare dalla politica estera fino alla politica migratoria e della libertà di circolazione. E potrebbero costringere i partiti moderati, liberali e socialdemocratici a piegarsi alla volontà di questi partiti. Oppure attendersi un vero e proprio immobilismo. Del resto, i sondaggi parlano chiaro: ormai un europeo su quattro vota partiti che vengono etichettati in maniera del tutto superficiale come “populisti”.
fonte – http://www.occhidellaguerra.it/ascesa-sovranisti-europa/

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