Tra le storie più belle narrate dalla cinematografia italiana del dopoguerra c’è senza ombra di dubbio quella che vede come protagonisti un pope russo e Don Camillo, nel film di Comencini “Il Compagno Don Camillo” tratto dai libri di Guareschi.
Nel film, il prete romagnolo convince infatti il timoroso pope a confessare la malata ed anziana madre del sindaco comunista del paese sovietico, insegnandogli poi a fare a pugni con lo stesso come nella tradizione di Brescello. A questa per certi versi comica parte di film, si deve pensare collegandola alle famose parole dell’onorevole della DC La Pira, il quale, dopo un invito a parlare di fronte al soviet supremo russo, ebbe l’occasione, cosa rara per l’epoca, di osservare la società russa.
Il suo portavoce, e giornalista, Vittorio Citterich, fece notare come all’interno delle residue, e spesso clandestine, chiese russe, vi fossero solo vecchiette con la candela in mano, e La Pira, rispose affermando “Se queste che ti sembrano solo vecchine con la candela in mano, in un contesto storico difficile e ostile come questo, non tenessero accesa la fiammella della fede in Cristo, dove credi che le future generazioni russe troverebbero il fuoco dell’incendio cristiano che inevitabilmente verrà?”.
Nessuna frase fu più profetica e veritiera. La Russia, già prima della caduta del muro di Berlino, riprese le antiche tradizioni ortodosse, in verità mai completamente abiurate, specie dai contadini, e iniziò a restaurare la propria identità cristiana. Le chiese tornarono alle proprie antiche funzioni, abbandonando quella di granai, e le manifestazioni e le tradizioni religiose vennero nuovamente permesse in pompa magna, basti pensare alla beatificazione di Nicola II, ed all’inserimento nella bandiera presidenziale di San Giorgio che sconfigge il basilisco.
Non c’è da stupirsi, quindi, del fatto che ora la Russia di Putin si schieri nello scacchiere geopolitico mondiale come la paladina dei cristiani d’Oriente, un po’ come fece con i cristiani dei Balcani, ponendosi come unico argine all’indottrinamento liberal, che ha portato, volente o nolente, al fondamentalismo islamico, all’omologazione forzata e sta procedendo verso la cancellazione di ogni baluardo identitario, comunitario e culturale.
La Russia è riuscita a passare da Stato ateo per eccellenza a nuovo Stato cristiano, contemporaneamente laico, vedasi la costruzione di un’enorme moschea a Mosca e il dono fatto da Putin a Rohani di una copia antica del Corano. Un ultimo esempio di questa tutela del mondo cristiano, e dei valori ad esso connessi, è offerto dall’immediata presa di posizione a favore dell’Armenia, con USA, Turchia e Israele subito invece schierate con l’Azerbaijan durante l’ultima crisi scoppiata tra i due paesi.
La verità storica, che per molti soloni liberali, molti burocrati europei, e molti uomini d’oltre oceano è più che scomoda, è che ogni cristiano del Medioriente che non sia stato decapitato o torturato per la sua fede lo deve alla Russia, ai suoi soldati ed ai suoi acuti politici. E lo stesso vale per ogni europeo.
Chi si professa cristiano, praticante o meno, deve per forza riconoscere alla Russia il merito di tenere alta la bandiera della cristianità, della Civiltà e della tradizione, contro il relativismo, il materialismo ed il giacobinismo, con buona pace dei progressisti, dei free borders, di Al Baghdadi, della Clinton, e, sperando però di essere smentiti, di Trump, che sono tutte facce della stessa medaglia, quella della finta uguaglianza, del diritto sociale abbattuto a favore del diritto civile, quella del fanatismo religioso islamico, sfruttato e creato per abbattere la laicità e la sovranità di Stati scomodi. Un tempo si diceva “il sole non sorge più ad est”, adesso dobbiamo sperare che quest’alba duri per sempre.
Il suo portavoce, e giornalista, Vittorio Citterich, fece notare come all’interno delle residue, e spesso clandestine, chiese russe, vi fossero solo vecchiette con la candela in mano, e La Pira, rispose affermando “Se queste che ti sembrano solo vecchine con la candela in mano, in un contesto storico difficile e ostile come questo, non tenessero accesa la fiammella della fede in Cristo, dove credi che le future generazioni russe troverebbero il fuoco dell’incendio cristiano che inevitabilmente verrà?”.
Nessuna frase fu più profetica e veritiera. La Russia, già prima della caduta del muro di Berlino, riprese le antiche tradizioni ortodosse, in verità mai completamente abiurate, specie dai contadini, e iniziò a restaurare la propria identità cristiana. Le chiese tornarono alle proprie antiche funzioni, abbandonando quella di granai, e le manifestazioni e le tradizioni religiose vennero nuovamente permesse in pompa magna, basti pensare alla beatificazione di Nicola II, ed all’inserimento nella bandiera presidenziale di San Giorgio che sconfigge il basilisco.
Non c’è da stupirsi, quindi, del fatto che ora la Russia di Putin si schieri nello scacchiere geopolitico mondiale come la paladina dei cristiani d’Oriente, un po’ come fece con i cristiani dei Balcani, ponendosi come unico argine all’indottrinamento liberal, che ha portato, volente o nolente, al fondamentalismo islamico, all’omologazione forzata e sta procedendo verso la cancellazione di ogni baluardo identitario, comunitario e culturale.
La Russia è riuscita a passare da Stato ateo per eccellenza a nuovo Stato cristiano, contemporaneamente laico, vedasi la costruzione di un’enorme moschea a Mosca e il dono fatto da Putin a Rohani di una copia antica del Corano. Un ultimo esempio di questa tutela del mondo cristiano, e dei valori ad esso connessi, è offerto dall’immediata presa di posizione a favore dell’Armenia, con USA, Turchia e Israele subito invece schierate con l’Azerbaijan durante l’ultima crisi scoppiata tra i due paesi.
La verità storica, che per molti soloni liberali, molti burocrati europei, e molti uomini d’oltre oceano è più che scomoda, è che ogni cristiano del Medioriente che non sia stato decapitato o torturato per la sua fede lo deve alla Russia, ai suoi soldati ed ai suoi acuti politici. E lo stesso vale per ogni europeo.
Chi si professa cristiano, praticante o meno, deve per forza riconoscere alla Russia il merito di tenere alta la bandiera della cristianità, della Civiltà e della tradizione, contro il relativismo, il materialismo ed il giacobinismo, con buona pace dei progressisti, dei free borders, di Al Baghdadi, della Clinton, e, sperando però di essere smentiti, di Trump, che sono tutte facce della stessa medaglia, quella della finta uguaglianza, del diritto sociale abbattuto a favore del diritto civile, quella del fanatismo religioso islamico, sfruttato e creato per abbattere la laicità e la sovranità di Stati scomodi. Un tempo si diceva “il sole non sorge più ad est”, adesso dobbiamo sperare che quest’alba duri per sempre.
(di Tomaso Giaretti)
FONTE – https://oltrelalinea.news/2017/05/02/russia-da-ex-atea-di-stato-a-paladina-della-cristianita/